Cosa imparare
dalla
crisi energetica
Circa sei mesi fa ha avuto inizio il conflitto fra Russia ed Ucraina.
Palesemente una guerra fra Occidente e Federazione Russa in terra di Ucraina.
I parlamentari di tutti i partiti italiani in quel periodo dichiaravano, tronfi ed a petto in fuori, che se gli Stati europei avessero smesso di acquistare il gas dalla Federazione Russa, la stessa sarebbe fallita in poche settimane.
Nessun politologo, economista, analista, giornalista reagiva con un minimo di dubbio a questa “marziana” affermazione.
Nessuno di loro poneva ai politici nostrani domande su quanto pesasse percentualmente il flusso proveniente dal gasdotto del Tarvisio sul totale del fabbisogno energetico nazionale. In quei giorni andava ancora di moda dichiarare che pannelli solari e pale eoliche avrebbero sostituito il gas russo. Ilarità dette in libertà mediatica che nessuno confutava.
Quanto fossero “marziane” quelle posizioni lo possiamo comprendere molto bene oggi, 180 giorni dopo, con il costo del gas a 339 euro megawatt/ora.
Oggi i partiti italiani tutti, all’unisono, fanno le vergini e si stracciano le vesti nel prendere atto che il costo della bolletta energetica per le famiglie e le imprese in questi mesi si è triplicato, che a causa di questo quasi 15 milioni di italiani su 60 milioni hanno raggiunto la posizione di “povertà tecnica”, che sempre a causa di questo le imprese non riescono a continuare a produrre.
La Confcommercio prevede nel mese di settembre la chiusura di altre 120 mila attività commerciali con ulteriori 370 mila posti di lavoro persi, vi sono poi gli artigiani e le industrie.
Sono passati sei mesi ed il panico regna sovrano in Italia, non in Russia. Chi prova, però, a dirlo è un “disfattista” o un “filo russo”!!!
Nel panico i nostri politici rilanciano, ora non venti anni fa, l’idea delle centrali nucleari. Centrali che necessitano 15 anni per divenire operative.
Gli stessi politici che avevano quelle “certezze” oggi parlano di “dramma nazionale” e di “soluzioni emergenziali”.
Il governo Draghi che dichiarava che la Russia non sarebbe sopravvissuta alle sanzioni economiche occidentali a lungo, oggi tace. Draghi prende la parola al meeting di Comunione e Liberazione e non fa nessun accenno di autocritica, tantomeno lo fanno i politici che, sempre gli stessi, hanno portato l’Italia in questa situazione di assoluta impreparazione ad affrontare l’emergenza. Questa emergenza come ogni altra emergenza.
Gli stessi politici che non seppero prevedere le conseguenze delle sanzioni economiche occidentali alla Federazione Russa e le ripercussioni della riduzione delle esportazione del gas da parte della stessa, oggi parlano di “emergenza nazionale”.
Qualcuno addirittura, forse a causa di una scarsa cultura democratica, propone di rinviare le elezioni politiche in Italia.
Nessun partito era escluso sei mesi fa dalla sagra del parlare a vanvera sulle conseguenze alle sanzioni. Ne i partiti di maggioranza, ne di opposizione.
Questi politici tutti, dalla Meloni all’estrema sinistra, passando per quel che resta del M5S, non hanno nessuna possibilità di ridare alla nazione una prospettiva di crescita
Il motivo è semplice: hanno dimostrato quanto siano tutti dalla stessa parte e tutti terrorizzati di dire la verità agli Italiani su quanto li aspetta
In fondo sono stati loro (tutti in questi trenta anni) a ridurre la nostra Patria in queste condizioni
Per essere chiari tutti gli analisti prevedono per l’Italia un PIL nel 2023 a meno del 1% ed una inflazione a due cifre, contemporaneamente l’indice delle ore lavorate vede una riduzione verticale e la cassa integrazione straordinaria crescere vorticosamente
Forse è il caso di predisporre qualcosa di nuovo e di più serio per il futuro della Nazione
Certamente servirà realismo, pragmatismo e tanta umiltà per far tornare il sorriso agli italiani
Esattamente tutto quello che questi partiti, portati solo alla demagogia, non ci sanno proporre.
Ignoto Uno
27/08/2022