CITTADINI
OCCIDENTALI:
“IMMUNI” DAL CONFLITTO?
La situazione provocata dal conflitto Russo-Ucraino sta leggermente migliorando sul fronte della diplomazia, ma da un punto di vista sociale l’esodo di persone in fuga ha raggiunto numeri impressionanti, unendosi alle difficoltà degli Stati europei che le stanno accogliendo. Nel frattempo, i cittadini stranieri ancora presenti nei territori del conflitto sono stati incoraggiati dai rispettivi Paesi ad andarsene immediatamente, con appelli più accorati e intensi.
L’ondata dei profughi si è riversata in Polonia, ormai al collasso con più di due milioni di sfollati; in Moldavia, Ungheria e Russia, con più di 300 mila ciascuna. L’Italia si è schierata in prima linea in questa operazione di soccorso: stando alle ultime ordinanze pubblicate, in particolare quella del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 881 datata 29 marzo 2022 e intitolata “Ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile per assicurare, sul territorio nazionale, l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina”, il nostro Paese ha disposto misure quali “alle persone richiedenti la protezione temporanea [...] un contributo di sostentamento una tantum pari ad euro 300 mensili pro capite” e il fatto che “le persone destinatarie della protezione temporanea [...] sono equiparate, ai fini dell’accesso al Servizio sanitario nazionale, ai cittadini italiani”.
Spostando l’attenzione invece sulla situazione dei cittadini occidentali o stranieri in genere presenti nei territori del conflitto, si assiste ad alcune importanti novità per quanto riguarda il loro possibile ritorno in patria.
L’Italia ha fatto sapere, mediante il sito viaggiaresicuri.it, direttamente controllato dalla Farnesina, non solo che “L’Unione Europea ha disposto la chiusura dello spazio aereo ai voli provenienti dalla Federazione Russa” e che “Sono in vigore per i cittadini stranieri limitazioni a trasferimenti monetari dalla Russia verso l’estero”, ma anche e soprattutto che “si raccomanda fortemente a tutti i connazionali presenti nel Paese, la cui presenza non sia essenziale, di organizzarsi tempestivamente per spostarsi dalla Federazione Russa o rientrare in Italia con i mezzi commerciali ancora disponibili”. La chiusura dello spazio aereo costringe quindi a ricercare scali alternativi, come Istanbul, Doha, Abu Dhabi, Dubai e Belgrado. Riguardo l’Ucraina, invece, la Farnesina avverte che “Tutti i viaggi verso l’Ucraina, a qualsiasi titolo, sono assolutamente sconsigliati. Ai connazionali ancora presenti nella capitale ucraina e dintorni è raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare Kiev, negli orari in cui non è in vigore il coprifuoco”. Per ragioni di sicurezza, inoltre, l’Ambasciata d'Italia si è ricostituita a Leopoli.
Il Ministero degli Esteri degli Stati Uniti, invece, il quale quotidianamente fornisce aggiornamenti nella sezione dedicata ai cittadini americani in Russia, ha riportato che “I cittadini statunitensi sono invitati a lasciare immediatamente la Russia servendosi degli scarsi mezzi commerciali ancora a disposizione”. Ha aggiunto inoltre che “Contattare direttamente le compagnie aeree è ad ora il modo più efficace per prenotare un viaggio”. Riguardo l’Ucraina, invece, ha pubblicato che “Sono emerse segnalazioni di cittadini statunitensi isolati e detenuti dalle forze militari russe in Ucraina”.
La questione dei cittadini stranieri in uno Stato estero viene spesso ignorata e sottovalutata, ritenendo che sia nella piena facoltà del singolo il potersene andare liberamente da un qualsiasi Paese in cui si trova in virtù della sua appartenenza ad una madrepatria che si suppone ne tuteli gli interessi e gli fornisca una sorta di “immunità” da ciò che sta accadendo intorno a lui. Applicando tale congettura alla situazione bellica in corso, si sarebbe costretti a dire che qualsiasi cittadino europeo, americano o, per essere più generici, “straniero”, possa senza alcun problema abbandonare Russia o Ucraina, poiché appunto il suo Stato di origine gli garantirebbe di non essere bloccato da ciò che sta accadendo lì. Tuttavia si vede chiaramente quanto pesanti siano le difficoltà che ora sono costretti a sperimentare tutti coloro che non sono ancora riusciti a lasciare questi territori.
Faccende ancora maggiori se si considerano le imprese: che fine faranno quelle russe, insieme a quelle europee che ancora rimangono in territorio sovietico come Eni, Pirelli, Barilla, Ferrero, solo per citarne di italiane? Quelle straniere infatti devono ottenere dalla Russia l’autorizzazione a trasferire beni all’estero, Russia la quale, avendo legato il rublo all’oro, in particolare dal 28 marzo al 30 giugno pagandolo 5000 rubli per grammo, e richiedendo proprio in rubli all’occidente il compenso per il gas, ha fortemente rivalutato la moneta nazionale, arrivando ad intimorire il dollaro.
E per quanto riguarda la crisi economica della Russia? Da che parte starebbe emergendo questo famoso crollo finanziario tanto devastante che le correnti mediatiche martellanti lo prevedevano, annunciavano e addirittura confermavano con settimane di anticipo?
(Boris Borlenghi)
05/04/2022