27 Gennaio...
"Giorno della
Memoria"
Avrei voluto scrivere per ricordare...
Ma preferisco lasciare lo spazio a chi riporta alla memoria la storia della Nave con il nome Exodus... Con le Sue Riflessioni.
Ettore Lembo
Oggi 27 gennaio è il “giorno della memoria”
Mai come in questi momenti bui nella nostra strana Europa, ed ancor più strana Italia, senza memoria credo sia indispensabile “ricordare”.
Io desidero farlo riportando alla memoria di tutti una nave che passò alla storia con il nome di Exodus.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale circa 200.000 ebrei erano rimasti nei campo di concentramento in Austria e In Germania. Molti di loro volevano andare in Palestina, territorio allora sotto il controllo del Regno Unito.
La President Warfield era una nave costruita nel 1927 come imbarcazione da diporto negli Stati Uniti, e poteva trasportare 400 passeggeri.
Il 21 settembre 1942 l’organizzazione clandestina ebraica Haganah prese il controllo della nave con al comando il capitano Yitzhak Aronowitz detto “Ike” ed il 6 giugno del 1944 partecipò allo sbarco in Normandia affianco alle truppe statunitensi.
Alla fine della seconda guerra mondiale la nave fu acquistata da una società statunitense del Haganah per essere utilizzata per il “Aliyah Bet”, il progetto di emigrazione verso la Terra Promessa, la Palestina Britannica.
Mentre la President Warfield attraversava l'oceano Atlantico, Haganah con oltre 160 camion trasferiva gli ebrei sopravvissuti dai campi di concentramento verso il sud della Francia ed in Liguria ove fra il 10 aprile 1946 ed il 25 aprile la nave li imbarcò nei porti di Marsiglia e di La Spezia.
Furono imbarcati 4.512 passeggeri di cui 1 282 donne e 1 672 tra bambini e ragazzi, gli stessi che l’11 luglio 1947 intonarono Hatikvah canzone che sarebbe diventata l'inno di Israele
La nave, sempre seguita dalla flotta britannica, era capitanata da Yossi Harel che il 17 luglio ne cambiò il nome in Exodus ed alzò quella che poi divenne la bandiera israeliana con la stella di David.
Alle 2 del mattino del 18 luglio gli inglesi contattarono la Exodus per cercare di convincere il capitano a interrompere il viaggio verso la Palestina e, vistala ignorata, la speronò.
Gli ebrei si difesero ma, quando i britannici iniziarono a utilizzare le armi da fuoco, il capitano Harel decise di arrendersi per evitare ulteriori vittime.
Le persone a bordo vennero fatte prigioniere e segregate nuovamente, in campi di concentramento a Cipro e successivamente riportati in Francia via nave ove giunsero il 29 luglio.
Il consiglio dei ministri del governo francese decise che non avrebbe costretto i clandestini a sbarcare.
Furono solo 138 coloro che sbarcarono, la grande maggioranza dei passeggeri decise di rimanere a bordo dichiarando che la loro unica volontà era quella di raggiungere la Palestina.
Il governo britannico provò l’ultima spallata per impedire l’arrivo della nave nella Terra Promessa dando un ultimatum ai passeggeri, li avrebbe trasferiti in Germania.
I Britannici la denominarono Operazione Oasis, si concluse con lo sbarco forzato dei passeggeri ebrei.
I clandestini sbarcati vennero caricati su dei treni e divisi, ancora una volta, in due campi di concentramento ove i britannici arrivarono a dimezzare le razioni di cibo ed a disattivare i riscaldamenti per piegarli e costringerli a rinunciare alla Terra Promessa.
Nulla li piegò ed, infine, vi arrivarono.
Il comandante Yossi Harel, nato Yosef Burger, vide nascere lo Stato di Israele e morì il 26 aprile 2008 a 90 anni.
Visse da uomo libero, una libertà prima agognata e, poi, conquistata.
Egualmente le migliaia di persone che salirono su quella nave, simbolo storico della volontà di un popolo.
Oggi, noi italiani tutti, qualsiasi sia la nostra professione religiosa e ideologia politica, viviamo un momento strano ove, incredibilmente, negli ospedali si operano alcuni e non altri. Diritti fondamentali vengono limitati ad alcuni e non ad altri.
Gli “altri” tacciono non capendo che potranno, magari un giorno, divenire parte degli “alcuni”.
Sarò chiaro, non permetterò ad alcuno di strumentalizzarmi, la Shoah non ha nulla a che vedere con le leggi mal fatte del’Italia di oggi per combattere la pandemia COVID. Questo deve essere, ed è, chiaro a tutti.
Diverso il messaggio che quel valoroso comandante e quegli intrepidi e testardi ebrei provenienti da campi di sterminio ci devono dare.
Per le proprie idee, valori, si combatte con determinazione da un lato e rispetto della vita dall’altro.
La vita di tutti, anche degli avversari, in alcuni casi addirittura dei nemici.
Per le proprie idee si combatte, si soffre, si accettano privazioni fino al raggiungimento del proprio obiettivo.
Per le proprie idee ci si unisce anche quando si hanno diverse opinioni, si cerca la sintesi per fare gruppo.
Ecco questo fece il popolo di Israele ed, oggi, ha la sua terra promessa.
Seppe soffrire, dimostrò caparbietà e determinazione, fu patriota ed, infine, trovò alleati che li aiutarono a piegare la determinazione britannica ad impedire che la Terra Promessa fosse loro consegnata.
Oggi, dopo settanta anni di conflitti in medio oriente non si è ancora risolta la altrettanto drammatica questione palestinese.
Alcuni Stati degli Emirati, grazie alla mediazione del presidente statunitense Trump, hanno aperto relazioni diplomatiche formali con lo Stato di Israele. Era un inizio per superare ogni elemento di criticità e portare la pace in quella terra martoriata ed a tutti i popoli che vi vivono.
Poi …….
Oggi viviamo il timore di una nuova guerra nella nostra Europa
Il “giorno della memoria”, la storia della Shoah, il comandante Harel ci aiutino tutti a ricordare che la pace si difende …. ricordando per l’appunto.
Ignoto Uno