IL CONFLITTO
UCRAINO
TRA LA CONDANNA E LA SPIEGAZIONE
La propagazione mediatica pressante, continua e spesso ripetitiva e riciclante nei contenuti di una visione di tipo esclusivamente unilaterale, e sottolineo questo avverbio, esclusivamente, del conflitto in corso ha portato e continua ad incoraggiare il cittadino medio a schierarsi immediatamente e senza riserve dalla parte di quell'Ucraina che, assediata sempre più dall'esercito russo, resiste fermamente all'avanzata opponendosi con tutte le sue energie militari, diplomatiche e sociali.
Ora, con queste poche ultime parole potremmo ricreare lo scheletro della vicenda presente, e ci basterebbe aggiungervi qualche esempio concreto, qualche dettaglio e qualche spiegazione per arrivare facilmente ad emulare un qualsiasi articolo giornalistico di quelli a cui siamo tanto abituati, e che ormai quasi si confondono tra loro, copiandosi, citandosi e ripetendosi, rubandosi a vicenda notizie e aggiornamenti per distinguersi e fare più clamore.
Ora, certamente quest'invasione, perché tale la si può definire, perpetrata dallo "zar" Putin va subito condannata come qualcosa di immorale, folle e al di fuori di ogni giustificazione. A prescindere da quello che l'apparato mediatico ci propone, a prescindere dai suoi errori nei dettagli informativi, tutti noi siamo d'accordo sul fatto che lì in Ucraina, parlando in modo molto diretto, le bombe cadono, le case vengono distrutte e i civili messi in fuga. Ho conoscenze dirette lì sul posto, che contatto regolarmente e che mi testimoniano in prima persona quanto sta succedendo. Sappiamo bene che ai telegiornali, sui siti di informazione eccetera leggiamo o sentiamo raccontare le notizie con un atteggiamento di parte, di sensazionalismo, di pressione sugli aspetti più drammatici, elevati addirittura a maggiore importanza rispetto a certi altri, tuttavia non possiamo negare l'evidenza, la drammaticità del presente.
Dobbiamo ricordare una cosa: sempre il nostro cittadino medio, fino al giorno antecedente al conflitto quasi non aveva mai preso in seria considerazione le vicende ucraino-russe, che già da parecchio tempo martellavano quelle zone, ma che non erano quasi mai state "martellate" nei salotti e nelle case italiane, per cui erano come "inesistenti". Perché considerare come tale, come "fantasma" una vicenda che in realtà manca solo nell'apparato di notizie, ma che ha devastato la vita di migliaia di ucraini, dalla parte dell'oppressore, e di russi, dalla parte dell'oppresso? Le vicende del Donbass, che da parecchi anni hanno visto violenze perpetrate nei confronti di minoranze russe da parte non di gruppi estremisti ucraini, bensì di organi ufficialmente competenti e legati allo stato dell'Ucraina stessa, hanno portato a lungo andare la Russia ad agire con fermezza, portando le sue forze militari all'assedio di uno Stato che, seppur estraneo all'insieme più o meno eterogeneo della NATO ed escluso addirittura dall'Unione Europea, ora si ritrova a combattere per la sua libertà, per preservare indipendenza e identità.
E con questo ribadisco nuovamente quel pensiero eclettico con cui cerco sempre di immergermi nel mondo dell'informazione per recuperare, sparsi qua e là, i frammenti di realtà: non possiamo giustificare l'azione russa, ne vediamo gli effetti catastrofici, ma allo stesso tempo dobbiamo considerarne le cause, il che non significa rinnegare ciò che abbiamo appena detto, ma semplicemente integrarlo con maggiore obiettività.
Boris Borlenghi
14/03/2022