La discriminazione politica
entra prepotentemente
nello sport e ci fa
piombare al peggio
del secolo scorso?
Andare sul podio con il simbolo Z diventa motivo di squalifica con tanto di restituzione della medaglia.
In questo modo le imposizioni dei governi guidati da potentati economici impongono i loro voleri anche sullo sport?
Il ginnasta russo Ivan Kuliak, 20 anni, è stato squalificato per un anno per aver indossato, salendo sul podio, un simbolo della guerra in Ucraina durante la Coppa del mondo di atletica in Qatar lo scorso marzo.
Salito sul podio con il simbolo Z nella maglietta, il ginnata e' stato squalificato e ora deve restituire la medaglia di bronzo vinta a Doha.
Lo scrive la Bbc online.
Non e' la prima volta che un atleta Russo viene squalificato o peggio, ad alcuni artisti viene impedito di partecipare a competizioni o esibizioni.
E' accaduto nel Cart, dove un Pilota Russo vincitore in una gara e' stato allontanato dal team italiano, ma anche a musicisti e cantanti lirici Russi, a cui sono state annullate le esibizioni ed i concerti.
Annullati spettacoli di con autori Russi.
Paesi che si definiscono democratici e civili, ma che chiedono ad atleti, gente dello spettacolo e della cultura a rinnegare la propria Patria?
Gesti o simboli sono solo scuse, che servono a giustificare le squalifiche e gli allontanamenti?
Sembra proprio di sì.
Musicisti e cantanti lirici, o peggio autori di testi letterari, anche di altre epoche, sono stati oggetto di discriminazioni, cancellazioni e ripercussioni varie solo perché Russi.
Ricordiamo l'annullamento imposto in vari teatri ed auditorium di concerti diretti da maestri russi.
E' accaduto anche a Milano.
Segnali pericolosi che da un lato allontanano la pace ed ogni forma di mediazione di cui necessita la guerra tra Russia ed Ucraina, ma anche oigni possibilità di dialogo. Per di più, questi fatti, dividono sempre più i popoli, creando un clima di russofobia, cosa assai grave.
La vittoria della formazione Ucraina nella competizione canora Europea, avvenuta poco tempo fa, scavalcando la bravura di altre formazioni, forse assai più meritevoli, offre al mondo un pessimo segnale che indica che forse le competizioni, di qualsiasi genere, non li vince chi e' meritevole, ma chi e' nominato ed indicato da poteri estranei?
Ci avviamo verso una cultura occidentale imposta che vuole eliminare la meritocrazia?
Stiamo creando la russofobia, stimolando fortemente un odio verso i russi?
Sembra che ciò che è accaduto il secolo scorso, è stato dimenticato proprio da chi dice di aver combattuto per la pace di allora? Gli stessi che oggi utilizzano quegli stessi metodi dei vinti del secolo scorso?
Ettore Lembo
19/05/2022