DOCUMENTI TRAPELATI.. - ETTORE LEMBO NEWS

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DOCUMENTI TRAPELATI,
COLPEVOLI ARRESTATI:
LA RECITA È FATTA

Ci troviamo da mesi in una situazione in cui da una parte la propaganda mediatica ci incalza con aggiornamenti costanti sul conflitto russo-ucraino, e dall’altra i semplici cittadini, per quanto stanchi di queste notizie, spesso vi si aggrappano ardentemente col desiderio di averne di più e con la paura che esse possano andare peggiorando. Il clima resta teso, con teorie cospirazioniste che ruotano da tutte le parti e che talvolta si insediano nella mente di persone che, inconsapevolmente, le reputano come veritiere. Quando poi emergono barlumi di informazioni che paiono confermarle, ecco che l’opinione pubblica in generale comincia a smuoversi e ad alzare la voce, autentiche o false che siano le notizie in questione.
Proprio in questi giorni stiamo assistendo ad un caso su questo modello: l’arresto, negli Stati Uniti, della presunta “talpa” che avrebbe diffuso documenti top secret riguardanti il conflitto russo-ucraino nel quale l’America ha preso una posizione molto più partecipativa - e bellicosa - di quanto dichiarato. Ma partiamo dall’inizio: già da diverso tempo era emersa la notizia secondo cui una serie di documenti segreti militari appartenenti al Pentagono sarebbe diventata quasi di dominio pubblico, passando di sito in sito sulla rete internet dopo essere stata sottratta alla segretezza in cui si trovava, teoricamente garantita dalle stesse forze militari americane.
Da subito è iniziata la caccia al responsabile, identificato poi in Jack Teixeira, membro dell'intelligence della Air National Guard del Massachussets, tecnico informatico che dal 2021 aveva il nullaosta per accedere alla rete interna del Pentagono per informazioni top secret, descritto dai media come “un giovane patriottico, devoto cattolico, razzista e antisemita, fanatico delle armi, dubbioso del futuro dell'America e anti deep state”. Le indagini lo hanno identificato come leader dei “Thug Shaker Central”, piccolo gruppo online formato da giovani e giovanissimi uniti dalla passione per le armi, i videogiochi e il razzismo: sono proprio alcuni di questi che hanno dichiarato di aver visto pubblicare da parte di un certo OG questi documenti, con l’intenzione che restassero privati, fino a quanto uno di loro, condividendoli, li ha fatti arrivare su canali Telegram russi, e così all’attenzione globale. Da qui il Times ha identificato in Teixeira l'identità di OG da una serie di tracce digitali e di fotografie sui social, fino ad arrivare a “dettagli dell'interno della casa dei suoi genitori che coinciderebbero con dettagli che appaiono ai margini di alcune delle fotografie dei documenti trafugati”, come riporta una nota fonte italiana.
Ma nello specifico, cosa riguardavano questi documenti trafugati e diffusi, prima tramite ricopiatura a mano e poi tramite vere e proprie fotografie inoltrate? Secondo la stessa fonte, essi “mettevano a nudo i segreti sui preparativi dell'Ucraina per una controffensiva primaverile, lo spionaggio degli Stati Uniti su alleati come Ucraina, Corea del Sud e Israele e le tensioni tra Washington e le capitali alleate sull'armamento di Kiev”.
Cosa rischierà ora questo giovane il cui intento, probabilmente, era più quello di rinforzare la sua cerchia e i suoi ideali che quello di assestare un colpo alla sicurezza del suo Paese? Come continuano le nostre fonti, egli “dovrà comparire davanti a giudici dell'US District Court del Massachusetts, ma al momento non è chiaro quali saranno le accuse che gli verranno contestate”. Intanto “è comparso davanti al tribunale di Boston, dove è stato formalmente incriminato per aver violato l'Espionage Act, in particolare per la detenzione e trasmissione non autorizzate di informazioni di difesa nazionale, nonché per la rimozione non autorizzata di informazioni classificate e materiali di difesa: due capi di imputazione che comportano rispettivamente sino ad un massimo di 10 e 5 anni”. Quel che è certo è che resterà in carcere fino alla prossima udienza di mercoledì. Come la nostra fonte prosegue, “l'amministrazione Biden vuole una pena esemplare, anche a scopo di deterrenza. Il ministro della Giustizia Merrick Garland ha annunciato che saranno richieste pene molto pesanti”. Intanto si comincia a valutare, a scopo preventivo, una stretta "per proteggere e limitare la distribuzione di informazioni sensibili", mentre anche al Congresso si invocano nuovi protocolli di sicurezza e di selezione del personale, in un ambiente dove più di un milione di dipendenti hanno accesso ad informazioni top secret.
Ebbene, in tutta questa ondata di novità su novità, dalla trapelazione di documenti cruciali fino all’arresto e, tra poco, all’accusa del responsabile, cosa possiamo dedurre noi semplici cittadini? Certamente i fatti dal punto di vista oggettivo sono avvenuti, ma quale importanza è stata data loro? Erano veramente così critici quei documenti da scatenare tanto panico, oppure erano solo un mero simbolo di potere statunitense con minor utilità strategica di quanto affermato? Era veramente così urgente trovare chi li aveva diffusi, ormai a fatto compiuto, o era solo un modo, da parte delle amministrazioni americane, per dimostrarsi efficienti e diligenti? O meglio ancora, la domanda è questa: che l’intera questione, dall’inizio alla fine, sia stata non tanto voluta, quanto piuttosto tollerata, lasciata avvenire e intanto drammatizzata, da parte degli USA, con lo scopo di mantenere e rinnovare le turbolenze legate ad un tema così scottante per tutto il mondo? Poniamoci queste domande, valutando il tutto con obiettività, senza ripiegare su conclusioni affrettate: occorre un’esegesi, un’analisi continua, di ciò che avviene attorno a noi, per evitare di esserne sommersi o, peggio ancora, trascinati.
Boris Borlenghi
18/04/2023


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