BILANCIO PONTIFICATO DI FRANCESCO - ETTORE LEMBO NEWS

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Un primo provvisorio bilancio del pontificato di Francesco,
Papa sconvolgente e forse “troppo” innovativo.

Questo articolo de “Il Credente” ci porta a considerare alcuni degli aspetti più caratteristici della guida di Papa Francesco nei suoi dodici anni di pontificato. Dietro lo pseudonimo de “Il Credente” si cela un operatore cattolico che si annovera tra coloro che vorrebbero che i fedeli “tradizionali” non venissero emarginati come invece sta succedendo in questi anni.
Naturalmente, ci auguriamo che quando questo articolo uscirà il Papa abbia ripreso condizioni di salute più tranquillizzanti e che sia dichiarato fuori pericolo.
Tuttavia non possiamo esimerci dal tracciare, a questo punto del suo pontificato che dura da dodici anni, un bilancio per valutarne la portata sia spirituale, sia di governo della Chiesa, sia di rapporto tra la stessa Chiesa cattolica e il mondo.
E’ stato un Papa “divisivo”, su questo non c’è alcun dubbio. Molti lo amano, specie “a sinistra”, intendendo nella “sinistra cattolica” come pure nella sinistra intellettuale, dei quotidiani e delle tv mainstream di qua e di là dall’oceano. Non per niente appena nominato è stato intervistato tre-quattro volte di seguito da quel “maestro” del pensiero progressista che era Eugenio Scalfari. Cosa buffa era che Scalfari mandava le sue risposte “a memoria” e quindi stendeva l’intervista di testa sua, attribuendo a Francesco frasi scioccanti, del tipo che l’inferno è vuoto, che Dio è misericordioso e perdona tutto, con buona pace del Vangelo dove si afferma che per i cattivi c’è in attesa un posto dove per l’eternità ci sarà “sangue e stridor di denti” e dove ci sarà – appunto – “il castigo eterno”.
Un Papa che sin dalle prime battute ha voluto sconvolgere l’immagine “conservatrice” del papato fino ad allora presente a livello mondiale. Questa volta appariva sul proscenio della storia terrena un successore di Pietro “sinistrino” (sua auto-definizione), pro-migrazioni di massa senza limiti e senza barriere che li debbano fermare, pro-anomalie sessuali e comportamenti immorali quali l’amore nelle coppie dello stesso sesso (per loro è stata varata una apposita “benedizione” che ha suscitato scandalo mondiale), pro-adulterio dove è arrivato a prevedere l’assoluzione sacramentale per le coppie conviventi irregolari fino ad allora escluse dalla Comunione sacramentale.
Infatti ha caratterizzato il suo invito agli uomini non tanto sulla necessità della conversione, del cambiamento di vita, del pentimento e della assoluzione sacramentale; bensi – tanto per fare un esempio tra i più clamorosi – sul mantenimento del proprio comportamento peccaminoso, come nel caso degli omosessuali attivi e dei trans altrettanto “attivi”, dicendo loro che “Dio vi ama così come siete”.
Insomma, è stato un Papa sorprendente e capace di scandalizzare la mente e il cuore dei fedeli più tradizionali, quelli che da sempre si erano sentiti dire che dei peccati, specie quelli mortali, bisognava prima vergognarsi, senza sbandierarli come “diritti”; poi pentirsene, andando a confessarsi e col proponimento di non commetterli più; e infine, mostrando di volere ed essere davvero orientati a cambiare vita assumendo le virtù di fondo della vita “in grazia di Dio”.
Francesco ha mostrato inoltre una  singolare e scandalosa acredine verso i cattolici “tradizionalisti”, specie quelli che amavano e amano le messe in latino, le liturgie antiche, gli abiti talari dei secoli scorsi, i prelati e i sermoni duri ed esigenti, le religiose dedite alla clausura più pesante: verso questa categoria di cattolici, se vogliamo un po’ “estremisti” ma di certo non affatto pericolosi per la Chiesa, anzi spesso capaci di suscitare numerose vocazioni tra i ragazzi e le ragazze in cerca di valori “forti”, il Papa si è rivelato molto castigante. Ha sciolto ordini e congregazioni, ha vietato le messe in latino (curiosamente continuando lui invece a recitare preghiere nella lingua di Cicerone), ha perseguitato e rimosso vescovi e parroci che sostenevano pubblicamente questi comportamenti liturgici non affatto contrari al sano culto verso Dio.
E che dire della sua “ossessione” pro migranti da accogliere, salvare, promuovere e integrare ad ogni costo e con ogni numero di loro che arrivasse nel nostro suolo, a dispetto anche del fatto che spesso si tratta di persone di fede islamica, per nulla intenzionate a convertirsi e ad abbracciare la fede in Cristo? Andando contro ogni logica, è sembrato che per Francesco fosse più importante aprire le porte ai barchini e barconi piuttosto che annunciare la fede in Cristo a coloro che invece invocano il Dio dei musulmani e quando accoltellano noi infedeli (come sta capitando troppo spesso in giro per il mondo) lo fanno urlando “Allah Akbar”.
Possiamo ancora citare la sua predilezione per gli esponenti dei partiti “democratici” (leggasi di sinistra) in giro per il mondo, piuttosto che verso i conservatori da lui qualificati spesso come “non cristiani”. Francesco si è espresso nei loro confronti denigrandoli  perché chiedono frontiere chiuse, attenzione a difendere i valori e le identità nazionali e culturali dei popoli, politiche di integrazione molto precise e selettive, la difesa della famiglia tradizionale a dispetto dell’ondata “gender” che dichiara che i sessi non sono due (maschio e femmina). In sostanza si è accodato alle teorie che ritengono che oltre alle persone “binarie” (uomo-donna) ci sono gli LGBTQ+ cioè una lunga serie di identità sessuali in una sorta di delirio distruttivo del biblico “maschio e femmina li creò”.
Non a caso il Papa ha più volte accolto e abbracciato esponenti “dem” sostenitori dell’aborto e ha invece bollato come non cristiani leaders mondiali che difendevano la vita e la famiglia tradizionale.
Insomma, abbiamo avuto (e abbiamo ancora) un Papa capace di “scandalizzare” i cattolici che fondano la loro fede su un annuncio cristiano dove si dica “sì sì – no no” come insegna il Vangelo. Per lui valeva insieme al sì e al no anche il “ma anche”: ma anche gli adulteri, ma anche i rivoluzionari di sinistra, ma anche gli omosessuali attivi, ma anche i trans, ma anche i dittatorelli degli stati produttori di droghe che invadono il mondo, ma anche i vescovi che vogliono le “donne vescove” …
Cosa dire di Francesco, cercando di lasciarci alle spalle quel certo sentimento di scandalo e di lontananza che ha suscitato in molti?
Chiaramente una cosa: solo Dio può giudicare lui, come solo Dio giudicherà ciascuno di noi nel profondo delle intenzioni della coscienza. Tuttavia verso questo Papa molti hanno provato un certo senso di sconcerto, sentendolo quasi un corpo estraneo dentro una Chiesa abituata a difendersi da attacchi dall’esterno. Francesco invece a volte è parso attaccare lui la Chiesa dall’interno, colpendo preti e suore che avevano il solo difetto di voler pregare secondo gli insegnamenti tradizionali. Oppure colpendo cattolici impegnati nel sociale per difendere i confini e i valori delle più antiche e secolari culture nazionali.
Potrà forse essere che siamo stati di fronte a un Papa di frontiera, magari “troppo avanti” per poterlo capire e apprezzare. Però – almeno a nostro parere – si tratta di posizioni, le sue,  che risentono più di una sorta di livore verso il mondo occidentale, sentito come prevaricante e “capitalistico”, quindi da colpire e condannare come non buono. Non dimentichiamo che il Papa è figlio di una famiglia piemontese di migranti poveri e che è vissuto poveramente in Argentina nei suoi primi anni di bambino e di giovane. E quindi potrebbe non avere mai del tutto superato questo complesso di ostilità verso l’ Occidente “ricco” dal quale si sentiva escluso.
Concludiamo dicendo che il Papa è “Pietro” e quindi va rispettato sempre, perché non conosciamo i disegni di Dio sulla Chiesa e sul mondo. Però questo non ci esime dalla libertà di osservare certi eccessi e certi comportamenti che Francesco ha avuto e che differiscono in maniera molto evidenti dagli stessi comportamenti dei suoi due predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, verso i quali la memoria e l’affetto popolare sono ben più radicati ed evidenti.
Il Credente
24/02/2025
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