Pensare è meglio
che sognare.
La CGIA di Mestre, il cui ufficio studi socio economici è riconosciuto a livello internazionale, in data 11 dicembre rilasciava un documento che dichiarava che l’aumento dei tassi recentemente annunciato dalla BCE causerà maggiori costi finanziari alle imprese italiane per un valore stimato in quindici miliardi di euro.
Fatto che impatterà sui prezzi al consumo riducendo la già asfittica funzione dei consumi interni.
La stima, questo dichiara l’ufficio studi, si basa sull’ipotesi che i tassi si alzeranno di 2 punti percentuali medi, fatto che su 749,2 miliardi di finanziamenti alle imprese in Italia porterà ad una crescita del costo del denaro per le stesse di circa quindici miliardi.
Il dichiarato obiettivo della BCE è di rallentare l’inflazione, obiettivo nobile se non portasse ad una molto plausibile, ed altrettanto rischiosa, probabilità di stagflazione.
Termine con cui si definisce una fase economica che vede la concomitante presenza di alta crescita dell’inflazione a cui si abbina una grave decrescita dei consumi, con ovvia ricaduta sul PIL e sulla occupazione.
Allo stesso tempo l’Istat dichiara una inflazione che sfiora il 13%. Dato che noi “cittadini semplici”, nella nostra privata “inflazione”, riteniamo ridicolmente ottimistico
Chi di noi, infatti, non vede drammaticamente ridotto ben oltre il 13% il potere di acquisto? Potere assai più devastato. Non possiamo che commentare che si avvicina, se non ci siamo già, l’incubo degli incubi.
Timore che viene quotidianamente confermato dai dati di altri centri studi.
Quello della Coldiretti - IXE, per esempio, negli stessi giorni confermava queste preoccupazioni. Nel loro studio, infatti, viene dichiarato che, rispetto al 2021, anno già negativo, si aspetta un calo del sette per cento delle spese in funzione del Natale da parte delle famiglie italiane con il quarantadue per cento degli italiani adulti che spenderà meno di cento euro in regali di Natale e spesa per il tradizionale pranzo.
Percentuale che sale sopra il settanta per cento se si considera il tetto massimo di spesa a duecento euro.
La Confesercenti in questi giorni, durante la sua assemblea annuale, rilanciava dichiarando che nel 2022 la riduzione di spesa da parte delle famiglie italiane è stata di circa sette miliardi e che si prevede una funzione dei consumi che, nel periodo 2023- 2025, si contrarrà di ulteriori ventidue miliardi.
Fatto che porta a ritenere che nel 2023 chiuderanno definitivamente ulteriori sessanta mila aziende del settore del commercio, con circa ulteriori centomila posti di lavoro diretti persi, più tutto l’indotto che vedrà gravi contrazioni.
Sempre durante l’assemblea veniva dichiarato che il prezzo dell’energia rispetto al esercizio 2019 si attesterà ad un più 269%.
Questo il quadro di riferimento, eppure il tono dei media nazionali è positivo per il futuro, forse confondono le aspettative del loro futuro con quelle dei lettori.
Media che continuano a raccontarci di COVID e guerra in Ucraina, di barconi pieni di migranti e di Unione Europea che darà fondi, di Trump e Putin grandi cattivoni, ma che non ci parla delle guerre nel mondo, dei bambini che in esse muoiono, degli italiani che fanno la fila alla Caritas, dell’inefficienza della magistratura telecomandata dalla politica, forse sarebbe più corretto dire che telecomanda la vita della nazione, dell’abbandono in cui versano i nostri ospedali italiani ove in un pronto soccorso puoi aspettare anche ventidue ore prima che qualcuno si preoccupi di curarti o rimanere anche una settimana su una barella in attesa di un “letto”, di una pubblica amministrazione rapace capace solo di funzionare negli uffici della agenzia delle entrate ma altrettanto capace di far aspettare sei mesi per riuscire a fare l’esame di guida, tempo che precipita se passi per un’auto scuola e paghi settecento euro.
Media che non si accorgono che, in tutta Italia, con assoluta ripetitività, a novembre scompaiono molti farmaci salva vita presenti nei piani terapeutici di assistiti oncologici o cardiovascolari, ma gli stessi farmaci l’assistito li può trovare a pagamento.
Media che non si accorgono dei brutali piani di rientro attuati in queste settimane da molti, anche strategici, istituti di credito in Italia.
Questo non comunicano i media nostrani ma, d’altronde, lo stesso Santo Padre prega per i bambini ucraini che subiscono questa devastante guerra in Ucraina, ma si dimentica di citare gli agghiaccianti dati sulle vittime della guerra civile in Yemen rilasciati nelle stesse ore dall’Unicef. Organizzazione che parla di più di 11.000 bambini uccisi o feriti, una media di quattro al giorno, dall’escalation dei combattimenti nel 2015. Dati smentiti dalla stessa organizzazione delle Nazioni Unite che dichiara che il numero potrebbe essere molto più rilevante.
Che dire ….. forse l’unica cosa da dire è che comunque sarà Natale e tutti saremo più buoni.
Con buona pace della verità
Ignoto Uno
15/12/2022