Ignoto Uno sta
parlando molto!
Mi chiedo se colui che si cela dietro a questa firma tia sperando veramente in un futuro Presidente della Repubblica capace di unire il popolo Italiano oggi così diviso, oppure se sta scrivendo a tutti coloro che oramai sentono l'esigenza di qualche cosa di nuovo.
Un “qualcosa” che sappia unire, ridare sorriso, felicità, libertà ed un futuro al popolo italiano.
Non so Voi, io ne sento veramente forte l’esigenza.
Ettore Lembo
23/01/2022
"Lunedì 24 inizieranno le votazioni che porteranno ad eleggere il futuro Presidente della Repubblica.
Il principale compito a cui sarà chiamato nel suo settennato sarà quello di annullare la sempre più plasticamente evidente e drammatica distanza fra cittadini ed Istituzioni, fra cittadini e ceto politico. Più in generale fra cittadini e corpi intermedi.
I grandi elettori sono consapevoli di questo iato? Sanno cosa significa in una democrazia quando viene meno la famosa “rappresentanza”?
Alla fine della seconda guerra mondiale in Italia presero forma partiti che seppero ascoltare i bisogni degli italiani e, allo stesso tempo, dare loro un indirizzo, una idea paese capace di essere sintesi delle diverse posizioni ed interessi.
Da questo nacque prima la ricostruzione, poi lo sviluppo ed, infine, il boom economico.
Da quel momento iniziò il degrado etico del sistema paese, tutto.
Corruzione etica e sempre più evidenti carenze culturali hanno devastato la Nazione.
Da un lato la totalmente autoreferenziale frase sul “siamo i migliori”, “abbiamo la più bella Costituzione al mondo” ed altre di analoga qualità, dall’altro un ceto politico che ha sempre più delegato ai cosiddetti “tecnici” la gestione del paese, corpi intermedi sempre meno rappresentavi dei loro associati, burocrazia sempre più autoreferenziale ed incapace di essere una reale catena di trasmissione fra attività di governo e sistema sociale.
Il risultato di tutto questo è stato un forte impoverimento del paese con un rapporto debito/PIL che è passato dal circa 57% del 1980, al 115% del 1993, fino al 135% del Governo Conte e molti dei nostri migliori giovani sempre più alla ricerca di una via di fuga all’estero.
A tutto questo va aggiunta una ormai molto preoccupante crisi demografica.
Allo stesso tempo Parlamento, magistratura e quinto potere, i media, vengono ritenuti sempre più inutili o inaffidabili da ampi strati della popolazione.
Forse il primo forte segnale sulla crisi socio politica in Italia fu l’intervista che Enrico Berlinguer il 28 luglio del 1981 dette ad Eugenio Scalfari, in essa lo statista comunista iscrisse nell’agenda della politica italiana la definizione della “questione morale”.
Un’intervista destinata a fare epoca. In essa il leader del Partito Comunista Italiano affermava e sottolineava la diversità morale del movimento comunista italiano rispetto agli altri partiti della Prima Repubblica. Parlava di «ladri, corruttori e concussori» da arrestare e mettere in galera.
Nel 1992 fu il Presidente Spadolini, statista laico, a riprendere con forza il tema della questione morale allargandola a tutti i partiti ed aprendo di fatto l’epoca di “mani pulite”.
Il Presidente Spadolini incolpava i partiti ed i corpi intermedi di essersi piegati all’interesse di pochi e, in questo, riteneva potesse identificarsi la causa di perdita di capacità propositiva del nostro paese.
Ecco i drammatici anni ‘90 che ebbero in “mani pulite” l’elemento che causò la fine della prima repubblica.
Molti parlano di “seconda repubblica” quella che si originò con gli arresti di quegli anni, io la chiamerei “prima repubblica bis”.
Quella fu una pulizia a senso unico che distrusse il pentapartito ma non colpì altre ampie fasce politiche e di potere della Nazione.
Memorabile l’intervento del Presidente Craxi alla Camera dei Deputati prima di quello che io chiamerei esilio più che fuga. Esilio che fece comodo a tutti, anche a chi, certamente correttamente in un sistema democratico, afferma che “ci si difende nei processi e non dai processi”.
L’Italia passò dai “partito mediazione” ai “partito azienda”.
Dalle discussioni interne per esprimere una linea comune, a partiti con un imprenditore padrone, partiti “ditta”, partiti con un “capitano”. Senza congressi o con congressi farsa. Parlamentari “nominati”, senza reale rapporto con i loro territori.
Da “mani pulite” a la “magistratura partito” culminata con il plateale togliersi la toga di uno dei magistrati culto di quel periodo, Tonino Di Pietro, ovviamente sceso poi in politica.
Cosa sperano gli italiani oggi è semplice capirlo, meno realizzarlo.
Sperano di tornare alla normalità.
Si erano affidati al partito di “onestà, onestà, onestà” e ne sono rimasti in gran misura delusi.
Speravano nei tecnici, ora li conoscono e non li esaltano più.
Cercano solo normalità, meno “lo chiede l’Europa” e più “è utile al popolo italiano”.
Urlano la necessità di trovare partiti capaci di interpretare un ruolo di mediazione fra le opposte istanze provenienti dai vari gruppi di interesse e di potere e gli strati più indifesi del sistema sociale.
Un ruolo di indirizzo da un lato e di stimolo dall’altro.
Agognano di poter vedere una magistratura terzo potere capace di mantenere il rigore del comportamento, scevra dalle posizioni di parte e distaccata dalla politica.
Gli Italiani vorrebbero giornalisti capaci di fare domande scomode, con la schiena dritta, un vero quinto potere.
Gli italiani, infine, sperano che addirittura questo triste parlamento sappia eleggere un Presidente della Repubblica capace di difenderli e rappresentarli tutti. Sappia renderli coesi e non divisi, sappia far loro rialzare la testa e tornare a sorridere.
Chissà, forse, chiedono troppo.
In fondo vogliono solo essere liberi di pensare e sognare in grande"
Ignoto Uno