Contrassegni depositati,
sembra la carica dei 101 ma,
sorpresa, è un numero
inferiore rispetto gli altri anni.
Sono in tutto 101 i contrassegni depositati al Viminale per concorrere alle elezioni politiche in programma il 25 settembre.
I simboli sono stati presentati da 98 soggetti politici.
Sembra essere preponderante la personalizzazione della politica, dal momento che ben 26 simboli contengono il nome di un leader.
Entro il 16 agosto il Viminale deciderà in prima battuta sui 'doppioni', infatti ci sono: quattro Democrazie Cristiane; due Pli; due 'Sud chiama Nord'; due Unioni popolari con De Magistris; un Partito comunista italiano e un Partito comunista dei lavoratori; svariate liste che includono la parola 'moderati'.
Gli interessati entro il 18 agosto potranno adeguarsi e modificare il simbolo contestato oppure presentare ricorso presso l'Ufficio elettorale nazionale presso la Corte di Cassazione.
Contrariamente a quanto si crede, non è questo l'anno in cui sono stati presentati più simboli, anzi.
Nel 2018 il ministero dell'Interno esaminò 103 contrassegni depositati e ne ammise 75.
Nel 2013 furono addirittura 215 i simboli presentati al Viminale, il 15% in più rispetto al 2008 che furono 181, di cui 153 quelli ammessi.
Numeri lontani rispetto quelli del 1996 con 251 e nel 2001 con 174.
Ma il record fu raggiunto nel 1994 con 312 contrassegni.
Le motivazioni del crollo possono attribuirsi a vari fattori.
Tuttavia questa tornata "anomala" dovrebbe indurre partiti e "palazzi" ad una attenta valutazione sull'effettivo stato di salute dello stato democratico.
La popolazione non si sente più rappresentata e non ha più fiducia nei partiti di sistema.
Non è certo lo svolgersi di una tornata elettorale che dà l'idea di democrazia.
Questa tornata poi, per tanti motivi, sembra infondere diverse perplessità e sfiducia.
Vedremo in ogni caso quanti simboli verranno ammessi, di sicuro, ascoltando i cittadini, non sembra esserci una rappresentatività omogenea della volontà popolare, e i malumori che serpeggiano sui social, la dicono lunga, così come sembra essere elevata la probabile astensione al voto. Tutto questo nonostante una mobilitazione dei partiti così detti "antisistema", che si stanno adoperando nella difficile raccolta delle firme, ma che inevitabilmente sembrano essere solo una piccolissima parte, per lo più ex simpatizzanti del Movimento 5 Stelle in cerca di identità. A questi si aggiungono anche alcuni “urlatori di piazza”, probabilmente con preparazione e competenza non certo da statisti, che forse cercano di trovare visibilità sulla scia di ciò che avvenne con la precedente elezione.
Vedremo nei prossimi giorni quanti saranno i simboli ammessi e quali saranno in regola e presenti, con le rispettive liste di candidati complete.
Ettore Lembo
16/08/2022