CONTROLLARE
L’ENERGIA ATOMICA…
SOLO APPARENZE?
Mentre ci troviamo bombardati da notizie filo-ucraine, a sentire il termine “nucleare” subito alziamo il livello d’attenzione. Ma siamo sicuri si tratti di un vero e proprio rischio? Oppure è l’ennesimo tentativo di fare scalpore?
Ci siamo forse abituati al conflitto russo-ucraino? Siamo forse diventati più tranquilli e ce ne preoccupiamo di meno, vedendolo ora come molto più regolare e monotono? Per alcuni cittadini la risposta sarebbe affermativa, mentre per altri, interessati ad analizzarne attentamente gli svolgimenti, rimarrebbe ancora una buona dose di dinamismo. In ogni modo non possiamo negare questo: se introduciamo il termine “nucleare” all’interno del discorso, l’italiano, o per meglio dire l’occidentale medio, muterebbe completamente il suo atteggiamento e si porrebbe più in guardia, mosso da una parola così forte che, riportandolo con la mente a certi eventi storici del passato, ancora lo indurrebbe alla paura al giorno d’oggi.
Abbiamo visto, in questi mesi di conflitto, come i russi abbiano tentato varie volte di lambire le centrali nucleari dell’Ucraina non tanto a fini militari pratici, quanto piuttosto con veri e propri obiettivi psicologici volti a suscitare reazioni a livello mondiale per l’entità e la pericolosità di ciò a cui si approcciavano con fare da vincitori. Il cittadino medio, a leggere una delle tante notizie in cui viene riportato che i russi circondano, occupano, attaccano una centrale nucleare, comincia a pensare a Chernobyl, alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, e via discorrendo, senza necessariamente un filo logico, mentre il tutto è dettato dalla semplice paura che gli viene indotta.
Proprio in questi giorni sta facendo notizia la cosiddetta Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), una squadra della quale visiterà la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia da mercoledì 31 agosto a sabato 3 settembre: lo ha detto il direttore dell'Aiea, Rafael Grossi, secondo quanto riporta il Guardian. Come scrive proprio mercoledì una nota testata giornalistica italiana, “un convoglio di auto della missione dell'Aiea [...] si è diretto verso la centrale nucleare di Zaporizhzhia a Energodar, secondo testimoni citati da media internazionali”. Come continua la stessa fonte, facendo il punto sull’aspetto cronologico, “il più grande impianto nucleare d'Europa è nelle mani dell'esercito russo dall'inizio di marzo e da diverse settimane è bersagliato dai bombardamenti, con le parti in conflitto in Ucraina che si accusano a vicenda dei raid”.
Spiega la medesima agenzia italiana che “l'Aiea prevede di istituire una missione permanente nella centrale nucleare di Zaporizhzhia: lo ha detto il direttore [...] Rafael Grossi, secondo quanto riporta la Tass”. In precedenza le potenze industrializzate del G7 hanno infatti chiesto “l'accesso senza ostacoli al personale dell'organismo di controllo atomico dell'Onu diretto alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, [... che] deve essere in grado di accedere a tutti gli impianti nucleari in Ucraina in modo tempestivo e sicuro e senza impedimenti”. Così si legge in base a quanto affermato in una nota dal gruppo dei direttori della non proliferazione del G7.
Secondo quanto propagato da fonti ucraine, addirittura dal Ministro degli esteri Dmytro Kuleba, in visita a Stoccolma, “la missione dell'Aiea è la più difficile nella storia dell'organizzazione a causa dei combattimenti nelle vicinanze [...], ma anche per il modo sfacciato con cui la Russia sta cercando di legittimare la propria presenza". Russia la quale si dice invece pronta a garantire la sicurezza degli ispettori dell'Aiea, come si evince dalle parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe.
E nel frattempo cosa fanno i nostri governanti, in sintonia con le fonti di propaganda mediatica che più di tutte riescono a fare presenza nelle nostre case? Forse rassicurano l’ascoltatore, il lettore, sul fatto che, in una guerra moderna, azioni intorno al nucleare sono completamente normali e non necessariamente precipitano in effetti catastrofici, i quali ne danneggerebbero prima di tutto gli autori? Forse invitano a non additare i russi come folli scatenati che giocano col fuoco intorno al nucleare, spiegando che loro per primi verrebbero travolti da una loro imprudenza? Queste domande le rivolgiamo a voi, italiani, nessuno escluso: chiedetevi in che modo la propaganda condiziona le vostre idee e la vostra visione del mondo, restate attenti al modo in cui vi vengono trasmesse, in maniera filtrata, le notizie intorno a voi, e tentate quanto più possibile di essere più protagonisti che spettatori nel vostro arricchimento.
Boris Borlenghi
01/09/2022