Il diritto alla
spiegazione…
un nuovo diritto soggettivo collettivo.
Nel corso di una lezione in Ateneo, nel riflettere con gli studenti sulla rilevanza dei diritti soggettivi e delle libertà, coniugando fra i diritti soggettivi assoluti il diritto alla vita, il diritto al nome, il diritto alla privacy, il diritto alla felicità, il diritto alla salute, il diritto soggettivo allo sport, i miei stessi ragazzi hanno coniugato il diritto soggettivo collettivo alla spiegazione.
Nasce spontaneamente un nuovo diritto e con esso si rende ancor più manifesta la volontà dei nostri giovani di voler essere titolari di diritti, chiedendo la difesa di quelli esistenti ed il riconoscimento dei nuovi.
Rivendicare un diritto, il più scontato ma il più dimenticato oggi…il diritto alla spiegazione…che ben può intendersi come diritto alla verità, ma anche come diritto ad avere un ambiente di studio sereno, di coerenza didattica, impone il dovere di spiegare la nascita e le origini della nostra meravigliosa Costituzione della Repubblica italiana, dando lettura dell’art. 13 della Costituzione, che postula l’inviolabilità della più importante libertà: la libertà personale, per poi evocare a gran voce la libertà di espressione, come libertà di pensiero unito alla sapiente conoscenza.
Verità….conoscenza…..diritti inviolabili che impongono un pari “diritto alla spiegazione”.
Dalla Regola francescana, all’anima ed allo spirito della legge, rileggendo la straordinaria monografia del 1994 del Preg.mo e caro Prof. Vittorio Frosini, intitolata “ La lettera e lo spirito della legge”, scritta per riflettere sui presupposti dottrinari dei giuristi, è giunto il tempo della riflessione sull’interpretazione della legge scritta, ma ancor più sullo spirito della legge per risalire allo spirito dell’ordinamento giuridico italiano.
I nostri giovani, araldi puri nella costruzione di una coesistenza di verità, devono essere riconosciuti come soggetti attivi del cambiamento e titolari di diritti, non solo in senso formale ma ancor più sostanziale.
Ed è proprio rileggendo l’opera di Charles Secondat, barone di Montesquieu, De l’esprit de Lois, che il rapporto tra la legge e la capacità di resistenza nella collettività impone la coniugazione e la tutela della dignità dei diritti.
Come può, quindi, riconoscersi e tutelare il diritto alla spiegazione, il diritto alla verità, come grido dei nostri giovani nella rivendicazione della loro esistenza allorquando le stesse università italiane sono esse stesse negazione della spiegazione?
Il diritto - ius, non è solo l’elemento aggregatore della collettività, ma deve esserne il principio etico assoluto.
Credo che si debba essere esempio e nell’azione silenziosa saper ascoltare la lettura della nostra Costituzione dalla voce tremante di un giovane studente che si sente fiero di poter dire “ grazie per aver scritto la Costituzione della Repubblica italiana anche per me”!
Insegniamo la meraviglia della conoscenza ai nostri giovani legittimandoli come difensori autentici del nuovo diritto alla spiegazione.
Paola Di Salvatore
05/03/2022