Da Günther Anders a Trump
Il Presidente Donald Trump è stato arrestato, come in un crescendo Wagneriano i media hanno fatto da controcanto ad una azione giudiziaria che non ha precedenti in Stati Uniti.
Silvio Berlusconi in Italia ebbe lo stesso trattamento, una azione a tenaglia di media e magistrati per ridurlo all’impotenza e addomesticarne l’operato come voluto dall’asse europeo Merkel - Sarkozy da pochi giorni ammesso pubblicamente da quest’ultimo.
Come non ricordare le affermazioni, tutte identiche, del presidente europeo Junker, dell’allora ministro degli Esteri italiano ed ora Commissario Europeo Gentiloni e della Canceliera tedesca Merkel, oltre del sempre fido presidente francese Sarkozy, che parlavano di “impeachment entro due mesi per Trump” lo stesso giorno in cui questi vinse le elezioni presidenziali statunitensi del 2016?
Ci sarebbe da commentare che finalmente (per loro) ci sono riusciti, che il Presidente Trump è stato fin troppo tenace nel resistere per ben sette anni, che si notano molte assonanze fra la vicenda Trump e quella di Berlusconi tanto da far temere una regia unica.
Come non notare il perfetto tempismo dell’agenzia Ansa che nel giorno dell’arresto di Trump da il buon giorno agli italiani con la notizia del primo dibattito televisivo sulle primarie repubblicane americane dichiarando che l’ex Vice Presidente Mike Pence, oggi acerrimo nemico di Trump, “ha fatto bene a certificare la vittoria di Biden”.
Nel frattempo, in questi tre anni di presidenza Biden, il mondo intero è finito nel caos che tutti noi stiamo subendo.
Povertà e guerre ovunque.
Agenda politica, almeno quella dei media, imperniata su “gender”, “cambiamento climatico” e “migranti” e che annuncia e fa subito sparire le dichiarazioni sulla situazione economica e finanziaria italiana rappresentata a tinte fosche dal ministro dell’economia Giorgetti, riduce ad una notizia da pagine interne e non televisive la gravissima congiuntura economica tedesca, tralascia di far comprendere agli italiani le conseguenze della guerra in Niger sull’economia francese non facendo emergere come le centrali nucleari d’oltralpe dipendano dall’uranio proveniente da quel paese africano.
Tantomeno i media nostrani ci informano che nel 2019, ovvero quando l’industria italiana andava ancora benino, il sedici per cento del nostro fabbisogno energetico dipendeva dalle stesse centrali.
Ovviamente i nostri media si dimenticano di renderci edotti e consapevoli dei dati di Confindustria sull’andamento del sistema produttivo italiano. Il Centro Studi dell’associazione dichiara un meno 7,8 per cento in base annua.
Allargando l’ottica del nostro guardare dovremmo, noi “cittadini semplici”, essere resi edotti della crisi economico finanziaria cinese che ha come punta dell’ iceberg il fallimento della più grande società immobiliare al mondo, la cinese Evergrande, con il rischio del deflagrare di una bolla immobiliare mondiale a cui confronto la sempre citata crisi immobiliare del 1929 è nulla.
Bolla immobiliare le cui conseguenze sul sistema del credito è totalmente ignoto dato che non è possibile venire a sapere quanta parte di quel fallimento sia nella, come si usa dire, pancia delle banche italiane. Ancor più “impossibile” essere edotti su quanto di quel debito sia posseduto dagli istituti di credito tedeschi, francesi e britannici.
Il problema dei media italici, però, è il libro del Generale Vannacci il cui linguaggio sarebbe secondo gli stessi inadeguato. Il problema è commentare il linguaggio e non i contenuti ne, ci mancherebbe altro, analizzare se, per caso, la grande maggioranza degli italiani condivida quanto il generale afferma.
Nel vedere questo triste momento socio politico economico occidentale io, “cittadino semplice” amante della lettura, stimolato da un caro amico, sono andato a ricuperare “L’uomo è antiquato”, libro che nel 1956 scrisse il filosofo ebreo tedesco Günther Anders.
Interessante, soprattutto se letto in comparazione con quanto possiamo vedere ai giorni d’oggi,leggere il pensiero del filosofo in ordine a come agire “per soffocare in anticipo ogni rivolta” e il metodo che lo steso propone. L’accademico tedesco scrive che “non bisogna essere violenti”.
Violenza come strumento inutile, non come strumento da aborrire.
La sua idea è superare la violenza, lui essendo un ebreo tedesco ha nella mente quella nazista, come strumento per dirigere i popoli, sostituendola con il “creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente dei cittadini”.
Günther Anders usava addirittura il concetto di “formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate”.
Dichiarava questo il filosofo tedesco!
Allucinante notare che si trattava di un ebreo che aveva vissuto integralmente l’orrore del nazzismo.
Oggi siamo circondati da teorie fortemente evolutive dei principi morali che hanno governato i rapporti fra gli esseri umani nell’era moderna.
Nel libro di Günther Anders si legge che la seconda opzione potrebbe essere quella di continuare “il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale”.
Dagli anni ‘70 stiamo subendo, almeno noi in Italia, questo il pensiero di un “cittadino semplice” come io sono, una continua involuzione culturale ed un rapido appiattimento verso il basso ove il “merito” viene continuamente “stuprato” in ogni ambito sociale a favore del premiare coloro che si rendono “asserviti al potere”.
Con una certa grave “arroganza” per un filosofo, Günther Anders scrive e propone la teoria che un “individuo ignorante” non può che avere “un orizzonte di pensiero limitato” occupato da “preoccupazioni mediocri”.
Come non notare la teorizzazione della “mediocrazia” in queste parole?
Come non ritenerla assai “moderna”? Moderna nel senso di assai presente nel nostro quotidiano, non certamente apprezzata da un “padre” e “cittadino semplice” quale io mi onoro di essere.
Un individuo in queste condizioni non potrà “rivoltarsi” a coloro che sono al “potere” ci fa notare e teorizza nel suo libro il filosofo.
Per questo Günther Anders ritiene che colui che è al governo debba “fare in modo che l’accesso al sapere sia sempre più difficile ed elitario”, questo con il fine di consolidare la propria posizione di comando.
Sempre il filosofo teorizza che “l’informazione destinata al grande pubblico debba essere anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo”.
Non più una informazione “quinto potere” garante del sistema democratico, bensì una “informazione” strumento del potere.
In particolare nel “L’uomo è antiquato” si ritiene che non debbano essere veicolati contenuti filosofici che possano causare “ragionamento”.
Il mezzo televisivo deve “persuadere” e non “coercere”, sarà strumento per “addormentare i cervelli e le coscienze” attraverso contenuti banali, “divertimenti che adulino sempre l’emotività e la sfera dell’istinto”.
Posso, sommessamente, portare alla mia memoria le tante soap opera ed i tanti contenitori, ai miei occhi assai imbarazzanti, ove vengono elevati al rango di “opinionisti” quella nuova “professionalità” denominata “tronista”?
Posso, ancor più sommessamente, notare come ai tempi dei miei avi si sentiva dire con orgoglio “mio figlio è un ingegnere” piuttosto che un “medico”, oggi si deve tristemente notare come i genitori auspichino per i loro pargoli un futuro da “velina” piuttosto che da “calciatore”?
Tutto dovrà essere “futile e giocoso” lèggiamo in Günther Anders.
Tutto finalizzato ad impedire allo spirito di “pensare”.
Qualcuno potrebbe notare che il “pensare” causa la formazione del “dubbio”, quello Socratico, ed il “dubbio” determina il desiderio della “ricerca autonoma” del sapere.
Elemento cardine dovrà essere “la sessualità” che diverrà primaria negli interessi umani propone il filosofo tedesco. Praticamente un “tranquillante sociale”.
La gestione del potere, sempre secondo Günther Anders, passerà da un sistema repressivo e violento ad un sistema subdolo basato su una “ridicolizzazione dell’esistenza”.
Una esistenza che si sviluppa intorno ad “una leggerezza che annulla tutto ciò che ha un valore elevato”.
Ed oggi siamo nell’era di “pornohub” i cui video ridicolizzano e rendono parossistico il momento sessuale portando all’annichilamento per paura della prestazione il desiderio sessuale dei più giovani.
Günther Anders parla “dell’euforia della pubblicità come standard della felicità umana e modello della libertà”.
Pubblicità come strumento di indottrinamento sociale subliminale e non più strumento di “consiglio” per gli acquisti.
Tutto questo secondo la teoria del filosofo “creerà un modello integrato ove l’unica paura sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità”.
A me, sempre “cittadino semplice”, sembra tutto questo esattamente quello che stiamo vivendo oggi.
Il filosofo parla di “uomo di massa prodotto in questo modo che dovrà essere trattato come un vitello e monitorato come in un gregge” e continua con “tutto ciò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale, tutto ciò che potrebbe causare il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto”.
“Ogni dottrina che metta in discussione il sistema deve prima essere additata come sovversiva e terrorista e a seguire coloro che la sostengono dovranno essere trattati come tali”. Messi in prigione, prigione come strumento di discredito sociale.
Da Trump a Günther Anders a voi che mi onorate nel leggermi le vostre libere conclusioni.
Ignoto Uno
25/08/2023