Dalla “propaganda”
alla “saggezza”
Il Programma di Finanza Pubblica per il 2022 votato l’ottobre scorso fissava a 4,7% la crescita del PIL in base annua.
Ad alcuni sembrava un obiettivo ottimistico, non si vedevano infatti azioni di governo forti e concrete atte ad un rilancio stabile del sistema industriale italiano. Poco o nulla per il rilancio strutturale di interi settori industriali, tantomeno dell’agricoltura. Nulla di reale sulla ristrutturazione del sistema delle procedure burocratiche, con relativi tagli di costi per le imprese e le famiglie sia in termini reali che in termini di tempo dedicato. Niente su una riduzione del peso fiscale per le imprese e per le famiglie, anzi una ristrutturazione del catasto che, se corretta da un lato, nasconde chiaramente una futura patrimoniale ancora più impegnativa per i proprietari dei beni immobili. Oltre le tante parole sul PNRR una azione di governo ingessata su mille rivoli di finanziamenti a pioggia e la eccessivamente citata azione del 110% nel settore edile. Azione questa i cui effetti sul comparto li potremo capire solo fra qualche anno allor quando lo stesso sconterà gli eccessi di domanda di questo periodo. Comparto che, paradossalmente, vede il fallimento della stragrande maggioranza delle industrie che producono in Italia prodotti per le forniture in edilizia in quanto non in grado di battersi ad armi pari con i competitori provenienti dall’estremo oriente in particolare per il costo dell’energia elettrica, oggi insostenibile per le imprese italiane, e per un numero in continua crescita di norme, addirittura in contraddizione fra loro, che ne rendono impossibile la presenza producendo in Italia.
La triste conclusione di tutto questo è che, anche l’attuale esecutivo osannato dai media italici, non spicca per fatti concreti e percepibili da noi “cittadini semplici” ma avvezzi alla maieutica e non alla omologazione.
Impossibile, inoltre, non menzionare le politiche eccessivamente rigide in ordine a quella che alcuni si ostinano a definire pandemia da COVID tuttora presenti in Italia.
Politiche che si sono dimostrate molto utili a qualcuno per modificare la struttura dei comportamenti sociali delle persone con il risultato che la funzione dei consumi interni ha subito una triste involuzione a cui si è abbinato un vorticoso aumento dell’inflazione.
Elemento che sta impattando in modo drammatico sui costi delle famiglie e, ancor più drammaticamente, sul tasso passivo del costo del denaro e degli interessi sul debito pubblico italiano.
In questo scenario si inserisce la guerra in Ucraina. Guerra che una narrazione a senso unico vede come indispensabile per fermare il nuovo Hitler, quel cattivone del Presidente Putin.
Guerra funzionale ad alcuni per destabilizzare i ceti medio borghesi europei sulla pelle del popolo ucraino. Fra questi certamente quella parte di Stati Uniti che appoggiano le politiche del Presidente Biden.
La prima conseguenza di tutto questo nella nostra amata Italia è che alla fine di marzo, primo trimestre 2022, la previsione di crescita del PIL è già precipitata dal 4,7% al 3% con un tendenziale facilmente prevedibile verso dati ulteriormente peggiorativi della, già allora probabilmente ottimistica, previsione al 4,7%.
Come le leggi macroeconomiche hanno insegnato a chi ha avuto la sventura di dedicare del tempo a comprenderle, un PIL in vorticosa discesa abbinato ad una inflazione in altrettanto vorticosa crescita sta riducendo in modo estremamente preoccupante il numero degli occupati a tempo indeterminato.
Esclusivamente abili giochi di comunicazione basati su regole di calcolo degli occupati, fortemente manipolanti del dato, permettono toni alle volte trionfalistici su una ripresa dell’occupazione.
Purtroppo gli occupati a tempo indeterminato continuano a decrescere e si può notare una crescita di micro partite IVA legate al lavoro autonomo. Fortemente percepibile, inoltre, l’altrettanto preoccupante incremento del lavoro sommerso.
Chi ha ritenuto più interessante abbandonare a loro stessi gli “opinionisti” e ritiene più utile all’analisi compulsare gli esponenti delle categorie datoriali e dei corpi sociali intermedi non può che prendere atto di una forte crescita di preoccupazione per il futuro del sistema sociale ed economico italiano da parte degli stessi. Egualmente può cogliere una significativa delusione sia per l’azione dell’esecutivo sia per la capacità dei partiti presenti in parlamento di stimolare in modo concreto, responsabile e non demagogico l’azione del governo.
Partiti quasi sempre silenti in ordine ai profondi problemi della nazione e propensi ad una totale omologazione a certi pensieri sovra nazionali dominanti.
Difficile trovare un reale pensiero critico in questa Italia. La “paura” domina sulla “libertà”. L’individualismo e l’egocentrismo dominano sull’aggregazione. Il risultato è un sempre maggiore senso di disagio da parte di molti.
Disagio che comprime le persone in un isolamento ed in un “silenzio” che ricorda tempi molto bui del nostro 900.
Le condizioni perché si ripeta quanto la storia ha costretto gli italiani a subire meno di un secolo fa sembrano in gran parte riproporsi.
Un ceto politico dominante portatore di un pensiero radicale di sinistra, una crisi economica da stato post bellico, assoluta mancanza di una opposizione reale e di una vera possibilità di alternanza democratica fra una azione politica radical socialista ed una cristiano liberale, un ceto burocratico ed istituzionale drammaticamente autoreferenziale, la pressoché assoluta mancanza di pensiero autonomo rispetto al cosiddetto “potere” dei corpi intermedi, pochissimo spazio di critica a tutto questo profonda ed autorevole sui media strategici.
Questa l’Italia che io, sempre “cittadino semplice”, vedo nello studiare dati ed andando in giro ed incontrando persone.
Solo una luce in questo grande buio. Tanti altri “cittadini semplici” che si iniziano a muovere, a cercare i loro simili.
Se sapranno trovarsi ed unirsi nascerà la condizione per un nuovo rinascimento culturale prima e risorgimento della nostra amata Italia dopo.
In altre nazioni questo inizia a vedersi con una certa forza.
Sia in Europa che negli USA ove il Presidente Trump, un’altro cattivone, sta unendo il popolo americano.
Presidente Trump che è portatore di antichi valori statunitensi quali il valore di Patria, di famiglia tradizionale, di merito, di ricerca del successo personale attraverso lo studio e l’impegno, di voglia di essere uniti e solidali.
Valori che sono stati da sempre alla base del grande sogno americano da anni massacrato da chi ha una idea degli Stati Uniti diversa. Una morale strana quella di questi portatori di una nuova cultura americana. Una morale “asimmetrica”. Una morale che accetta alcune stragi ed invasioni ma ne condanna aspramente altre. Una morale che permette di invadere altre Nazioni incolpandole di avere armi non convenzionali e poi non paga prezzi allorquando si evidenzia che non è assolutamente vero che quelle armi vi fossero.
Una America opposta a quella che stava costruendo il Presidente Trump. Uomo che non ha esportato la democrazia con le armi ma con il dialogo e gli accordi internazionali come ben si può vedere negli Accordi di Abramo fra Israele ed alcuni Paesi prima nemici in quell’area medio orientale.
Noi “cittadini semplici” sappiamo che l’Italia da sola potrà fare poco, per questo speriamo che uomini come Trump possano emergere ovunque ed unirsi per un nuovo sogno di libertà.
Noi “cittadini semplici”, in questa Italia devastata, possiamo solo cercare di incontrarci ed unirci per proporre valori antichi che, oggi, si stanno dimostrando ancora più nuovi e rivoluzionari….. sperando di scoprire un giorno, magari presto, di essere diventati una moltitudine.
Ignoto Uno
22/04/2022