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VICARIATO DI ROMA SOTT'OCCHIO O...? - ETTORE LEMBO NEWS

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Riceviamo e pubblichiamo, ringraziando per l'attenzione.
Ettore Lembo
Vicariato di Roma sott’occhio o sotto osservatore …romano?
Lembo rincara la dose.

Dobbiamo dare un senso alla cronistoria dei fatti che vengono narrati.
Iniziamo dall’inizio.
Ettore Lembo appare incuriosito un articolo pubblicato sul blog DGNews dal titolo: I “particolari” appalti della Diocesi Romana per il Giubileo …odore di Vaticangate?
https://dgnews.altervista.org/i-particolari-appalti-della-diocesi-romana-per-il-giubileo-odore-di-vaticangate/
Ci si aspetta di leggere che il Giubileo 2025, evento di profonda rilevanza spirituale, rischia di essere ricordato più per gli scandali che per la sua missione religiosa.
Le indagini in corso dal 2024, infatti, hanno rivelato un sistema di corruzione e frode negli appalti per la manutenzione stradale di Roma con fondi distratti che erano proprio destinati al Giubileo.
Qualcuno invero - cosi riferisce la Procura di Roma - già nel 2024 ha presumibilmente manipolato gare d'appalto attraverso una rete di società controllate da prestanome, ottenendo contratti per circa 100 milioni di euro.
Le accuse includono corruzione, frode in pubbliche forniture e turbativa d'asta.
In questo contesto, l'ironia si fa amara perchè mentre si predica l'accoglienza e la solidarietà, si scopre che i fondi destinati a migliorare l'infrastruttura per accogliere i pellegrini sono stati oggetto di pratiche illecite.
La situazione solleva interrogativi sulla gestione delle risorse e sull'effettiva priorità data alla missione spirituale rispetto agli interessi economici.
Ma in questo caso il “Vaticangate” che ha appassionato Ettore Lembo non tratta di edilizia ma di pasti!!!
Si parte quindi ad aprile con Ettore Lembo che riprende l’articolo al quale si è ispirato: "Particolari" appalti Vaticani della Diocesi Romana... odore di Vaticangate?
https://betapress.it/particolari-appalti-vaticani-della-diocesi-romana/  
Poi, sempre ad aprile, rincalza la dose con l’articolo: Giubileo: Qualcuno, dal Vaticano, “ordina” 1.200.000 pasti, firma il contratto ma al momento di pagare … Sarà forse come la vendita della Fontana di Trevi, tentata da Totò o la moltiplicazione dei pani e dei (conti)?
Poi a maggio scrive: Chi Mangia Paga, il nuovo motto del Vaticano…
E poi ancora: Il silenzio del Clero: “Giubileo Giovani” e non solo. Finirà tutto a tarallucci e vino?
Insomma, bordate di galeone mirate sulla “strana” storia che intreccia ancor più “strane responsabilità” oggettive per un appalto “tarocco” che sembra partire dal Vicariato di Roma, Ufficio per la Pastorale Giovanile che a largo raggio coinvolge una nota famiglia nobile romana di origini umbre, uno strano personaggio “localaro” Capitolino, alcuni “mediatori” scelti nel mazzo degli imprenditori improvvisati e una nota società d’affari della Capitale che, a quanto pare, di quest’armata Brancaleone ne ha pagato da sola tutto lo scotto!
A quanto pare il Vicariato di Roma, in particolare l’Ufficio per la Pastorale Giovanile fu avvisato per tempo del pasticcio e della crisi che ha creato il suo chiaro disinteresse verso un problema che sembra aver creato a monte, tuttavia, il silenzio biblico è noto in certi ambienti.
Una mail per la Diocesi per chiarire il fattaccio ma poi l’oblio.
Forse la troppa leggerezza con la quale l’Ufficio per la Pastorale Giovanile ha affrontato un problema così grosso mette in dubbio non solo le capacità d’accoglienza ma quelle dei rapporti commerciali fuori (e dentro) le mura …
Poi magari si risentono anche ma, carta canta e villan dorme, anche se in questo particolare caso, il danno epocale creato ad alcune società che hanno lavorato per il Giubileo per poi trovarsi con un pugno di mosche in mano non consente ad alcuni di dormire poi così bene …
Sembra ci sia chi si è speso oltre le proprie possibilità e chi ci abbia messo la faccia - al posto della Diocesi - per garantire un appalto che sembrava inimmaginabile eppure, c’è chi la faccia l’ha persa e chi si è girato di spalle …per non far vedere la sua!
Comunque sia, Lembo si riposa giusto il tempo di ricevere la nomina di Responsabile del Lazio del SAGI (Sindacato Autonomo Giornalisti Italiani), sindacato di giornalisti che si pone come alternativa al sindacato unitario, offrendo supporto e voce ai giornalisti che non si sentono adeguatamente rappresentati, per poi riprendere a martellare la cronaca con la sua penna a scalpello!
Lo scultore degli articoli che riguardano il Vaticano rifinisce la sua opera con l’articolo: La Chiesa a testa in giù!
Lembo scrive: Chiesa italiana: quei quattro personaggi da “tenere d’occhio”: “L’attacco del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro alla struttura dei vescovi guidata dal Card. Matteo Zuppi è diretto e senza giri di parole: la CEI sarebbe ancora avvolta nelle nubi immigrazioniste tipiche dell’era Bergoglio, parteggerebbe per l’abolizione dei confini, per gli arrivi senza limiti con applausi alle Ong, tipo quella di Casarini”, lo scrive senza mezze misure.
Questo perché (testuali): “E’ chiaro che la sua figura appare importante e nodale: è stato voluto a quel posto da Bergoglio, come a marcare con chiarezza il terreno ideologico al cui interno il pontefice argentino voleva che marciassero i vescovi italiani. Barra tutta a sinistra, con alla guida un vescovo che è figlio della Comunità di Sant’Egidio, presidio progressista romano e internazionale guidato dallo storico Andrea Riccardi.”
Negli ultimi anni, osservatori e analisti hanno notato un orientamento della Chiesa cattolica italiana verso posizioni sociali e politiche considerate più vicine alla sinistra speculativa, specialmente su temi come l'immigrazione, la povertà e la giustizia sociale.
Questo strano spostamento ideologico è stato interpretato da alcuni analisti come una risposta alla crisi della politica tradizionale e al vuoto culturale lasciato dalla fine della Prima Repubblica.
Ma non tutti abboccano facilmente, è finita l’epoca delle Basiliche.
Nello specifico, senza girarci intorno, la Chiesa cattolica italiana sembra aver intrapreso un percorso che l'avvicina sempre più a posizioni politiche e sociali tipiche della sinistra radical chic, suscitando preoccupazioni tra coloro che vedono in questo orientamento una vera e propria “deviazione dalla sua missione spirituale”.
Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, è spesso indicato come una figura centrale in questo trasloco.
La sua comunità, descritta come "la più potente lobby cattolica degli ultimi decenni a livello mondiale", ha esercitato un'influenza significativa nella Chiesa, soprattutto attraverso il sostegno a figure come il cardinale Matteo Zuppi che tanto piace alla sinistra italiana, e non.
Sandro Magister, firma storica del settimanale L'Espresso, ha osservato che questa influenza potrebbe pesare gravemente sull'elezione del successore di Papa Francesco, con la Comunità di Sant'Egidio che promuove candidati in linea con le sue visioni progressiste.
L’Espresso è una testata che dal 1955 si occupa di politica, cultura ed economia con inchieste e approfondimenti esclusivi ed è un giornale di tendenza laica-progressista, con posizioni vicine al centro-sinistra.
Progresso e Chiesa però, non vanno così daccordo.
Da secoli, il progresso e la Chiesa camminano su sentieri che si incrociano, si sfiorano, a volte si scontrano.
Il primo corre verso il futuro, mosso dalla curiosità, dalla scienza, dal desiderio di superare limiti e confini.
La seconda guarda alle radici, alla tradizione, alla custodia di un messaggio che si vuole eterno e immutabile.
Non è difficile individuare i momenti storici in cui questo contrasto è emerso con forza: dal processo a Galileo Galilei, simbolo del conflitto tra scienza e fede, fino alle resistenze su temi come l’evoluzione, la bioetica o i diritti civili.
La Chiesa, per sua natura, teme che il cambiamento intacchi la verità rivelata; il progresso, invece, si alimenta proprio del cambiamento, della messa in discussione di ciò che si credeva certo.
Eppure, ridurre tutto a una contrapposizione netta sarebbe ingiusto.
Anche dentro la Chiesa sono nate voci di rinnovamento, pensatori che hanno saputo coniugare fede e ragione, spiritualità e modernità.
E allo stesso tempo, il progresso, senza un ancoraggio etico, rischia di diventare cieco, di perdere di vista l’umano.
Forse, allora, la vera sfida non è scegliere tra progresso o Chiesa, ma immaginare un dialogo possibile.
Un confronto onesto, in cui la scienza non venga vista come nemica della fede, e in cui la fede non si chiuda al mondo che cambia, ma impari a leggerlo con occhi nuovi.
Eppure c'è qualcosa di profondamente ipocrita nel modo in cui “certa Chiesa contemporanea” si aggrappa allo stravolto concetto di "progresso".
Un tempo baluardo mondiale della Tradizione, oggi in certi ambienti ecclesiastici sembra quasi che l’unico peccato mortale sia non essere abbastanza progressisti.
Strizza l’occhio alla sinistra, abbraccia slogan, si fa eco di battaglie sociali che nulla hanno a che fare con il Vangelo e tutto a che fare con la retorica politica.
Mi chiedo e vi chiedo, da quando la salvezza dell’anima passa per le politiche migratorie o per il feticcio dell’inclusività a tutti i costi?
E ancora, da quando la fede deve adattarsi ai trend dell’agenda progressista per essere accettabile?
La Chiesa dovrebbe essere “voce fuori dal coro”, roccia salda contro la marea del relativismo.
E invece, troppo spesso, si piega al linguaggio del mondo, dimenticando che il Vangelo scandalizza, non rassicura!
L’appoggio incondizionato a certe ideologie di sinistra non è evangelico: è strategico!
È un tentativo maldestro di rimanere rilevanti in una società che ha ormai perso ogni riferimento spirituale.
Ma una Chiesa che cerca l’applauso del mondo finisce per perdere sé stessa.
Non guida più, segue (o peggio: insegue!).
Non illumina, riflette la luce (fioca) del pensiero dominante.
Riccardi, per tornare al nocciolo della questione, ha criticato la decisione del governo italiano di creare centri di accoglienza in Albania, definendola "incomprensibile" e sottolineando l'importanza dell'integrazione dei migranti per il futuro demografico ed economico dell'Italia, se questa non è politica di schieramento!
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha addirittura espresso critiche nei confronti della politica attuale, definendola: "epidermica, a volte ignorante, del giorno per giorno, con poche visioni, segnata da interessi modesti ma molto enfatizzati".
Ha sottolineato la necessità di “diffidare di una politica priva di cultura e visione”, che rende le democrazie più fragili.
Chi legge, legge un deliberato attacco mediatico e ideologico alla destra che il cardinale indica come becera, ignorante e priva di democrazia.
Zuppi ha anche evidenziato l'importanza della lotta alla povertà e al lavoro povero, temi che considera fondamentali per la società italiana.
Ha quindi invitato la sinistra e il centrosinistra a riflettere su questi temi, sottolineando come la Chiesa possa offrire una lezione in tal senso.
Beh, il coraggio non gli manca
Sotto la guida di Zuppi la Conferenza Episcopale Italiana ha adottato un'agenda che accentua temi come la giustizia sociale, l'accoglienza dei migranti e l'ambientalismo troppo spesso in sintonia con le posizioni della sinistra politica.
Questa convergenza è stata evidenziata da incontri tra i vertici ecclesiastici e leader sindacali, come quello tra l’allora Papa Francesco, Zuppi stesso e il segretario della CGIL Maurizio Landini, summit che ha suscitato interrogativi sulla “separazione” tra Chiesa e politica.
Critici e osservatori di questo strano orientamento temono che la Chiesa stia abbandonando la sua neutralità politica, rischiando di alienare fedeli che non si riconoscono in queste posizioni.
La crescente influenza di figure come Riccardi e Zuppi potrebbe portare ad una “politicizzazione a sinistra della fede”, con la Chiesa che assume un ruolo “attivo” in ambiti tradizionalmente laici per natura.
In conclusione, mentre la Chiesa ha sempre avuto un ruolo centrale nella promozione dei valori sociali, l'attuale tendenza verso posizioni politiche specifiche solleva interrogativi sulla sua missione e sulla necessità di mantenere una distinzione chiara tra fede e politica.
La Chiesa Italiana è a rischio di deriva ideologica?
Ormai è chiaro, negli ultimi anni, in accelerazione, la Chiesa cattolica italiana ha intrapreso un percorso che la avvicina sempre più a posizioni politiche e sociali tipiche della sinistra.
Certo è che con questo nuovo Pontefice non sarà facile per alcuni relativisti dirottare la Chiesa a babordo ma il sottobosco Vaticano e certe entità che vi soggiornano sono estremamente pericolose!
Un'agenda politica mascherata da Pastorale.
Sempre sotto la guida del cardinale Matteo Zuppi, la Chiesa ha adottato un'agenda che enfatizza temi come l'accoglienza universale dei migranti, l'ecologia e la “redistribuzione della ricchezza”.
Questi temi, sebbene importanti, sembrano spesso essere presentati in modo che rispecchia le posizioni della sinistra politica, piuttosto che una visione equilibrata e spirituale.
Anche perchè la “redistribuzione della ricchezza” detta dal Vaticano oggi appare più un paradosso che una visione.
Ad esempio, Zuppi ha dichiarato anche che "il futuro demografico dell’Italia ha bisogno dell’apporto degli emigrati", sottolineando l'importanza dell'integrazione dei migranti per il futuro del Paese.
No, non ci siamo.
L’Italia non ha bisogno dell’apporto degli emigrati.
Inoltre, l'enfasi su temi sociali potrebbe distogliere l'attenzione da questioni spirituali fondamentali come la bioetica, cospetti che sembrano essere sempre meno presenti nel discorso ecclesiastico.
È fondamentale che la Chiesa cattolica italiana rifletta attentamente sul proprio ruolo nella società.
Mantenere una posizione di equilibrio e neutralità politica è essenziale per preservare la sua missione spirituale e garantire che tutti i fedeli si sentano rappresentati e ascoltati senza orientamenti politici.
In conclusione, ci si chiede perché questa nuova rotta a sinistra, una sinistra libertina e lontana dai valori dal comunismo, ci si chiede perchè c’è aria di riesumazione della seppellita DC e ci si chiede ancora, oltre al resto, dove siano finiti i soldi, se mai ci sono stati soldi, destinati agli appalti per il Giubileo Giovani che sono stati “assegnati” e poi “svaniti” per garantire il vitto e l’alloggio ai 400.0000 pellegrini che, a quanto pare, dal 3 a 6 agosto p.v. soggiorneranno a Roma ovviamente, almeno per ora, senza letti, bagni, né pane né acqua!
E per concludere, oltre la direzione a sinistra che però storna il vascello Vaticano verso la risurrezione della DC - una Balena Bianca 3.0 che oggi non è buona neanche per l’olio - Ettore Lembo ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione degli appalti per il Giubileo dei Giovani 2025 evidenziando una situazione precaria che potrebbe lasciare 1.200.000 pasti “non distribuiti” ai pellegrini.
Secondo quanto riportato negli articoli precedenti, vale la pena ricordarlo, un contratto per la fornitura di questi pasti, del valore di 9.600.000 euro, è stato firmato ma non onorato nei termini previsti.
Il primo pagamento di 4.750.000 euro, previsto alla firma, non è stato effettuato, sollevando interrogativi sulla gestione e sull'affidabilità dell'organizzazione dell'evento.
Lembo sottolinea l'enorme sfida logistica di servire 400.000 pasti al giorno per tre giorni consecutivi, paragonando l'impresa a riempire e servire simultaneamente 5,5 stadi Olimpici.
La mancata esecuzione del contratto non solo mette a rischio l'alimentazione dei pellegrini ma solleva anche dubbi sulla trasparenza e sull'efficienza delle procedure adottate dalla Diocesi romana.
Questa situazione richiama l'attenzione sulla necessità di una gestione più rigorosa e trasparente degli appalti legati a eventi di tale portata, per garantire che le risorse siano utilizzate in modo efficace e che le promesse fatte ai partecipanti siano mantenute e non assegnate a famiglie nobili con deleghe “preferenziali” che hanno consentito a rappresentanti di queste ultime di compiere danni apocalittici senza peraltro assumersi alcuna responsabilità.
Specialmente se l’azienda della famiglia nobile incaricata dal Vicariato “sostituisce l’amministratore” in corso d’opera mentre arrivano i decreti ingiuntivi, ci si domanda: chissà se c’è una sorta di rievocazione dell’armistizio di Cassibile in cui il nobile sovrano fuggì “per salvare lo Stato”!!!
Quella “nobile fuga” fu vista e interpretata da molti come un atto codardo, atto che minò ulteriormente la legittimità della monarchia e non come un atto di coraggio per salvare capre e cavoli ...
Com’è duro il venticinquesimo Giubileo …
PS: Ma Papa Leone XIV, l’Agostiniano nato Robert Francis Prevost, ci domandiamo, tutte queste chiacchiere le conosce?
Ricordiamolo, l'Ordine di Sant'Agostino (O.S.A.) è un ordine religioso mendicante della Chiesa cattolica fondato nel XIII secolo. Gli Agostiniani seguono la regola di Sant'Agostino, un testo che enfatizza la carità, la povertà evangelica, l'ascesi, la castità e la preghiera.
La carità, la povertà evangelica, l'ascesi, la castità e la preghiera.
La povertà evangelica, l'ascesi, la castità e la preghiera.
L'ascesi, la castità e la preghiera.
La castità e la preghiera.
La preghiera.
Preghiamo!
03/06/2025
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