Riflessioni sul 25 aprile
e sul dibattito in corso
Il 25 aprile rappresenta il termine della fase militare della Resistenza italiana e l’inizio di una fase politica dei suoi rappresentanti.
Era il 25 aprile 1945, infatti, allorquando il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, a Milano, proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dalle truppe naziste e fasciste. Il fine era di liberare il nord Italia dalle truppe naziste, in ritirata a causa della salita delle truppe alleate dal sud, prima che americani ed inglesi facessero il loro ingresso nei capoluoghi del nord.
Quel giorno venne emanato anche il decreto che «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano» stabiliva la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Mussolini, che tre giorni dopo venne raggiunto e fucilato.
Questo atto impedì alla storia di comprendere fino in fondo le dinamiche del periodo di governo fascista e le scelte di Mussolini. Certamente fu un errore, ad oggi ancora in molti si chiedono se a qualcuno questo errore fu utile compierlo.
Il 29 aprile fu firmata la resa a Caserta ed il 2 maggio terminò il conflitto in Italia.
Il 2 giugno 1946, con il referendum fra monarchia e repubblica, nacque la Repubblica Italiana che si dette forma con la stesura della Costituzione.
Il 25 settembre 2022, per la prima volta da quei giorni, in Italia le urne hanno sancito che un partito di destra e con molti dirigenti provenienti da quel Movimento Sociale Italiano che rappresentò, nella prima repubblica italiana, l’esperienza che, pur se parlamentare e coerente alla Costituzione, ove è sancito essere illegale ricostituire il partito fascista, era la formazione più prossima ideologicamente al fascismo.
Da questo 25 settembre opinionisti e giornalisti, oltre a politici ed ad alte cariche dello Stato, fomentano una continua polemica sul “fascismo di ritorno”.
Chi con continui dibattiti, chi con dichiarazioni poco utili a evitare estenuanti dibattiti televisivi sul tema.
Ebbene, io “cittadino semplice”, reputo che al popolo italiano, composto da padri e madri, nonni e nonne, giovani ed anziani, partite iva e disoccupati, operai e semplici funzionari pubblici, questo tema non crea nessuna emozione.
Noi “cittadini semplici” guardiamo all’oggi, ai problemi di oggi e gradiremmo avere idee chiare sul futuro che il ceto dirigente tutto vuole costruire per l’Italia.
I dibattiti storici si facciano nelle sedi universitarie o nei circoli intellettuali.
L’Italia, illustri opinionisti, non è estremista, ne fascista ne comunista, l’Italia è spaventata dalla crisi economica, dalle bollette del gas ed elettriche, dalla difficoltà ad arrivare a fine mese, dall’agenzia delle entrate che va a colpire cittadini allo stremo anche per cento euro ma non riesce a ricuperare evasione fiscale dai grandi evasori.
L’Italia, illustri opinionisti, è sfinita dal vostro parlarvi addosso, dai tanti dibattiti televisivi e dai tanti editoriali che non raccontano delle tante notizie che si possono facilmente trovare sulla stampa internazionale.
L’Italia, illustri opinionisti, è attonita perché non riesce a darsi una ragione su come possa essere possibile che in un anno la Commissione Europea non abbia saputo evitare la speculazione sul costo dell’energia elettrica causando la chiusura di migliaia di attività industriali e commerciali e bollette del trecento per cento piu care alle famiglie.
L’Italia, illustri opinionisti, è stupita nel vedere il risibile risalto che i media dedicano alle tante attività giudiziarie in essere che vedono coinvolti personaggi politici europei ed italiani che parrebbe si siano arricchiti con il covid, i vaccini e le mascherine.
L’Italia, illustri opinionisti, con le elezioni del 25 settembre, data la pochezza della proposta politica, ha votato “contro”. Contro di voi e della vostra faziosità.
All’Italia, illustri opinionisti, a noi “cittadini semplici”, non interessa parlare di Mussolini e del fascismo, state sicuri noi non intendiamo perdere quel residuo spazio di libertà che ci viene ancora concesso tornando indietro nel tempo.
Noi siamo stanchi di essere controllati su tutto, tracciati su tutto, limitati nel poter esprimere la nostra opinione.
Si censurati banalmente perché non invitati se di opinione diversa a quella del potere se non per essere massacrati nella nuova agorà mediatica che sono i talk show televisivi dai nuovi picchiatori, diversamente fascisti, che sono alcuni “tutto opinionisti” onnipresenti negli stessi.
La nostra Italia vorrebbe vedere un quinto potere autonomo da poteri forti e dai leader di partito, trasversale e dotato di maieutica, libero e forte. Non vorrebbe vedere un nuovo Istituto Luce del terzo millennio.
Ecco di questo “nuovo fascismo” che imperversa da qualche anno siamo preoccupati, non del fatto che la seconda carica dello Stato ci informa con eccesso di anticipo che il prossimo 25 aprile non parteciperà alle manifestazioni in memoria di quel giorno.
Noi “cittadini semplici” saremo cultori della democrazia a prescindere, la democrazia futura che vorremmo tornare a vedere altrettanto ampia di quella che proprio in quel 25 aprile 1945 veniva prima sognata e poi costruita da personaggi quali De Gasperi e Pertini.
Oggi non la percepiamo così.
Ignoto Uno
01/11/2022