NATO O DIFESA EUROPEA... CHI PAGA? - ETTORE LEMBO NEWS

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NATO O DIFESA EUROPEA... CHI PAGA?

I trentuno Stati aderenti alla NATO hanno, in termini aggregati, investito nelle forze armate il 1,8% del PIL nel 2022.
Questo viene presentato all’opinione pubblica come un sostanziale rispetto dell’accordo sancito nel 2014 in Galles.
Esso prevedeva che i singoli Stati membri investissero nella difesa il 2% del loro PIL.
I due numeri non parlano fra loro e, a dire il vero, si fa anche assai fatica a comprendere come sia stato calcolato quel 1,8%, ancor più escludendo dal calcolo gli Stati Uniti.
Stato che in spesa per la difesa investe 876.943.200.000, pari al 3,45% del PIL, numero che sposta in alto il calcolo complessivo degli investimenti ma che dimostra, ulteriormente, se inserito nel calcolo, come molti Stati membri facciano i “furbi” e scarichino sugli americani i loro costi per tutelare i loro confini.
Alcuni esempi di Stati UE27 per aiutarci a comprendere la sproporzione.
La Germania ha investito nel 2022, ultimo dato noto, in armamenti 55.759.747.827 pari al 1,39% del PIL, la Francia 53.638.748.769 pari al 1,94%, la Spagna 20.306.570.633 pari al 1,47%.
Dati assai facilmente riscontrabili con una banale ricerca sul web da fonti ufficiali.
L’Italia, sempre nel 2022, dichiara di aver speso in armamenti 33.489.705.251.
Una ulteriore suggestione per confutare la mia tesi che i membri della NATO, ancor più gli europei assai preoccupati dal confine russo, abbiano amato dal 2014 ad oggi scaricare una importante quota delle loro responsabilità di difesa sugli USA potrebbe essere questa.
Gli Stati Uniti spendono in difesa circa 2.617 dollari per abitante, la Germania, la nazione con più abitanti d’Europa, 670 euro, l’Italia 567 euro circa.
Numeri che parlano!
A fronte di questi dati leggiamo che il Premier polacco, Donald Tusk, in risposta alla provocazione del Presidente Trump sulla NATO, ha dichiarato che è necessaria “una nuova Nato accanto alla vecchia”.
Affermazione per nulla banale che può avere molte interpretazioni ed altrettante diverse soluzioni ma che, certamente, apre ad un percorso di superamento dell’attuale Nato.
Organizzazione molto agognata da tanti militari italiani soprattutto per gli interessanti stipendi esenti dalle tasse nazionali.
Il Segretario Generale della stessa NATO, Jens Stoltenberg, dopo le affermazioni di quel cattivone di Trump e le elucubrazioni di Tusk, si sta agitando assai.
L’ultima sua dichiarazione è che “diciotto dei trentuno Stati aderenti alla NATO nel 2024 raggiungeranno l’obiettivo di investire in spesa per armamenti il 2% del PIL”.
Fino al 2023 erano undici, dal 2014 dovevano essere trentuno a causa dell’accordo firmato fra i capi di Stato in Galles.
Tanto per raccontarla tutta nel 2014 l’obiettivo lo raggiunsero solo in tre, ed uno dei tre erano proprio gli Stati Uniti d’America che, già allora, erano quelli che chiedevano agli altri Stati membri di investire maggiormente in difesa.
Mi chiedo quanto sia facile vivere firmando accordi senza rispettarli?
Mi chiedo se chi pretende il rispetto degli accordi sia “pazzo” o sia uno “serio”?
Ognuno si dia la propria risposta e si domandi, almeno io me lo chiedo, come si possa essere sicuri nei nostri confini senza una forza armata che possa seriamente dissuadere da azioni offensive contro i nostri confini.
Allo stesso tempo mi chiedo con quali soldi l’Unione Europea intenda creare una seria forza armata comune dati gli, assai preoccupanti, dati che non ultimo pochi giorni fa il Commissario Europeo Gentiloni ha fornito sull’andamento economico dell’Unione Europea.
La UE27 ha una estesa pari a circa 4milioni di kmq su cui vivono 447 milioni di persone. L’estesa Statunitense è di circa 9 milioni su cui vivono, questo il dato ufficiale, 331 milioni di persone, c’è chi ritiene 335 milioni.
I numeri parlano sempre e, soprattutto, riducono assai lo spazio alle chiacchiere.
La NATO è strategica all’Unione Europea perché le permette di investire molto meno in spesa in armamenti.
Allorquando, però, si fa pagare ad altri il conto della nostra sicurezza ed allo stesso tempo si strizza l’occhio all’avversario di chi ti protegge, per esempio alla Cina, quando dovesse arrivare alla Casa Bianca quel “cattivone” del Presidente Trump è molto facile credere che presenterà il conto.
Non perché ha lanciato una “provocazione” in campagna elettorale, banalmente perché non sembra aver voglia di farsi prendere in giro.
Un conto assai salato.
Ignoto Uno
19/02/2024
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