PD: da partito
democratico
a partito donne?
Sembra che il PD, dopo aver "tradito" ogni suo principio democratico, al punto di governare lungamente pur bocciato dagli Italiani ed aver condotto
l'Italia alle guerre economiche e non solo,
voglia iniziare un cambiamento partendo da un una ulteriore sconfitta. Forse lo stimolo e' venuto dalla probabile e mal celata invidia nei confronti di chi, senza ricorrere femminismi vari o discriminanti leggi di dubbia parità, riconosce in una donna, il suo punto di riferimento massimo, come e' giusto che sia, per meriti e capacità, non certo per genere.
Un partito che Il PD e' incapace di contrastare nel merito, dove addirittura in qualche caso sembra sovrapporsi, sfogandosi personalmente sul suo presidente perché Donna.
La vergognosa frase passata in sordina dai media, ma proferita dal segretario del PD che preferisce un Presidente del Consiglio uomo ad una donna, e l'inqualificabile attacco di qualche "giornalista" donna, forse guidata dall'invidia verso il probabile futuro Presidente del Consiglio Donna, sono la dimostrazione plastica di una mentalità tutta interna alla loro formazione, lontana da quella del popolo Italiano.
Imporre una parità tra uomo e donna, che dovrebbe essere naturale e lo e' nella normalità, discrimina la stessa donna.
Sembra assurdo, ma della questione femminile, la presidente Valentina Cuppi parla esplicitamente di "maschilismo" all'interno del partito. Il segretario raccoglie e rilancia: sì, quello della rappresentanza di genere nel partito è un tema centrale sul quale "è giusto che ci sia stata una discussione cruda". Per questo, è la proposta del segretario, anche le prossime capigruppo al Senato e alla Camera devono essere donne.
La soluzione che si prospetta, a sentire alcuni esponenti dem, è quella di una prorogatio delle due presidenti dei gruppi, Malpezzi e Serracchiani, almeno fino all'elezione della nuova segreteria.
Ci chiediamo, per meriti o che altro dal momento che le due presidenti sostituirono i precedenti per ideologia di genere?
Devono fare riflettere le parole di Letta: "È giusto mettere in campo una classe dirigente più giovane, che il Pd ha, in grado di contrastare un governo guidato da una donna giovane, sebbene con una lunga militanza alle spalle. Una nuova generazione legittimata dal congresso, che metta in pratica i nostri valori", sottolinea ancora il segretario.
Sembra proprio che il problema da
contrastare sia il fatto che alla guida del partito contrapposto e probabilmente il futuro capi di governo sia una donna e non i suoi programmi.
Ancor più grave quando il segretario Letta chiede che siano, ancora, delle donne a guidare le fila parlamentari dem. Perché il segretario ammette che la scarsa rappresentanza femminile alle Camere "è stata una sconfitta", ma aggiunge anche che "il Pd non deve fare passi indietro" rispetto alla valorizzazione delle donne nel partito.
Una discriminazione che sembra fortemente offensiva, sia per la donna che per l'uomo, dove non vige il merito ma il genere.
Alla luce di tutto questo , appare evidente che dovremmo aspettarci un nuovo segretario del PD obbligatoriamente donna.
Poco importa se avrà competenza, preparazione o altro, l'importante che sia donna.
Del resto il PD sembra averci abituato alle discriminazioni che in tanti casi ha portato a forti contrapposizioni che prima erano inesistenti.
Razzismo, omofobia, sono fenomeni che non appartengono alla cultura Italiana, ma che loro sembra abbiano cercato di accendere, fortunatamente non riuscendoci se non in qualche rarissimo caso.
Si vorrà oggi accendere lo scontro tra uomo e donna?
Sembra che siamo sulla buona strada...
Intanto si spiega perché Letta asserisce non c'è bisogno di cambiare il logo.
PD cambia da Partito Democratico in Partito Donne.
Ettore Lembo
08/10/2022