Utilizzo della morte
dei bambini come
strumento
di propaganda?
Si accentua sempre più l'utilizzo delle morti di bambini come "propaganda" per perorare fatti e cause discutibili.
Lo utilizzano le opposizioni, per esasperare i governi, lo utilizzano uomini delle Istituzioni, per difendere il loro operato.
Bambini, la cui morte, viene evidenziata o nascosta, secondo la convenienza.
Quindi, di fatto creando discriminazioni, e non rispetto, tra gli stessi bambini che non sono né di destra né di sinistra, ne fascisti né comunisti, a prescindere se siano essi bianchi, neri, rossi o gialli.
Bambini, tutti uguali o diversi?
Lo abbiamo visto con le morti per annegamento dei bimbi migranti, utilizzate in quei momenti, solo per difendere o accusare posizioni e torti, note a tutti ma senza mai risolvere i problemi e dimenticando i bambini rimasti nei loro paesi, diventando di fatto tutti complici.
Ma... guai a dirlo...
Lo vediamo nella guerra ucraina, dove ogni bimbo ucraino viene conteggiato solo per incriminare sempre più l"avversario, dimenticando i crimini su altri bimbi che nella stessa area hanno subito perché considerati russofoni.
Nessuno parla dei bimbi Afgani o Siriani, e men che meno di quelli Africani, del Congo, Ghana, e così via anche in altri continenti.
Bambini? Figli di nessuno?
Bimbi morti che non interessano a nessuno perché le loro morti servono per gli interessi di alcuni?
E' di questi giorni il vergognoso assistere alla oramai squallida diatriba, della strage di via Rasella, preludio del massacro delle Fosse Ardeatine, senza che nessuno, facendo un passo indietro, riconosca i propri torti.
Che senso ha alimentare divisioni che non trovano riscontri se non nel volere negazionista dei mai sopiti opposti?
Così, come ogni anno, ridicole possono sembrare ad alcuni certe commemorazioni che quest'anno sono state accompagnate dalle parole del Presidente del Senato, assurde, per altri, le commemorazioni e le parole di AMPI e di tutta l'opposizione.
Ciascuno vuol negare l'altro, ricordando ed alimentando quell'odio che ha creato vittime e morti, che non ha mai trovato pace.
Quanta ipocrisia, nell'uno e nell'altro dei contendenti.
Nessuno però ricorda un bambino morto ammazzato..
Con grande amarezza rileviamo che anche quest'anno il Presidente, sia esso del Consiglio, del Senato, della Camera, o della Repubblica, abbia commemorato la morte di Pietro, detto Piero, Zuccheretti, morto saltando in aria nell'esplosione di quell'attentato, in Via Rasella, che provocò morti e feriti da un lato e che fu la causa di tanti morti dall'altro.
Poco importa, oggi, chi era nel giusto o nel torto.
Siamo tutti nel torto, davanti queste morti.
Per di più, e' gravissimo che uno Stato, in questo caso quello Italiano, non commemora un bambino, "Piero" , vittima di un attentato feroce che provocò una rappresaglia ancor piu' feroce.
Perché i Capi di Stato, di Ieri e di Oggi, ignorano un bambino morto ammazzato? Forse perché non era comunista, ma neanche fascista?
Forse per non smentire chi ritenne di essere nel giusto e che asserì al processo: "A via Rasella non un civile morì per lo scoppio della bomba: se qualcuno fu colpito lo si deve alla feroce quanto inutile reazione dei tedeschi che non spararono sui gappisti che li avevano attaccati, ma su inermi borghesi."
Quante menzogne, quanto poco rispetto per la vita.
Squallido poi leggere che: Il 16 aprile 1998, il GIP Maurizio Pacioni del Tribunale di Roma dichiarò che l'attentato di via Rasella non era stato «un legittimo atto di guerra»..
Forse per nascondere le menzogne diventa legittimo ignorare le atrocita' come la morte di un bambino?
Ci chiediamo se anche oggi non stia accadendo lo stesso per altri interessi.
Per quanto ancora la triste abitudine tutta Italiana di alimentare quella ipocrisia che serve ad alcuni?
Almeno i bambini, lasciamoli fuori da questi scempi affinché non siano oggetto di inutili discriminazioni, in una Italia che sembra sempre più vivere di discriminazioni, omissioni, falsità, e ci fermiamo qua'...
Ettore Lembo
03/04/2023