CONFLITTO
RUSSO-UCRAINO:
QUANTO CI COLPISCE
LA NOVITÀ?
Per quale motivo, negli ultimi tempi, l’argomento del conflitto russo-ucraino ha quasi perso le sue caratteristiche di novità e di clamorosità, lasciandosi esaminare in maniera più blanda, ormai carente di quei costrutti che tanto vi erano attribuiti? Forse perché, ormai al nono mese di guerra, il cittadino medio si è abituato a sentirne parlare e a non ricevere più notizie tanto eclatanti da mantenere vivo il suo interesse? O forse perché le fonti di propaganda nazionali e internazionali, con l’intento costante di alimentare l’ostilità dello stesso cittadino medio nei confronti di tutto ciò che concerne la Russia, stanno gradualmente ottenendo l’effetto opposto di svincolarlo, succube come era, dalle loro parole?
Non possiamo negare il fatto che, ancora oggi, una stragrande parte delle persone ancora coltivi imperterriti quei sentimenti di astio nei confronti del mondo “putiniano”, sull’onda travolgente della propaganda che sicuramente non si è mai data un freno, tuttavia allo stesso tempo non pochi stanno comprendendo che parte del peso attribuito alla questione proviene direttamente dall’idea che ne viene data appunto dal mainstream mondiale.
Una notizia recente in merito a questo argomento, tratta da una delle più note testate giornalistiche italiane, ci aggiorna sul fatto che l’Assemblea generale dell’Onu ha approvato con 94 voti a favore, 14 contrari e 73 astenuti “una risoluzione in cui si chiede che la Russia sia responsabile per le sue violazioni della legge internazionale in Ucraina”.
Più precisamente, in cosa consiste questa risoluzione? Trattasi di un testo che domanda che i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite creino "un registro internazionale" per documentare le richieste di danni, perdite o lesioni agli ucraini causati dalla Russia, anche attraverso il pagamento di risarcimenti. Queste proprio le parole della nostra fonte, integrate con quelle provenienti da un quotidiano alla pari in fatto d’autorevolezza. Si tratta certamente di una misura importante, bocciata però da Cina, Bahamas, Bielorussia, Corea del Nord, Cuba, Centrafrica, Eritrea, Etiopia, Iran, Mali, Nicaragua, Siria e Zimbabwe. Tuttavia, quali saranno i risvolti pratici di ciò che l’Onu ha deciso? Secondo Vasily Nebenzya, rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, citato dall'agenzia Tass, la risoluzione è “legalmente nulla”, ossia totalmente inefficace nel mutare l’attuale situazione.
Nel frattempo, tre giorni dopo il ritiro delle truppe russe, il presidente Volodymyr Zelensky è arrivato a Kherson in una visita a sorpresa per affermare che "è impossibile uccidere l'Ucraina" e che la liberazione della città segna "l'inizio della fine della guerra". Il capo di Stato dichiara di essere "pronto per la pace", in un contesto in cui sembrano emergere gradualmente i segnali di un “possibile negoziato che porti al cessate il fuoco, primo fra tutti un incontro ad Ankara tra il capo della Cia e il suo omologo russo”, come aggiunge la nostra fonte. Zelensky ha rincarato la dose affermando in un video su Telegram che “Quando la Russia viene cacciata significa felicità per tutti. [...] Quando c'è una bandiera ucraina, c'è civiltà, c'è libertà, mentre la bandiera russa significa completa desolazione: [...] gli occupanti hanno distrutto tutto, apposta”. Nel frattempo il gigante dell’Est ha “snobbato" la visita di Zelensky: il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è limitato a dire che per Mosca Kherson rimane "territorio russo”.
"I prossimi mesi saranno difficili" per l'Ucraina, afferma il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, mentre il presidente americano Joe Biden ha parlato di una sua "vittoria significativa", aggiungendo che l'esito del conflitto "rimane da vedere". “Dopo le telefonate dei mesi scorsi tra i rispettivi ministri della Difesa e i consiglieri per la Sicurezza nazionale, il capo della Cia William Burns ha incontrato di persona la sua controparte russa: si è trattato solo di un colloquio volto a mettere in guardia Mosca contro l'uso delle armi nucleari e non si è parlato di negoziati per l'Ucraina, hanno assicurato dalla Casa Bianca”: così riporta la nostra fonte, aggiornandoci sulle novità in merito all’argomento.
Ecco quindi per l’ennesima volta che i soliti “grandi” del mondo, con il dichiarato intento di mettersi ad un tavolo per negoziare la pace, arrivano ad aggirare le tanto robuste promesse e a continuare imperterriti ad alimentare il conflitto a suon di armi, munizioni e stanziamenti di truppe. E nel frattempo cosa succede al cittadino medio a cui abbiamo accennato all’inizio? Ascolta, legge, si fa influenzare pesantemente dalla propaganda nazionale e internazionale e, alla fine, o si stanca di quest’impianto di notizie e comincia a “far spallucce”, oppure continua nei suoi ideali anti-putiniani, fermo nella convinzione per cui tutto ciò che gli perviene sia verità assoluta e indiscutibile. Lungi da questo, ovviamente, l’analisi per trovare fatti autentici: occorrono discernimento, attenzione e volontà di informarsi a 360 gradi, per emergere, anche se isolati e forse mal visti, dall’uniformemente indottrinato panorama.
Boris Borlenghi
16/11/2022