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GIUBILEO: 1.200.000 PASTI... - ETTORE LEMBO NEWS

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Giubileo: Qualcuno, dal Vaticano, “ordina” 1.200.000 pasti, firma il contratto ma al momento di pagare …
Sarà forse come la vendita della Fontana di Trevi, tentata da Totò o la moltiplicazione dei pani e dei (conti)?

Che il grande Totò potesse vendere - sulla parola - la Fontana di Trevi ad un “riccone” americano, è una simpatica scena del noto film ambientato a Roma.

Che oggi a Roma il Vaticano potesse ordinare 1.200.000 pasti da distribuire nell’arco di tre giorni, dal 3 al 6 agosto 2025 ai giovani pellegrini del Giubileo Giovani, firmare un contratto presso un importante studio legale della Capitale, per un importo milionario e non onorare l’impegno preso, beh deve indurre a riflettere, magari suscitando il ricordo del sempre attuale film, nonostante i decenni trascorsi.

Per la precisione, il pagamento del complessivo importo di NOVEMILIONISEICENTOMILA Euro è ripartito per contratto: 4.750.000 alla firma e 4.800.000 alla consegna della fornitura ma non oltre il 3 Agosto 2025.

Lascia parecchio perplessi il non onorare il primo pagamento, dopo aver accettato il contratto pervenuto a mezzo PEC.

Che fine fanno, a questo punto, il 1.200.000 pasti?

Che fine fanno i 9.600.000 euro?

A chi giova questa enorme incertezza che mette a rischio la credibilità di tutto il Vaticano, le finanze e non in ultimo, le persone?

Predisporre pasti per tutte queste persone da somministrare contemporaneamente, non è un’impresa che può essere affrontata a cuor leggero.

Ma, andiamo per ordine.

Siamo venuti a conoscenza di questa vicenda e abbiamo ritenuto opportuno rilanciarla:


da DGNews del 10 Aprile 2025.

Essendo riusciti poi a risalire allo studio legale che segue la vicenda, abbiamo ritenuto doveroso approfondire.

Ricordiamo rapidamente come nel mese di febbraio un imprenditore, anche titolato di Forza Italia, delegato al rintraccio di pasti e alloggi per i pellegrini del Giubileo Giovani, ingaggia un noto studio di consulenza della Capitale per soddisfare la richiesta di totali 1.200.000 pasti per tre giorni!

Una impresa titanica e forse impossibile dal momento che, per movimentare una così inimmaginabile quantità di pasti contemporaneamente, è necessaria una logistica capace di muoversi con precisione senza potersi permettere alcuna sbavatura.

Il lettore provi ad immaginare di servire contemporaneamente un pasto, panino o qualsiasi altra cosa oltre una bottiglietta d’acqua a 400.000 persone.

Considerando che lo Stadio Olimpico può contenere 72.698 persone, è come servire contemporaneamente pasti a ben 5,5 stadi Olimpici pieni e … tutti insieme.

La credibilità, l’introduzione, la conoscenza e la concretezza, ma soprattutto la fiducia di chi si è preoccupato di trasformare quella che poteva essere una utopia in realtà, ha fatto si che un così gravoso impegno si potesse realizzare.

Così, dopo tutti i lunghi primari contatti verbali, avendone verificato la fattibilità, impegnandosi con fornitori e tutto ciò che potesse essere necessario per dare concreto seguito alla richiesta, si procede a mettere nero su bianco e predisporre il relativo contratto.

Contratto predisposto da un noto studio legale della capitale, inviato, sottoscritto dalle parti e restituito via PEC.

Ovviamente, come previsto si attende, alla firma del contratto, il primo bonifico immediato dell’importo di 4.750.000 euro.

Le incombenze contrattuali sono enormi, così come le penali da entrambe le parti.

Orbene, non avendo ricevuto riscontro del pagamento, dopo aver atteso invano e ben oltre i termini contrattuali, ad oggi ancora sembra non sia stato effettuato il bonifico, i legali dello Studio si sono rivolti al responsabile Pastorale Giovanile della Diocesi di Roma, Don Alfredo Tedesco.

L’ interlocutore, cui ci siamo rivolti per approfondire la questione, ci informa di aver mandato una mail a Don Alfredo Tedesco il quale avrebbe risposto: “Trattandosi sicuramente di un equivoco. Ripeto, trattandosi sicuramente di un equivoco chiediamo il vostro contatto telefonico per chiarire la questione”.

Inviato il contatto telefonico, ad oggi, nessuno dalla Diocesi ha contattato lo studio.

Così, da quanto ci è stato riferito, di fatto sembra si passi alle necessarie vie legali.

L’interlocutore ci riferisce: “Abbiamo avviato un procedimento per decreto ingiuntivo e poi capiremo. Insomma, qualcuno deve dirci se questa società, della quale è amministratrice una rampolla di una nobile famiglia Romana, abbia poi le caratteristiche e i requisiti per poter adempiere un contratto del genere (…)” e di nuovo “se non possono fronteggiare questo tipo di incombenze mi domando come l'attenta di Diocesi di Roma possa aver commissionato un appalto milionario ad una società priva dei necessari requisiti”. Continuando “se a fronte di contratto firmato dalla suddetta società con il mio cliente non esiste un vero incarico di parte, un mandato scritto, un contratto scritto con la parte della diocesi, si configura qualche reato”?

Ed Ancora: E’ in nostro possesso il fatto che qui, in questo studio, si è presentato un signore che risulta essere Vicepresidente della commissione trasparenza ,legalità, sicurezza urbana e polizia locale della segreteria romana di Forza Italia, il quale ha raccontato di essere in possesso di delega da parte dell’incaricato del Vaticano, per trovare, oltre agli alloggi per i giovani pellegrini, i pasti in questione e ne ha descritto la tipologia.

Ma non solo, ha fornito un uno scritto contenente le caratteristiche del cestino da dover preparare.

Così, ci si è messi immediatamente nella condizione di reperire e/o verificare se ci fosse qualcuno in grado di soddisfare l’esigenza rappresentata.

A questo punto, con un cliente di Milano, specializzato in questo tipo di operazioni, abituato a gestire catering di grandi dimensioni, è stata predisposta un’offerta, immediatamente inoltrata.”

Ci è stato raccontato che il delegato e l’incaricato si sarebbero visti con il direttore dell’ufficio preposto dal Vaticano per analizzare i contratti e, successivamente, ci hanno detto che, siccome era stata accettata proposta, anzi, che andava benissimo, si sarebbe passati alla stesura dei contratti perché il tempo stringeva.

Fin qui appare tutto in ordine, quindi si è passato alla stesura dei contratti.

Dopo il si della Diocesi, il delegato (quello di Forza Italia) è tornato nello studio accompagnato da un socio della società che fa capo alla Nobile famiglia che successivamente ha sottoscritto il contratto, validando il tutto.

Ricordiamo, che il valore del contratto è di novemilioniseicentomila euro, non certo bruscolini…

Un preliminare afferente la commissione d’incarico e un definitivo inerente la totalità dell'offerta oltre a tutte le specifiche di riferimento della somministrazione.

In pratica, come da contratto, il 50% della commissione sarebbe stata versata contestualmente alla firma dello stesso.

Il contratto è stato sottoscritto il 15 marzo, siamo al 14 di aprile e non si è ricevuto nulla.

E’ stato Sollecitato il pagamento, sollecitato l'invio delle contabili dei pagamenti ma, senza ottenere effetti.

Così è stato fatto intervenire un altro legale dello stesso studio, per la diffida da adempiere e trascorsi cinque giorni è stato dato il via al Decreto Ingiuntivo.

Alcune domande sorgono spontanee, altre le lasciamo al lettore…

A chi si affida il Vaticano per affari di rilevanza così importanti, imprese ciclopiche che hanno una valenza, oltre che economica, di enorme immagine internazionale?

Perché non dare risposte piuttosto che tacere?

Cosa si cela dietro questa vicenda nebulosa?

Seguiremo con attenzione questa storia, dal momento che sono in gioco svariati milioni di euro.

Fare chiarezza è importante per il Vaticano, la Diocesi di Roma, per il Giubileo.

Che insegnamento possono trarre i giovani che vorranno partecipare?

Senza nemmeno dimenticare chi ha lavorato esponendosi, anche finanziariamente, per la realizzazione di un titanico e non comune evento che a quanto pare, finora rimane parte della vendita della Fontana di Trevi …

Ettore Lembo
15/04/2025
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