Del “potere dei più buoni” ci “siamo rotti i …..”
Lunedì 18 dicembre, una settimana dal Natale, otto del mattino circa, ora di punta, una ventina di “attivisti”, così si autodefiniscono, interrompe la circolazione poco prima dello svincolo fra la Salaria e via Olimpica a Roma, un punto nevralgico della città.
È l’ennesima “azione di protesta” che compiono, non la prima.
La Salaria, arteria che permette l’ingresso nella capitale dalla provincia di Rieti, a quell’ora vede tantissimi pendolari, persone che anelano di arrivare in tempo in ufficio e “timbrare il cartellino”.
Persone, tremendamente spesso, costrette ad usare un mezzo proprio per i loro spostamenti a causa delle carenze del trasporto pubblico.
Vi sono, infine, i più “sfortunati”, quelli che sono costretti ad avvalersi proprio di quel trasporto pubblico su gomma, nel Lazio Cotral, la cui qualità in tutta Italia ha standard ritenuti adeguati esclusivamente da chi ha la fortuna di non averne nessuna necessità.
In primis da coloro, usualmente i più benestanti, che hanno la fortuna di risiedere e lavorare all’interno delle zone ZTL, a seguire da molti amministratori pubblici avvezzi all’estensivo utilizzo della “macchina blu”, “lampeggiante” incluso.
Circa otto del mattino, ho appena scritto, la ventina di “ecologisti”, a quanto pare esenti dalla necessità di “portare la pagnotta a casa”, si sdraiano al centro della carreggiata e bloccano il traffico.
Immediato il caos, immediata la formazione di una fila chilometrica.
Veicoli, tutti, con il motore accesso, un po’ per la speranza di poter proseguire, un po’ per il freddo.
La “rabbia” in alcuni conducenti rischia di prendere il sopravventò sullo spirito “ecologista” degli stessi.
Per chi è un “cittadino semplice”, quale io sono, non è difficile comprenderli. Sono, tutte, persone, automobilisti, pendolari, bloccati, sequestrati.
La loro vita tenuta ostaggio da una ventina di arroganti che ritengono che la propria ideologia sia più importante del rispetto che si deve agli altri, del rispetto delle leggi, del rispetto della dialettica democratica per far prevalere il proprio punto di vista su quello degli altri.
Le forze dell’ordine, in questo caso, intervengono con tempestività, per fortuna e capacità non arrivano sul posto in tre ore come recentemente accaduto, sempre a Roma, ad una autoambulanza chiamata a soccorrere una persona alla Stazione Termini, la principale e centrale stazione ferroviaria della città.
I tutori dell’ordine riescono a far mantenere una adeguata “calma” a tutti.
Vi è da chiedersi, però, quando verrà dato loro l’ordine di arrestare questi invasati e quando troveranno un magistrato che avrà il coraggio di incriminare questi “tutori non richiesti della ecologia italica” per reati per i quali, al fine di impedire il reiterarsi degli stessi, è prevista la carcerazione cautelare?
Io, sempre “cittadino semplice”, percepisco un continuo crescere dell’ esasperazione “delle persone per bene”, delle persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese.
Esasperazione che cresce, ancor più, in coloro che, più fortunate e benestanti, hanno la consuetudine di viaggiare e possono, fattivamente, fare confronti.
Servizi pubblici indegni, sanità pubblica allo sfascio, qualità del manto stradale assai spesso simile a quello delle strade di Gaza oggi, raccolta “differenziata” della nettezza urbana che lascia montagne di immondizia sulle nostre strade.
Decoro urbano inesistente, strade intasate a causa di politiche che non tengono minimamente presente la necessità di spostamento dei cittadini.
In tutto questo io, noi, “cittadini semplici”, veniamo annoiati, e disturbati, dal “potere dei più buoni”, come narrò nella sua canzone quel grande poeta che fu Giorgio Gaber.
Quella che recita “La mia vita di ogni giorno è preoccuparmi di ciò che ho intorno. Sono sensibile e umano, probabilmente sono il più buono”.
Ecco, di questi “più buoni”, attenti all’ecologia a casa nostra e non a quella globale, ci siamo, parlo al plurale fiducioso di non essere solo, assai stufati.
Quanto sarebbe interessante vederli seduti per terra al centro di una arteria stradale a Pechino!
Altrettanto interessante vederli sdraiati di fronte ai giga trattori che devastano la foresta amazzonica ogni giorno.
A questo punto una sommessa proposta: i media “censurino” la “notizia” delle loro azioni.
Sono certo che la “legalità” tornerebbe immediatamente sulle nostre strade e le nostre città.
Se, poi, i magistrati battessero un colpo molti “cittadini semplici” avvezzi a dover portare la famosa “pagnotta a casa” non sarebbero più costretti a “rompersi i ……”.
Ignoto Uno
20/12/2023