Ridateci Trump
Il 24 marzo, dopo anni di rumori nei salotti che sanno ascoltare i rumori più profondi, Deutsch Bank ha subito il primo reale momento di crisi in borsa di questo millennio.
Nella settimane precedenti abbiamo visto crollare tre banche in Stati Uniti ed il Credit Suisse in Svizzera.
Il ministro Giorgetti, lo stesso che con protervia per anni ha indirizzato Alitalia nelle mani di Lufthansa e che oggi deve vedere ITA Airways ridotta a qualcosa di lillipuziano dopo che i contribuenti italiani hanno, loro malgrado, dovuto vedere svariati miliardi di euro delle loro tasse buttati nel “salvataggio” di quella che fu la Compagnia di Bandiera, proprio quel ministro Giorgetti da continui segnali di ottimismo sul sistema bancario italiano.
Oggi la parola che va di moda è “resiliente”, la usa la banchiera centrale Lagarde e il Governatore della Banca Centrale italiana, Visco.
Speriamo sia vero.
Nel frattempo alcuno dati sembrerebbero definire una italia sempre più in difficoltà.
Confindustria proprio in questi giorni ha definito “modesta” la crescita del Bel Paese ed ha alzato serie perplessità sulla politica dei tassi che sta perseguendo la BCE.
La crescita del PIL, infatti, si attesterebbe al +0,4%, praticamente “piatta”.
Questo, abbinato al dato che l’inflazione supera l’8% e quella dei beni di più largo consumo vola ben oltre le due cifre, non è assolutamente una bella notizia per le famiglie italiane.
Confindustria dichiara che questo dato è dovuto ad un effetto di “trascinamento dal 2022” e dichiara che per il 2024 è attesa una crescita del +1,2%.
Gli italiani potrebbero rispondere “intanto arriviamoci, poi vedremo cosa troveremo”.
Il 2024, sempre secondo il centro studi di Confindustria, vedrebbe una ripresa grazie al rientro dell'inflazione, alla politica monetaria meno restrittiva e alla schiarita nel contesto internazionale.
Tre elementi di certezza che solo il Centro Studi di Confindustria, certamente fornito di grandi studiosi e di informazioni riservatissime, può avere la possibilità di ritenere così probabili da essere elemento su cui basare una ripresa economica del nostro amato Paese.
Al contempo lo stesso Centro Studi dichiara che si “aspetta un secondo semestre dell'anno in rallentamento”.
Fatto facilmente riscontrabile già oggi attraverso i dati della produzione manifatturiera, produzione che storicamente traina tutta l’economia italiana, che evidenziano, appunto, che il rallentamento è già in atto.
Oltretutto gli analisti ci informano che tutti i dati denotano che i PIL sia dell'Eurozona che degli Stati Uniti nel 2023 stanno rallentando.
Al contrario della Cina e dei Paesi emergenti che sono in una chiara fase di ripartenza. Rilancio che apparirebbe molto forte.
Alcuni altri dati di questi giorni aumentano le preoccupazioni sul futuro del sistema socio politico economico italiano.
L’INPS dichiara che i licenziamenti sono aumentati del 41%, allo stesso tempo Unioncamere dichiara che nella nostra amata Italia le società attive negli ultimi dieci anni sono diminuite di 130 mila unità, pari ad una riduzione del 20%.
Per non farci mancare niente, la stessa Unioncamere sottolinea che solo l’8,7% delle imprese attive in Italia vede azionisti con una età entro i 35 anni. Dato che rende plastico il fatto che in Italia mancano le condizioni che permettano ai giovani di intraprendere ed una nazione che non produce nuovi imprenditori è destinata a morire.
Letti questi dati noi “cittadini semplici” facciamo una certa fatica ad appassionarci a tematiche quali l’utero in affitto, le adozioni mono genitoriali, il fatto che vi sono 23 minori in carcere a causa di un genitore arrestato.
Temi più o meno rilevanti , ma che non dovrebbero essere argomenti pressoché unici nella comunicazione politica italiana.
Vi è, ultima ma prima, la guerra in territorio ucraino.
Non credete che, sempre nel leggere questi dati, sia arrivato il tempo di verificare se le politiche per riportare pace e stabilità in Europa, comprese le sanzioni, potrebbero essere riviste?
In fondo gli elettori italiani hanno dato tanto consenso a Fratelli d’Italia ed alla Premier Meloni proprio perché dichiarava di voler rappresentare una discontinuità con il passato.
Ad oggi noi “cittadini semplici” non la stiamo vedendo.
Vediamo, al contrario, assai bene il fatto che il mondo intero durante l’era Trump viveva in prosperità.
Quel Trump che oggi vogliono processare perché, il condizionale è d’obbligo, avrebbe, attraverso un avvocato, dato 130mila dollari ad una pornostar nel 2016 per non farle dire che nel 2006 la aveva “conosciuta”.
I “cittadini semplici” preferirebbero veder processare coloro che si sono arricchiti con il COVID.
Non solo in Italia, soprattutto in Stati Uniti ed in Europa.
Di questo, però, i media non parlano.
Ignoto Uno
26/03/2023