DEMOCRAZIE VERSUS AUTOCRAZIE.. - ETTORE LEMBO NEWS

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Democrazie
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Autocrazie

La parola “Democrazia” è una fra quelle che richiama emozioni più forti.
Molto spesso usata, in alcuni casi abusata, dai politici occidentali, può essere definita in vari modi ma io, “cittadino semplice”, desidero richiamarla alla mia memoria come la “forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti”.
Coniugata in questi termini, mi chiedo se essa sia esattamente confacente a rappresentare il modello sociale italiano che forma il suo ceto parlamentare attraverso l’attuale legge elettorale, il tristemente noto “rosatellum”.
Potremmo, forse, ritenere che la nostra amata Italia, oggi, ha una forma di costituzione del potere esecutivo oligarchica? Probabilmente no, ma potremmo inventare, in fondo va tanto di moda coniugare neologismi, una nuova categoria, potremmo definirla “semi oligarchica”.
“Sistema politico caratterizzato dalla concentrazione del potere effettivo nelle mani di pochi che, nella maggior parte dei casi opera pressoché esclusivamente a proprio vantaggio senza tener conto degli interessi più complessivi del sistema socio politico economico che governa” questa è la definizione di oligarchia che mi sembra più efficace.
In essa il passaggio chiave è quello di “potere effettivo” che si distacca da quello di “potere formale”. Potremmo parlare di “potere sostanziale”.
Io, “cittadino semplice”, non la trovo poi così lontana questa definizione rispetto alla situazione di fatto che molti di noi percepiamo nella nostra amata Italia ed in Europa.
Ho utilizzato il concetto di “semi oligarchia” solamente perché sono palesi coloro che nei partiti decidono chi entrerà in Parlamento. Parlamentari che sono veri e propri nominati.
Sarà, poi, vero che sono proprio i vari Meloni, Salvini, Berlusconi, Letta, Calenda - Renzi, Bonino e Fratoianni, finanche i vari Paragone e Toscano ad essere i veri decisori finali della composizione delle liste nei loro partiti politici?
Possiamo temere che tutti loro, o parte di loro, abbiano forti pressioni invisibili e non dichiarabili nella composizione di dette liste.
In questi giorni si è parlato tanto di “fondi russi”, siamo così certi che, nel caso siano veramente stati erogati, questi siano gli unici? Niente da altre superpotenze?
Niente da certi famosi poteri finanziari assai forti e presenti?
Possibile che questi poteri, usualmente assai pervicaci nella vita socio economico politica italiana, non abbiano “consigliato” nessuno? A nessun partito?
I politici occidentali tutti, in questo mondo moderno, incapaci di dare serenità e futuro ai propri popoli, da tempo, si sono lanciati nella creazione di nuove definizioni.
Alcune vanno più di moda di altre nel nostro occidente.
“Autarchia” quella che va nella nostra Europa per la maggiore.
Su di essa mi sono voluto soffermare andandone a ricercare la definizione ed ho trovato che in filosofia è il “principio fondamentale dell'etica cinica e stoica, consistente nell'autosufficienza spirituale del sapiente che deve ‘bastare a sé stesso’ per risentire il meno possibile del bisogno delle cose e del mondo”, in economia è la “condizione di un paese che mira all’autosufficienza economica, nell’obiettivo di produrre sul territorio nazionale i beni che consuma o utilizza, limitando o annullando gli scambi con l’estero”.
Modelli di studio sui sistemi economici autarchici li possiamo trovare nel pensiero tedesco dei primi dell’Ottocento, Fichte fra i più noti.
Politiche autarchiche si imposero negli imperi centrali durante la Prima Guerra Mondiale. Negli anni ‘30 del secolo scorso tendenze autarchiche furono forti con l’affermarsi di governi totalitari ed il diffondersi di modelli di economia pianificata.
Nazismo, fascismo e comunismo stalinista ne adottarono il pensiero.
Alla base dell’autarchia vi è il principio dell’autosufficienza.
Certamente gli esempi storici recenti europei portano all’uso di questi principi da parte di totalitarismi ed i totalitarismi, di destra e di sinistra, non sono mai accettabili da noi “cittadini semplici”.
A New York alla platea della 57ma edizione dell'Annual Awards Dinner della 'Appeal of Conscience Foundation, fondazione che gli sta conferendo il premio di “Statista dell’Anno”, Mario Draghi ha ripetuto il suo credo “Evitare le ambiguità, le autocrazie sfruttano le esitazioni".
Il premio di Statista dell’Anno è un riconoscimento assai importante, in cosa abbia eccelso in modo così superiore alla media durante questo anno il Premier italiano non mi è molto chiaro, certamente lo possiamo interpretare come un “premio alla carriera”, sicuramente importantissima quella di Mario Draghi, ma, usualmente, questi premi si conferiscono al termine della stessa e, nel caso del Premier, non sembrerebbe essere questo l’auspicio degli stessi estensori dell’onorificenza.
L’intervento di Draghi è stato, infatti, preceduto da un messaggio del Presidente Statunitense Joe Biden che lo ringrazia per la sua "leadership" e per la "voce potente" che ha avuto nella promozione dei diritti umani, a cui hanno fatto  seguito le parole di Henry Kissinger che, parlando del premier italiano, ha detto che “Il suo coraggio e la sua visione faranno sì che resterà con noi a lungo".
Draghi, nel suo intervento, ha parlato di “nuova guerra fredda”, di “polarizzazione” e ha dichiarato che “sarà il modo in cui trattiamo con le autocrazie che definirà la nostra capacità di plasmare il futuro" terminando, infine, con il declinare alcuni ideali “chiari ed espliciti” sui valori fondanti le nostre società. Cioè il suo modello di Stati Uniti ed Europa.
La fede nella democrazia e nello Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani, la solidarietà globale.  Questi i cardini della democrazia secondo il presidente Draghi.
Io, “cittadino semplice”, però, nel vedere declinati questi importanti valori, mi ritrovo con il forte disagio di non sentire di vivere in un occidente che, oltre a parlare, fino troppo, di questi valori, li applica in primis con coloro che sono i più diretti interessati, intendo dire i cittadini membri di questa nostra amata Italia.
Dove la “democrazia” in Italia oggi? Democrazia che prende origine da un reale esercizio di delega da parte del popolo che può scegliere rappresentanti liberamente eletti e non nominati “oligarchicamente”.
Abbiamo visto questo in questa tornata elettorale in Italia?
Certamente no!
Proprio per questo noi “cittadini semplici” ci sentiamo governati da una “autocrazia” che condanna le “autocrazia” altrui.
Un tempo vi era un famoso detto “il bue che dice ……”.
Ebbene, se qualcuno si ritrova in questa mia analisi, egli non potrà che convenire che il non presentarsi alle urne autorizza questa imposizione dall’alto, solamente l’espressione del voto attraverso l’annullamento della scheda può, infatti, definire la volontà di vedere rispettata la democrazia attraverso l’andare alle urne e, contemporaneamente, il disagio per un momento che, nel puntare il dito contro le “autoarchie”, non può più accettare queste “oligarchie autartiche” camuffate.
Ignoto Uno
21/09/2022
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