Oggi le comiche ….. purtroppo no.
RAI News 24 martedì 25 luglio alle ore 16.53 trasmetteva una “catastrofica” notizia creando il “panico” fra gli operatori economici.
L’ufficio studi di Bankitalia aveva rilasciato un documento in cui si dichiara che “con le temperature così alte il PIL italiano calerà del 9,5% nel 2100”.
Per vostra informazione non mi sono impazzito. RAI News 24 ha dichiarato esattamente “nel 2100”.
Con gli addominali doloranti dal troppo ridere data la idiozia demagogica della notizia e certo che sì trattasse di un refuso, avendo tempo libero da dedicare alla ricerca, sono andato a caccia di fonti che mi permettessero di validare il fatto che si trattasse di un refuso.
Incredulo ho trovato che l’agenzia Ansa riportava integralmente i passaggi del documento incriminato.
Reputo doveroso riportarla integralmente.
“Le temperature medie in Italia sono aumentate di circa 2°C dall'inizio del secolo scorso con "un impatto negativo sulla crescita del Pil".
Se il trend rimanesse questo, in uno scenario intermedio, con un aumento di temperatura di +1,5°C, il Pil frenerebbe tra il 2,8 e il 9,5 per cento al 2100: è quanto emerge da uno studio della Banca d'Italia sul legame tra temperature e attività economica. Lo studio sottolinea anche che l'incremento nella frequenza di temperature giornaliere superiori a 28°C ha influito negativamente soprattutto sul settore dell'agricoltura ma con effetti negativi registrati anche nell'industria e nei servizi”.
Preso atto che l’ufficio studi della banca centrale italiana dichiara che “il Pil frenerebbe tra il 2,8 e il 9,5 per cento al 2100”, mentre per la Rai calerà (certamente) del 9,5%, io “cittadino semplice” propongo alcune riflessioni.
Se riavvolgiamo, noi “cittadini semplici”, la nostra memoria di 77 anni e cerchiamo di ricordare la nostra Italia nel 1946, ricorderemo una nazione pressoché senza automobili, senza lavatrici e lavastoviglie,senza telefoni nelle case, con la radio ma senza la televisione.
Ricorderemo una nazione che, è ovvio, non aveva i telefoni cellulari ne internet, che viaggia in nave con le valige di cartone per andare a trovare fortuna in America, emigrava in Germania per andare a lavorare nelle miniere. Pagava in lire.
Quale sarà l’Italia del 2100? Qualcuno può escludere che tutto il nostro mondo tecnologico di oggi sarà totalmente desueto tanto quanto quello del 1946 rispetto all’oggi?
Io “cittadino semplice”, un po’ annoiato da questa informazione così incredibilmente incapace di pensare prima di parlare, mi chiedo come possa l’ufficio studi della nostra banca centrale dedicare risorse ad una analisi così insulsa.
Gli “italiani semplici” vorrebbero che qualcuno spiegasse loro quale Italia troveranno i figli fra dieci anni in termini finanziari e di politiche industriali, non come impatta sul PIL il clima nel 2100.
Mi chiedo se noi “italiani semplici” chiediamo troppo a loro che vivono senza timore per il pranzo e la cena in RAI o in Banca d’Italia.
Infine, perché se “l’economia va così bene” l’ABI plaude alla decisione della UE di permettere i “salvataggi preventivi “ delle banche?
Noi “cittadini semplici” vorremmo essere certi che la nostra banca centrale si occupi di questi rischi nel breve e non dei “drammi climatici economici finanziari” del 2100.
Anche perché la stragrande maggioranza di noi sarà già nell’aldilà, possibilmente per motivi anagrafici e non per motivi di povertà.
Ignoto Uno
27/07/2023