La Chiesa oggi tra gay,
guerra in Ucraina,
aborto al nono mese
e accordi con la Cina.
Da quando è stato eletto, Papa Francesco non smette di suscitare interesse e simpatia tra i suoi sostenitori, cattolici “progressisti” e invece spesso suscita rifiuto e un senso di sgomento nei cosiddetti cattolici “conservatori”, che si rifanno agli insegnamenti tradizionali incarnati da San Giovanni Paolo II e poi da Papa Ratzinger, sui quali invece il Papa argentino sembra a volte deviare anche in maniera pesante.
Cosa sta succedendo a questa Chiesa bimillennaria che, come una barca nella tempesta, viene coinvolta nei tanti problemi materiali e spirituali che il mondo sta affrontando oggi?
Succede che la comunità cattolica, così come tutti gli altri uomini – credenti o no che siano – deve fare i conti con una serie di questioni di grande peso che riguardano un po’ tutti i continenti, le lingue, le religioni. Prendiamo ad esempio quella “terza guerra mondiale a pezzi” (definizione di Papa Francesco) nella quale ci troviamo, specie in Ucraina dove si minaccia addirittura l’utilizzo dell’atomica. Oppure i gravi problemi derivanti dalla crisi energetica, che rischia di travolgere le economie occidentali; o ancora i processi migratori dalle zone povere del pianeta verso le aree più sviluppate (solo per citarne una, negli USA in un anno oltre 2,3 milioni di latino-americani hanno traversato il confine col Messico clandestinamente entrando nel paese a stelle e strisce, un flusso pesantissimo che il presidente Biden potrebbe scontare alle prossime elezioni di mid-term perdendo parecchi voti).
Succede che il Covid, con le sue cure discutibili dei vaccini-non vaccini sperimentali, ha lasciato strascichi pesantissimi in termini di effetti avversi, e ha piegato le economie nazionali con i lockdown che hanno colpito i piccoli e medi imprenditori molti dei quali non hanno più riaperto.
E succede anche che i tassi di natalità stanno crollando un po’ dovunque, eccetto che nel continente africano, e che quindi a medio termine arrivi una crisi demografica di proporzioni colossali, con la crescita abnorme degli anziani e un numero di giovani insufficienti a realizzare il giusto ricambio per età.
Anche la Chiesa cattolica, come grande entità morale che è presente e agisce a livello universale, si trova coinvolta da questi processi e, dovendo annunciare il Vangelo come suo mandato divino, è chiamata ad aggiornare i suoi criteri e metodi per far giungere il messaggio a tutti in maniera rapida ed efficace.
Ma proprio qui le critiche a Papa Francesco e ai suoi sostenitori si fanno pesanti a vari livelli: dal piano etico a quello economico, dal sostegno al globalismo e alle migrazioni ai “cedimenti” nei confronti di stati e correnti politiche radicali e anticristiane.
La scomparsa dei peccati (sessuali).
Pensiamo al recentissimo caso delle dichiarazioni del card. Hollerich, presidente dei vescovi europei, che in una intervista all’ “Osservatore Romano” ha teorizzato una Chiesa che non deve “discriminare” i divorziati risposati che hanno rotto il vincolo matrimoniale intraprendendo una nuova unione, e tantomeno debba escludere gli omosessuali (con tutte le loro varianti trans, Lgbt+) sostenendo che davanti a Dio non ci sono persone da escludere. Escludere, no: è chiaro. Ma almeno dire se tali comportamenti siano o meno accettabili piuttosto che peccaminosi, quello lo si attenderebbe dalla Chiesa che insegna da sempre che un conto è l’ “orientamento sessuale”, un altro è l’esercizio attivo della omosessualità. Siccome l’intervista è apparsa sul foglio ufficiale della Santa Sede e non ha avuto, a quanto pare, nessuna smentita dai Sacri Palazzi apostolici, bisogna pensare che il Papa abbia approvato la sua pubblicazione e che quindi lui stesso ritenga che non ci sia più bisogno di convertirsi, considerando i propri comportamenti come “peccati”, semplicemente perché tali atti (unioni adulterine, unioni omosessuali, maternità surrogate ecc.) non vengono più considerate tali, ma rientrano nella varietà delle scelte che l’uomo e la donna oggi possono compiere senza farsi venire dei sensi di colpa. In una parola, un fatto del genere ci dice che potrebbe essere stato cancellato (con una intervista!) il peccato originale e insieme ad esso tutti i peccati “attuali” che gli uomini del nostro tempo possono compiere nella sfera sessuale e affine. Se così è, cioè se tutto ciò che esiste secondo il card. Hollerich è da considerarsi intrinsecamente “buono” e meritevole di comprensione e accoglienza, ecco che si possono benedire le seconde nozze, senza avere annullato le prime; le stesse unioni omosessuali risultano “sdoganate” (cioè ammesse da un nuovo catechismo non scritto, ma nei fatti praticato) da una Chiesa che rinuncia a due mila anni di insegnamenti molto precisi e senza dubbi sull’origine divina di tali dettati: i Comandamenti dati a Mosè da un lato e gli ammonimenti di Cristo nei Vangeli dall’altro.
Tutto sparito, tutto appiattito, in nome della “inclusività”, della accoglienza, della sostenibilità di ogni situazione a prescindere dal suo valore e significato etico e relazionale.
Una Chiesa troppo benevola verso il mondo?
La Chiesa di Papa Francesco è tutto questo e altro ancora: basti pensare alle frequenti stoccate contro i politici di orientamento conservatore e contro gli stati che vogliono alzare “muri” per arginare l’arrivo di migranti anche se si obbietta che il Vaticano possiede dei muri molto alti e non li ha affatto abbattuti…; oppure i frequenti attacchi ai “sovranisti” e ai “nazionalisti”, esprimendo invece una chiara preferenza per la visione globalista dove le frontiere dovrebbero essere superate per lasciare la libertà a chiunque di spostarsi dove e quando vuole.
Questo è Papa Francesco, che si è espresso anche fortemente a favore dei “vaccini”, dopo aver ricevuto pare due volte il capo della Pfizer, come pure a sostegno delle tesi del World Economic Forum che teorizza il passaggio rapido a un Nuovo Ordine Mondiale scristianizzato, nel quale il mondo del lavoro sarà stravolto con conseguenze ancora difficili da ipotizzare.
La Santa Sede di fronte a Usa, Europa e Cina.
Questa Chiesa globalista, desacralizzata, che propone le tribù amazzoniche come le organizzazioni sociali da prendere a modello per il loro rispetto della “Madre Terra” (che ha soppiantato Maria, la Madre di Gesù), deve però fare i conti con la crisi che attanaglia i tre grandi blocchi geo-politici oggi:
- gli Usa di Biden, “cattolico” sui generis favorevole all’aborto fino al nono mese, che invia decine di miliardi di armi ed aiuti all’Ucraina, fomentando il conflitto, e che suscita tra i cattolici americani un forte scetticismo e il rifiuto di tali politiche sia sul versante abortista, sia per quanto riguarda la guerra con la Russia. Il risultato è che il paese appare come spaccato in due, con la componente cattolica che si sente offesa dal sostegno espresso dal Vaticano verso Biden e come risposta pare abbia ridotto di molto le offerte annuali al Papa tramite l’ “Obolo di San Pietro”.
- l’Unione Europea che, alla faccia della sua asserita “modernità”, di fatto tramuta l’Europa in una parte belligerante contro la Russia con una decisione della sua presidente di Commissione (senza nemmeno l’approvazione del Parlamento europeo) di finanziare sine die l’Ucraina con un miliardo e mezzo di euro al mese. Le conseguenze di questa posizione guerrafondaia sono la crisi del gas, l’esplosione delle bollette, la difficoltà economiche per milioni di famiglie e piccole e medie imprese.
- la Cina di Xi Jinping, con la quale la Santa Sede ha rinnovato, proprio nel giorno della rielezione per la terza volta del novello Mao, gli accordi segreti con i quali di fatto il Partito Comunista Cinese controlla le elezioni dei vescovi e la loro azione “pastorale” in terra cinese, a pena di incarcerazione (come è toccato al card. Zen di Hong Kong) qualora tale presenza risulti sgradita al potere.
Cosa ne pensa il popolo cristiano.
Di fronte a questo mix di “ingredienti” politico-religiosi, la posizione della Chiesa di Francesco è piuttosto delicata, perché da un lato rischia di esporsi troppo in favore degli antichi nemici storici della Chiesa: il mondo laicista, antireligioso, abortista, libertario, incarnato nei diversi partiti “progressisti” dei paesi più sviluppati. Dall’altro lato, rischia di perdere il sostegno del popolo cristiano che, sebbene spesso non organizzato e incapace di far arrivare in alto le proprie lamentele, nella sostanza non condivide tali “aperture” che – comunque le si voglia vedere – appaiono troppo audaci e poco motivate da un punto di vista teologico, pastorale e spirituale.
Se si allargano troppo le maglie della morale, alla fine nulla sarà più peccato e quindi, in ultima analisi, non avrà neanche più senso rifarsi agli insegnamenti di Gesù che è venuto “per togliere il peccato dal mondo”.
Come si comporterà Papa Francesco? Continuerà su questa linea a volte ambigua, dicendo e non dicendo (vedasi “Amoris Laetitia”), oppure lasciando dire a qualche cardinale (vedasi Hollerich) per preparare gradatamente il terreno alla conferma di questi stravolgimenti della morale?
Non dobbiamo mai dimenticare che la Chiesa è sì costituita dalla sua gerarchia, ma anche dal popolo dei credenti che non sono meno importanti di vescovi e cardinali e che, molto spesso, coltivano un senso della fede e del Vangelo chiaro e preciso: il bene sta da una parte e il male dall’altra. Se si crea confusione, si fa un brutto servizio alla causa per cui Cristo è venuto sulla terra ed è morto sulla croce.
Il Credente
02/11/2022