Un caso di
burocrazia italiana
Motorizzazione civile italiana, via Laurentina a Roma, ore 10.30 del 22 settembre due giovani ventenni entrano in un salone con sei sportelli aperti e solo cinque utenti presenti, prendono un numero, aspettano di essere convocati ad uno sportello, al loro turno provano a chiedere alcune informazioni su come si può conseguire la patente di guida.
La risposta ha del paradossale: le informazioni le forniamo allo sportello solo il lunedì, mercoledì e venerdì, dovete tornare domani o cercarle su internet.
Non credo che servano commenti.
Io, “cittadino semplice”, mi chiedo perché non si riesca a fare esami per prendere una patente senza passare per una scuola guida.
Mi chiedo perché lo Stato sbatta i suoi cittadini verso il privato per poi urlare la “centralità del servizio pubblico”.
Mi chiedo perché questa nostra amata Italia abbia un servizio pubblico RAI così scadente e senza cultura, mi chiedo perché la sanità pubblica non abbia standard e, spesso, sbatta i malati disperati verso la sanità privata, mi chiedo perché si parli tanto di diritto allo studio e di centralità della scuola pubblica e, poi, si debba prendere atto che appena ci si allontana un po’ dai capoluoghi non si abbiano reali possibilità di scelta sul percorso di studi che il giovane desideri seguire appena finita la scuola media, mi chiedo perché gli asili nido pubblici sono così insufficienti e molto più fruibili da parte degli extracomunitari piuttosto che dai bambini italiani a prescindere dal reddito delle famiglie.
Io, “cittadino semplice”, mi chiedo quando questa dittatura della burocrazia lascerà spazio ad una Italia concreta e leale con i propri cittadini ……. non sudditi.
Oggi si vota ….. io protesterò nell’urna vergando “Non nel mio nome”, ma andrò all’urna perché sono un cittadino e non un suddito.
Ignoto Uno
25/09/2022