Campagna elettorale
italiana,
la noia che
precede il baratro?
Conclusa in anticipo la legislatura, gli elettori italiani si apprestano a decidere chi votare, molti se votare, cercando di comprendere attraverso l’ennesima campagna elettorale, le scelte politiche che i singoli partiti reputano le più opportune a dare un futuro di serenità al nostro paese.
Su questa campagna elettorale, almeno su quella finora vissuta, permettetemi un commento di sintesi: che noia! Che pochezza!
Un ceto politico che ha portato l’Italia a quello che plasticamente tutti noi “cittadini semplici” siamo costretti a vedere e subire, lo stesso ceto politico di questa insignificante e devastante seconda repubblica, ci annoia con frasi senza alcuno spessore.
Un ceto politico tutto che sta riducendo questa campagna elettorale, in questo drammatico momento storico, nella complessità socio economica della nostra nazione, ad una gazzarra da pollaio. Nessun reale contenuto, solo parole vuote.
Esponenti politici che vogliono ridurre noi “cittadini semplici” a decerebrati appiattendoci tutti nella fascia meno abituata ad usare la maieutica nella nostra società. Mi chiedo come lo stesso ceto dirigente politico possa poi dichiararsi preoccupato nel vedere sondaggi che evidenziano un 40% di aventi diritto al voto pronto a non esprimersi nelle urne.
Gli esponenti del Partito Democratico che puntano il dito verso coloro che sono nella coalizione opposta apostrofandoli con “siete di destra”, gli altri che rispondono “centro - destra”. Premesso che vorrei che qualcuno mi declinasse cosa vuol dire “destra” e cosa vuol dire “sinistra” nella politica europea del 2022, certo che la parola “fascista” sia oggi altrettanto insulsa di quella “comunista”, non posso nascondere la totale noia che mi causa un livello così ridicolo di confronto politico.
Senza voler commentare la gazzarra tutta interna alle varie fazioni del M5S. “Non votare per lui, vota per me” è il qualificato messaggio di Conte quando si rivolgere a coloro che votarono per il M5S, ove “lui” è l’oramai “nemico” Di Maio. Ovviamente, in questo momento di nullità, Di Maio reagisce con altrettanto spessore, un tempo si commentavano questi atteggiamenti con un “volano basso”.
Contenuti altissimi non c’è che dire. Contenuti che mi ricordano il famoso “asilo Mariuccia”.
E che nessuno provi a tacciarmi di qualunquismo.
Il qualunquismo, movimento politico fondato nel 1944 da Giannini, si basò sul malcontento dei ceti medi e contrastò l'assetto politico-istituzionale uscito dalla Resistenza proponendo una visione puramente amministrativa della gestione dello Stato, mancava totalmente di una idea politica alta. Esattamente il contrario di ciò che io “cittadino semplice”, non “uomo qualunque”, sento come esigenza. L’Italia ha urgente necessità di statisti, di politici capaci di immaginare il lungo periodo e fare scelte strategiche per creare una Italia nuova. In sintesi gli italiani hanno urgentissima la necessità di veder apparire un ceto politico che sappia proporre un disegno concreto e reale di riposizionamento della nazione tale da ridare un sogno agli italiani.
Esattamente il contrario di quello che ci propone questa insignificante campagna elettorale.
Campagna elettorale che si sviluppa mentre noi “cittadini semplici” stiamo vivendo un Occidente nel quale la presidenza Biden interpreta la politica estera esclusivamente finanziando senza limiti la fornitura di armi ad Ucraina e Taiwan scevro di ogni conseguenza che tale politica possa causare sia sul piano economico che militare.
Stiamo tutti vivendo un Occidente ove l’Europa, prima entusiasta della sconfitta - mai legittimata dallo sconfitto - di Trump in Stati Uniti, ora non può fare altro che il silente pesce in barile a fronte delle devastanti conseguenze socio politiche ed economiche delle politiche statunitensi in essere nei confronti degli Stati UE 27.
Stiamo tutti vivendo una NATO divenuta improvvisamente silente dopo mesi di dichiarazioni politiche molto più confacenti ad esponenti democraticamente eletti che a burocrati servitori della pace.
Stiamo tutti vivendo un Italia totalmente allo sbando e senza alcuna reale prospettiva ove da decenni manca una seria e lungimirante politica industriale, una politica energetica non basata sulla demagogia ed il clientelismo ma sulla strategica difesa degli interessi nazionali, una reale strategia di indirizzo dei giovani.
Stiamo tutti vivendo un Italia ove il livello dei servizi pubblici sta peggiorando a vista d’occhio, ove il percepito di giustizia da parte dei cittadini è sempre più basso, ove il sistema sanitario viene dichiarato perfetto sui media ma crea ansia a chi si trova a doverne usufruire, ove il sistema scolastico è altrettanto osannato ma viene vissuto come scadente dalle classifiche mondiali, ove si parla in continuo di “mafia” come nemico pubblico numero uno ma la si incontra assai sovente nell’entrare in un esercizio pubblico o nel partecipare ad una gara di appalto.
Se tutto questo voi “cittadini semplici” come me lo ritenete vero, credo sia giunto il momento, a poche settimane dal voto, che noi tutti insieme chiediamo pacatamente, ma con voce ferma, ai signori della politica di scendere dall’albero del nulla e di spiegarci, possibilmente con parole semplici e comprensibili, le loro intenzioni in ordine alle riforme costituzionali sempre più evidentemente necessarie, alle riforme fiscali con i dovuti riferimenti di copertura dei costi, alle riforme industriali, alla politica energetica con dati credibili sulla copertura dei fabbisogni della nazione, alla riforma della giustizia e a come riportare sanità e scuola a standard qualitativi omogenei su tutto il territorio nazionale e ai giusti posti nelle classifiche internazionali.
Io “cittadino semplice”, infatti, vorrei vedere i nostri giovani migliori tornare in Italia e non lasciare l’Italia e da padre rimango in attesa di queste informazioni per dare un consiglio su dove vivere ai miei figli.
Figli, tutti i figli degli italiani, che hanno diritto a ritornare a pensare felici ed in grande come ebbero la possibilità di fare i loro antenati
A tal fine, per ultimo, alcune domande.
È etico che noi padri e madri dei nostri figli continuiamo a pensare corretto incrementare il debito attraverso politiche in deficit? Ancor più con i tassi passivi sul credito che continuano a crescere coerentemente all’inflazione.
È necessario o meno rivisitare il piano sul PNRR per verificare se l’incremento dei tassi passivi sul debito rendono insostenibile per l’Italia questo strumento nel medio periodo?
Ai partiti, tutti, il compito di dare risposte e darci la serenità per il futuro che loro sono chiamati a garantire.
Ignoto Uno
02/09/2022