I tassi crescono …..
la povertà pure
“Sui rialzi dei tassi abbiamo finito? No, non siamo ancora a destinazione", questo ha dichiarato la presidente della Bce, Christine Lagarde, durante la conferenza stampa nella quale ha annunciato il nuovo ed ulteriore rialzo del tasso.
Alzandolo di un quarto di punto la BCE ha portato il tasso sui rifinanziamenti principali al 4%, quello sui depositi al 3,50%, e quello sui prestiti marginali al 4,25%.
"L'inflazione è in calo ma si prevede che rimarrà troppo alta per troppo tempo” questo ha dichiarato la presidente della BCE che ha aggiunto che “il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l'inflazione ritorni tempestivamente al 2%”.
La Lagarde, non paga, ha annunciato che a luglio il tasso “salirà ancora”.
Non paga banalmente perché noi “cittadini semplici”, al contrario della Lagarde, nel leggere i documenti dei principali centri studi italiani, riteniamo nefasto per il ceto medio il continuo alzare il tasso.
Interessante leggere la successiva affermazione della presidente della BCE allorquando dichiara che “In base alle proiezioni macroeconomiche di giugno, gli esperti dell'Eurosistema si attendono che l'inflazione complessiva si attesti in media al 5,4% nel 2023, al 3,0% nel 2024 e al 2,2% nel 2025".
Lèggiamo e non possiamo fare altro che ricordare che l’ultima nota dell’Istat dichiara che in Italia l’inflazione “torna a crescere”.
Secondo, infatti, le stime nel mese di aprile “l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’8,3% su base annua, da +7,6% del mese precedente”.
La Lagarde dichiara che nel 2023 l’inflazione in Europa si attesterà a 5,4%.
Noi “cittadini semplici”, nel sentire le “previsioni” sia della Lagarde che dell’Istat, esprimiamo “felicità estrema” visto che la nostra personale inflazione, basata sul nostro personale carrello della spesa, viaggia su incrementi di prezzo nei dodici mesi estremamente più pesanti.
Alcuni prodotti di largo consumo hanno più che raddoppiato il loro prezzo.
Vi è, inoltre, il costo dei carburanti il cui incremento in base annua è assai lontano dalla inflazione dichiarata dal Istat, fatto che impatta sul costo della logistica e, conseguentemente, sui prezzi al dettaglio.
La Lagarde ci informa che “le prospettive economiche restano altamente incerte" e dichiara che questa “incertezza” deriva dalla “guerra tra Russia e Ucraina”.
Noi “cittadini semplici”, nel leggere queste affermazioni, ci chiediamo se le suddette “prospettive economiche” non possano derivare molto più da politiche che stanno modificando radicalmente il tessuto socio politico ed economico degli Stati che compongono l’Unione Europea piuttosto che dalla assai nefasta guerra in Ucraina.
Guerra che viene continuamente alimentata.
Noi “cittadini semplici”, nel leggere queste affermazioni, ci chiediamo se l’Europa UE 27 abbia la possibilità di mantenere una politica economica unica o se le eccessive disparità economiche, in termini di analisi dei tassi macroeconomici, non debbano portare a scelte sulla struttura stessa dell’Unione Europea.
Noi “cittadini semplici” ci chiediamo se sia possibile attuare una politica della moneta equa ed atta a tutelare contemporaneamente gli interessi e le necessità di tutti gli Stati europei.
Noi “cittadini semplici” non possiamo fare altro che prendere atto degli effetti delle politiche attuate dalla BCE e, sommessamente, esprimere dubbi sulle linee strategiche sulla moneta che attua.
Noi “cittadini semplici” delle suddette azioni ne vediamo, subiamo, gli effetti.
Un esempio su tanti, le rate dei nuovi mutui a tasso fisso sono destinate a raddoppiare nel corso del 2023, mentre quelle dei mutui a tasso variabile dovrebbero salire del 55-65%.
Incrementi che avvengono mentre i salari rimangono stabili, il costo della vita cresce senza tregua, la raccolta delle banche si riduce giorno dopo giorno, la produzione industriale in Italia diminuisce del 7,6%, gli investimenti in ricerca si attestano su un numero insignificante pari a un più 0,2% rispetto al 2022 con una inflazione al 8,3%.
A questo punto solo una domanda: cui prodest?
Per chi vuol far finta di non cogliere la retorica della domanda ricordo che “cui prodest” è una “locuzione latina utilizzata nel discorso come elemento retorico per domandarsi chi sia l'effettivo beneficiario di una determinata azione”
Qualcuno risponderebbe, altrettanto retoricamente, “ehhhh saperlo …..”
Ignoto Uno
19/06/2023