PNRR o piano Marshall. Sono uguali?
La Seconda Guerra Mondiale con le sue battaglie ed i suoi bombardamenti contò più di quaranta milioni di vittime.
Di questi 400mila erano italiani.
Distrusse pressoché tutto.
Causò disoccupazione, industrie ed infrastrutture divennero inutilizzabili, l’agricoltura fu ridotta a non produrre quasi niente.
Dolore e miseria erano la cifra che univano il popolo italiano.
Una Nazione che viveva nella scarsità di tutto. Pochissimi, infatti, i beni di prima necessità in quei tristi giorni.
L’inflazione galoppava, la disoccupazione raggiungeva livelli inaccettabili, i salari erano estremamente bassi.
Questa l’Italia del primo dopo guerra
Essa era anche assai divisa politicamente al suo interno.
Yalta aveva posto la nostra amata Patria sotto l’influenza statunitense.
Il Presidente USA, Roosevelt, comprese che il suo popolo doveva avere la capacità di riportare il benessere e la libertà a coloro che avevano sconfitto.
Per questo lanciò un ambizioso progetto di rilancio.
Fu denominato “Piano Marshall”.
Un finanziamento di un miliardo e 500 milioni di dollari con cui l’Italia rilanciò l’industria, soprattutto quella meccanica e quella siderurgica, e costruì le principali infrastrutture della nazione. Fra queste la prima autostrada, la Milano Roma, la A1.
Era il 5 giugno 1947, la sede l’università di Harvard, un grande Segretario di Stato, George Marshall, spiegava ai suoi compatrioti la lungimiranza di aiutare gli sconfitti a rialzare la testa attraverso un piano economico rivolto a loro dagli Stati Uniti.
Quel Piano, voluto da un grande Presidente poliomielitico, per volere di questi, entrò nella storia dell’umanità come “Piano Marshall”.
Nel suo discorso egli sottolineava come gli obiettivi principali fossero quelli di contrastare la fame e la povertà in Europa e di sostenerla nel percorso di ricostruzione e di ripresa economica.
Fu il successore di Roosevelt, il Presidente Truman, nel 1948, ad attuare fattivamente il Piano attraverso l’Economic Cooperation Administration e l’European Recovery Program.
In totale, fra il 1948 ed il 1952, gli Stati Uniti sostennero la ripresa economica europea con 17 miliardi di dollari.
Al mercato nero, in quei giorni, un chilo di farina costava 30 lire, un litro di benzina 2 lire.
Quando venne introdotto l’Euro, il 1 gennaio 1999, questo veniva cambiato a 1.936,27 lire.
Attraverso il Piano Marshall gli italiani, ed i i popoli europei, acquisirono, con il fine di far ripartire l’industria e l’agricoltura, macchinari, trattori, materie prime e derrate agricole. Finanche combustibili utili a far alzare la testa al sistema paese.
La nostra amata Italia riprese a crescere e raggiunse il boom economico.
Noi “cittadini semplici” potemmo comprare la prima e la seconda casa, l’automobile e gli elettrodomestici, soprattutto potemmo pensare al futuro dei nostri figli con fiducia.
In Italia fu un grande italiano, il democristiano Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, a garantire la stabilità del rapporto con i vincitori della guerra e, attraverso questo, permettere l’ingresso dell’Italia nel novero dei Paesi beneficiari del Piano Marshall.
Oggi l’Unione Europea a guida tedesca propone un piano denominato Next Generation EU, un Fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa dei 27 Stati che la compongono, di cui il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è la parte italiana.
PNRR che viene spesso comparato al Piano Marshall.
Sommessamente chiedo se veramente, noi “cittadini semplici”, possiamo pensare che i due piani siano comparabili.
Il Piano Marshall fu di un miliardo e 500 milioni di dollari del tempo, fondi mai restituiti.
Il PNRR è di 191,5 miliardi di euro di oggi, di cui 70 miliardi, pari al 36,5%, in sovvenzioni a fondo perduto e 121 miliardi, il 63,5%, in prestiti da restituire in data certa.
Il Presidente Sergio Mattarella, intervenendo all'assemblea dell'Anci a Genova in data 25 ottobre, ha dichiarato che l’Italia deve “Attuare il Pnrr, in esso più soldi che dal piano Marshall".
Questa la motivazione per cui “non si può fallire sull'attuazione del Pnrr”.
Sommessamente, io “cittadino semplice”, mi chiedo dove ho studiato male la storia del Piano Marshall e dove non ho ben compreso il modello finanziario del PNRR.
Nel caso non avessi studiato male, forse, il ruolo strategico che può svolgere l’Italia in mezzo al mediterraneo, come spiegava a noi allora giovani italiani di cultura cristiana quel grande presidente che si chiamava Francesco Cossiga, potrebbe, e dovrebbe, essere prima maggiormente tutelata, poi usata su tavoli ove la nostra “moneta di scambio”, la nostra posizione strategica nel mediterraneo, possa essere meglio remunerata.
Magari, dato che sempre viene riportato, assai correttamente, al centro della posizione politica l’appartenenza della nostra amata Italia all’atlantismo, proprio ad un nuovo tavolo con gli Stati Uniti che permetta di addivenire ad un nuovo Piano Marshall.
Magari Roosevelt, tanto per tornare alle origini.
Ignoto Uno
27/129/2023