Cardinal Zuppi, annunci il
Vangelo a “La Mecca”

Cardinal Zuppi, annunci il
Vangelo a “La Mecca” con la sua minoranza di vescovi, preti e
accoliti laici. Lasci la Presidenza della CEI a chi merita, ha fede,
coraggio e visione.
Casarin
e compagni la seguiranno? Magari con le solite “femministe” al
seguito…
L’ideologia
e la demagogia a favore dell’immigrazione irregolare – che da
qualche anno hanno sedotto una piccola, ma assai rumorosa porzione
del panorama politico – hanno contribuito a generare una crescente
instabilità sociale. Le tensioni, oramai quotidiane, sono sotto gli
occhi di tutti, e le Forze dell’Ordine, chiamate a fronteggiare
l’inevitabile, sono spesso lasciate senza il minimo sostegno
pubblico. Intervengono come possono, con coraggio e dignità, pagando
spesso in prima persona il prezzo dell’abbandono istituzionale.
Veri e propri eroi, i nostri agenti, ma troppo raramente riconosciuti
come tali.
Fa
riflettere che, mentre la realtà brucia, alcuni rappresentanti della
Chiesa – una sparuta minoranza, fortunatamente – sembrano più
impegnati a farsi paladini di istanze ideologiche che a guidare
spiritualmente i fedeli. Spicca tra questi il presidente della CEI,
Cardinale Matteo Zuppi, che, con l’appoggio di qualche vescovo e
prete – nonché di laici dal profilo dichiaratamente ideologico –
sembra più incline all’attivismo politico che all’annuncio del
Vangelo.
Un’attività,
la sua, che pare concentrarsi più sulla promozione di una cultura
lontana dalla tradizione cattolica che sulla cura delle anime.
Islamismo, diritti LGBTQ+, femminismo, lotta al patriarcato: sono
solo alcune delle bandiere issate da questa corrente ecclesiale, che
ha abbandonato il pulpito per il comizio, e la dottrina per la
militanza.
Dietro
il nobile paravento dei “diritti umani”, troppo spesso evocati in
funzione strumentale, si celano infatti interessi economici,
dinamiche speculative e strategie di potere che poco hanno a che fare
con la difesa della dignità umana. I “diritti”, pare, valgono
solo quando servono a sostenere la narrazione imposta da certe lobby
ideologiche, alcune delle quali organizzate in veri e propri partiti
politici.
Ma
al di là di queste battaglie parallele, ciò che inquieta
maggiormente è il ruolo giocato da alcuni vertici ecclesiastici nel
sostegno all’immigrazione clandestina, in particolare quella di
matrice islamica. Una linea che non solo indebolisce la testimonianza
cristiana, ma apre le porte a forme di proselitismo
islamico
che, paradossalmente, trovano proprio nella Chiesa cattolica il loro
più zelante promotore.
In
prima linea, ancora una volta, il Cardinale Zuppi. A lui si
affiancano vescovi, preti e laici ideologizzati – come Casarin,
tanto per citarne uno – i quali costituiscono però una netta
minoranza rispetto al clero e ai fedeli. Una minoranza che, per
fortuna, non è riuscita a portarlo sul Sacro Trono di Pietro. In
Conclave, la maggioranza dei cardinali ha scelto saggiamente Leone
XIV, uomo di profonda spiritualità, estraneo al materialismo
progressista e deciso a riportare la Chiesa alla sua missione
originaria.
Proprio
l’asse immigrazione islamica e il proselitismo religioso hanno
generato negli ultimi anni un profondo malessere tra i credenti,
alimentando un allontanamento dalla fede sempre più marcato. Le
chiese si svuotano, i fedeli si sentono disorientati da un messaggio
che non riconoscono più come cattolico, e la desertificazione
spirituale avanza silenziosa ma implacabile.
Il
risultato? Messe con pochissimi presenti, questue ridotte a pochi
spiccioli, e un 8 per mille che viene sempre più raramente destinato
alla Chiesa Cattolica. Le diocesi, incapaci di mantenere edifici
vuoti, sono costrette a mettere in vendita le chiese: non più luoghi
di culto, ma pesi economici da eliminare.
E
ci si chiede: perché continuare a donare, quando i fondi raccolti
vengono utilizzati per finanziare attività ben lontane dalla
missione spirituale della Chiesa? Basti pensare alle ONG, alcune
delle quali – con la scusa di “salvare vite” – finiscono per
favorire l’immigrazione clandestina, alimentando un sistema che
potrebbe configurare reati gravissimi. Chi dovrebbe vigilare, tace.
Chi dovrebbe denunciare, si gira dall’altra parte.
Nel
frattempo, il Cardinale Zuppi prosegue nella sua personale crociata
ideologica, apparentemente convinto che il Vangelo oggi si annunci
meglio tra i migranti islamici che tra i fedeli in crisi. Lungi dal
porsi come guida spirituale, preferisce interpretare un ruolo da
attivista, con evidenti affinità politiche. L’assonanza con le
posizioni di certa sinistra radicale, erede dell’“Obamismo” e
della corrente più ideologizzata del mondo DEM, è fin troppo
evidente. Non sorprende che il modello di riferimento sembri più
l’agenda di certe ONG internazionali che i Vangeli.
Alcune
diocesi italiane – sempre le stesse – hanno fatto propria questa
impostazione: accoglienza indiscriminata, sostegno al
multiculturalismo, silenzi colpevoli sui disagi provocati nelle
comunità locali. In alcuni articoli abbiamo documentato fatti
accaduti realmente, pur se spesso taciuti dai media mainstream, che
hanno provocato disagi reali, tensioni sociali e una crescente
insicurezza.
Non
sono rari i casi di immigrati, di fede islamica e status legale
incerto, accolti in strutture parrocchiali nei dintorni di Roma.
Nessuna trasparenza su chi paghi per il loro mantenimento, chi
fornisca loro pasti, abiti e persino telefoni cellulari di ultima
generazione. Domande legittime, che restano senza risposta. Le
attività pastorali sono state forse sostituite da quelle logistiche?
Ancora
più inquietante il silenzio della CEI di fronte a episodi
emblematici: la laicizzazione della scuola pubblica dal
cattolicesimo, seguita da un inatteso proselitismo
islamico;
le visite scolastiche alle moschee, dove gli studenti ascoltano i
sermoni degli imam; la presenza crescente di imam nelle carceri
minorili – strutture in cui la componente islamica è ormai
largamente maggioritaria – tutto questo avviene con il tacito
benestare dei vertici ecclesiastici.
Emblematico
il caso della grande festa islamica tenutasi a Milano: evento passato
sotto silenzio sui principali canali mediatici, ma che ha suscitato
forti malumori tra i residenti. E la CEI, presieduta dal cardinal
Zuppi? Ancora una volta, silenzio.
Non
meno preoccupante la costruzione – in totale assenza di trasparenza
– della seconda moschea islamica più grande d’Europa nel
quartiere romano di Centocelle. Dopo quella già esistente ai
Parioli, Roma si prepara a diventare un simbolo del nuovo Islam
europeo. Secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Tempo”, i
finanziatori sarebbero figure controverse: l’imam Ben Mohamed
Mohamed e Maurizio Falessi, ex latitante in Libano, arrestato nel
2004 insieme a Rita Algranati, esponente delle Brigate Rosse. E anche
qui, la CEI, tace. Dove stà il Cardinal Zuppi?
Troppe
le domande che anche Noi, attraverso i nostri articoli abbiamo posto
e sono rimaste inevase.
Ecco
perché – nel pieno rispetto della par condicio – invitiamo
il Cardinale Zuppi
a portare il suo messaggio evangelico direttamente a “La Mecca”,
in compagnia della sua minoranza di accoliti clericali e laici. Lasci
piuttosto la Presidenza della CEI a chi ha realmente a cuore il
destino spirituale della Chiesa, possiede quella preparazione, quella
fede e quelle competenze necessarie a guidarla e non chi vi è giunto
per cordate, amicizie o opportunismi.
Noi,
da laici, seguiamo con speranza e convinzione l’orientamento
impresso da Papa Leone
XIV,
che con parole semplici ma potentissime ha ricordato alla Chiesa il
suo vero scopo: “Curare
lo Spirito”.
Grazie,
Santo Padre. Le nostre forze sono limitate, ma ciò che ci è
concesso fare, lo compiamo con fermezza e devozione. Siamo il Suo
scudo silenzioso: la nostra preghiera La custodisca. Ci benedica.
Ettore
Lembo
11/07/2025