VERSO IL "SINODO SULLA SINODALITA'" - ETTORE LEMBO NEWS

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Verso il “sinodo sulla sinodalità”
con Casarini (ong) tra cardinali e vescovi
Provate ad immaginarvi la scena un mese avanti: siamo in Vaticano, nell’aula dove dal 4 ottobre 2023 si sono aperti i lavori del sinodo dei vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. I “sinodali” rappresentano tutte le chiese cattoliche del mondo e i loro discorsi sono coperti dal segreto. Chi sono i presenti? Si tratta in tutto di 360 persone, di cui 264 cardinali e vescovi, 27 presbiteri e religiosi uomini, 25 religiose, 15 laici e 29 laiche. Sin qui, dunque, a parte lo strettissimo controllo sul pericolo di “fughe di notizie” perché il Papa teme “il chiacchiericcio” (in realtà non vuole contestazioni sui giornali), sembrerebbe quasi un normale raduno di ecclesiastici con l’aggiunta di qualche laico.
E invece, no!
Quel tal giorno – poniamo sia il 12 ottobre 2023 – chiede la parola uno dei rappresentanti laici con diritto di voto. Nome: Luca. Cognome: Casarini. Professione: capo della ong che “salva” migranti in  mare, la  “Mediterranea”. E che ci fa un (ex?) rivoluzionario, che aveva partecipato agli incidenti del G8 di Genova del 2001, ammesso a parlare tra cardinali e vescovi, suore e laici impegnati di tutto il mondo?
La risposta è che Casarini è stato invitato al Sinodo proprio dal “numero uno” della Chiesa: da Papa Francesco in persona, che – si sa – considera i migranti i nuovi eroi della società post-moderna, da accogliere indiscriminatamente, e guai a pensarla diversamente!
Quindi, uscendo dal sogno a occhi aperti e sperando che Casarini non prenda davvero la parola per insegnare ai vescovi come devono fare i “pastori”, ci chiediamo: ma cosa sarà davvero questo Sinodo?
Intanto, si tratta del “sinodo sulla sinodalità”, frase che complica le cose perché sottintende un pensiero ricorrente del Papa. Egli ritiene che la Chiesa gerarchica, fondata sull’autorità conferita da Gesù a Pietro (“... su questa pietra fonderò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa …”), sia una realtà da rivedere. Non più la Chiesa come “monarchia assoluta” ma una realtà collegiale, “democratica”, “declericalizzata”, pluralista, accogliente, misericordiosa ….
Papa Francesco, sin dalla sua elezione nel 2013, ha voluto stupire (molti però si sono indignati) con le formule “Chiesa in uscita”, “chi sono io per giudicare”, Chiesa come “poliedro” dove ogni faccia ha la sua specificità e il suo carisma, e pertanto sembrerebbe volere orientare il futuro del cattolicesimo verso una sorta di super-congregazione che abbraccia e accoglie tutte le più disparate componenti (persino la ong di Casarini, che non sappiamo quanto di realmente cattolico abbia…).
Per Francesco la “sinodalità” rappresenta una dimensione “costitutiva” della Chiesa. Quindi secondo lui, i 2000 anni della storia passata dalla venuta di Gesù in poi non sono stati adeguati a questo processo di vedere tutte le parti della Chiesa incontrarsi, parlare, condividere, dibattere (però – curiosamente – a “porte chiuse” e nel segreto), man mano elaborando contenuti e stili ecclesiali.
Il principio di autorità gerarchica fondato sul primato di Pietro, l’unitarietà dell’insegnamento, l’immutabilità della Rivelazione, la centralizzazione delle nomine e delle scelte fondamentali – nella visione di Francesco – dovrebbero lasciare il posto a una sorta di “Babele” moderna – la Chiesa “sinodale”, appunto - nella quale ciascun cattolico dica la propria e pretenda (in una sorta di innovativa “dittatura sinodale”) di imporre tale visione su quella degli altri.
Che ci siano rischi di questo genere è chiaro per come sono andate le fasi nazionali del sinodo stesso. Ad esempio nella Chiesa tedesca a larga maggioranza sono stati approvati punti molto discutibili, anzi – visti in un’ottica cattolica tradizionale – decisamente contrari alla sana dottrina e anche al comune buon senso: i tedeschi vorrebbero la benedizione delle coppie omosessuali, l’abolizione del celibato ecclesiastico, aperture sulla comunione ai divorziati risposati civilmente ecc. Tutti fronti che riguardano aspetti nodali dell’insegnamento della Chiesa di sempre e sui quali, invece e curiosamente, Papa Francesco sembra giocare al gatto e al topo: lui di solito fa partire il messaggio, del tipo ricevere e abbracciare calorosamente gruppi di gay e di trans, dicendo che “Dio accoglie tutti e vi vuole bene così come siete”. Dimenticandosi, però, di invitare al cambio di vita e al pentimento per le situazioni peccaminose. E poi sta a vedere cosa succede nell’opinione pubblica. Se va bene, prosegue. Se lo criticano, ritira la mano ….
Il punto di questo sinodo è che potrebbe accelerare la trasformazione della Chiesa da società fondata sulla Parola immutabile di Dio, sull’autorità di Pietro (a proposito, il Papa ha tolto dalle sue prerogative quella di “Vicario di Cristo” lasciando solo quella di “Vescovo di Roma”: perché? Non crede più di essere messo lì da Cristo?), e infine sulla centralità della presenza visibile e concreta di Dio tra noi uomini nella Eucarestia che celebriamo ogni giorno. C’è infatti chi dubita, tra i teologi “progressisti”, sulla realtà della transustanziazione, cioè che nel pane eucaristico ci sia davvero il corpo di Cristo, punto centrale della fede della Chiesa.
Se queste verità di fede verranno oscurate da uno spirito sinodale di babele continua, saremo di fronte per la prima volta nella storia della Chiesa a una rivoluzione dall’interno che cercherà di scardinare le “pietre” sulle  quali Gesù ha assicurato che la “sua Chiesa” sarebbe rimasta salda per l’eternità.
In sostanza siamo di fronte al rischio concreto che il “popolo di Dio”, riunito in perenne sinodo, voglia prendere il posto di Dio stesso decidendo di volta in volta cosa è bene e cosa è male, cosa è buono e cosa cattivo.
Siamo proprio sicuri che i credenti nel mondo siano d’accordo con queste premesse teoriche di Chiesa sinodale? O forse la gran maggioranza dei cristiani comuni in fondo non desidera altro che una Chiesa che accompagni con autorevolezza, chiarezza e anche realismo, la vita di tutti i giorni all’insegna del Vangelo che è molto chiaro: “se è sì, se è no no, tutto il resto viene dal Maligno”?
Il Credente
10/09/2023
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