DISTRUTTE ARMI CHIMICHE!? - ETTORE LEMBO NEWS

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DISTRUTTE LE ARMI CHIMICHE DICHIARATE… RIPETIAMO: DICHIARATE
Quando si parla di politica, di economia, di società, qual è la maniera più efficiente di distinguere tra realtà e ipocrisia, di separare i fatti dalle parole illusorie e ingannevoli dei loro autori? Al giorno d’oggi questa difficoltà, che ci trasciniamo da tempo immemore, risulta essere ancora più pesante, in un’epoca in cui siamo portati da un lato a mettere in discussione le nostre più profonde certezze, dall’altro ad accettare passivamente ciò che ci viene propinato da chi, per un motivo o l’altro, ci sovrasta col pretesto di guidarci.
Proprio in questi giorni è emersa la notizia secondo cui gli Stati Uniti avrebbero eliminato definitivamente tutte le armi chimiche in loro possesso: il presidente Biden si fa portavoce di questo traguardo che, agli occhi del mondo, dovrebbe dare un’ulteriore spinta all’immagine dell’America come promotrice di pace. Proprio questo Paese infatti era l’ultimo rimasto nella lista di quelli che si sarebbero dovuti "purificare” di queste armi. Come riporta una nota testata giornalistica italiana, “l'organizzazione per l'eliminazione delle armi chimiche [OPAC, ndr] ha dichiarato che tutte le scorte dichiarate nel mondo sono state ‘irreversibilmente distrutte’ dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato di essersi finalmente sbarazzati delle loro ultime armi chimiche”. L’obiettivo dunque che tale organizzazione si era posto pare essersi concretizzato proprio con l’adempimento degli USA al loro compito di distruzione delle armi chimiche: se tutte le scorte dichiarate sono state annullate, verrebbe da pensare, con una certa serenità e una buona dose di fiducia, di trovarsi davanti ad una notizia incoraggiante e ormai data per certa.
Ma soffermiamoci un attimo: come ha recitato la nostra fonte, si accenna alle scorte “dichiarate”, ossia quelle ufficialmente possedute dai vari Paesi, Stati Uniti per ultimi. Tuttavia chi potrebbe garantire che il numero di armi dichiarate sia uguale a quello di armi effettive? Chi potrebbe avvertire che la distruzione di questi armamenti da parte di tutti coloro che ne erano in possesso probabilmente altro non è che un processo ancora in corso, in quanto le scorte restate fuori dai calcoli e quindi dalla distruzione sarebbero molte di più?
Come riporta una fonte diversa, ma di pari autorevolezza, “gli Usa erano stati gli ultimi a firmare la Convenzione sulle armi chimiche, diventata effettiva nel '97, con l'obiettivo di mettere fine alla guerra tossicologica entro il 30 settembre 2023: [...] durante questo periodo sono state eliminate 72 mila tonnellate di scorte. Quindici mesi fa gli Usa avevano meno di seicento tonnellate da distruggere”. E ora, come ha dichiarato Biden in una nota, “gli Stati Uniti hanno distrutto in modo sicuro l'ultima munizione in quella scorta, avvicinandoci di un passo a un mondo libero dagli orrori delle armi chimiche”. Ma come anche il nostro lettore avrà compreso, ci manteniamo sempre sul registro del “dichiarato”, non del “dimostrato”, del “certo”.
La nostra fonte dimostra di sbilanciarsi ricordando che “la Russia aveva annunciato nel 2017 la volontà di anticipare di tre anni la completa eliminazione delle sue armi chimiche, ma persistono dubbi sull'effettiva eliminazione delle scorte. Dubbi da parte dell'occidente anche per altri tre Paesi: Myanmar, Iran e Siria”. Ecco dunque che, effettivamente, la domanda resta valida, ma si preferisce estenderla proprio a quegli Stati che agli occhi dell’occidente sono i più sospettabili e i meglio accusabili. Addirittura, ha commentato Biden, "Russia e Siria dovrebbero rispettare il loro impegno con la Convenzione e ammettere quali sono i loro programmi non dichiarati, utilizzati per commettere atrocità".
In maniera più che palese vediamo qui la necessità di restare più che con gli occhi aperti, con la mente giudiziosa per non lasciarci trasportare da parole, articoli, dichiarazioni che col pretesto di rassicurare e calmare le acque in realtà mirano soltanto a sviare l’attenzione dell’opinione pubblica da ciò che veramente preoccupa: in questo periodo, giusto per citare qualche esempio, può preoccupare l’insuccesso assoluto con cui l’occidente si sta scagliando contro la Russia, ma ugualmente anche quella fitta rete di relazioni internazionali, politiche ed economiche, che alle nostre spalle reggono in piedi la società. Il cittadino comune non dovrebbe pensare a queste cose, secondo chi le governa, non dovrebbe nemmeno trovare il modo di avvicinarvisi: ecco dunque che diventa necessario deviarlo su un’altra strada, porgli di fronte un problema, con esso una soluzione e alla fine lasciarlo incantato a rallegrarsi. Ma noi, cittadini semplici certamente, dobbiamo reagire e non abboccare: c’è quasi sempre qualcosa di nascosto sotto ai fatti di cui ci informiamo, qualcosa che contiene in sé un doppio fine e un vantaggio per qualcuno. E spesso, cari cittadini, quel vantaggio non ricade per niente su di noi.

Boris Borlenghi
10/07/2023



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