Concluso il Mondiale
Wako Kickboxing
a Jesolo, ottimo bottino
per i giovani Italiani.
Non e' uno sport diffuso e blasonato come tanti altri sport, ma di sicuro l'Impegno dei giovani allievi e dei loro istruttori, ha fatto sì che l"Italia possa fregiarsi di ben 13 medaglie d'Oro, 13 Argento e 22 di Bronzo.
5 i continenti coinvolti, ben 62 le Nazioni partecipanti.
Un clima festoso a Jesolo che ha visto sfilare circa 6.000 persone tra atleti, allenatori, addetti ad i lavori e spettatori.
Uno sport dove gli atleti, piccoli e grandi, esprimono il massimo con lo spirito più sano e pulito per la competizione.
Uno sport dove sacrificio, dedizione, fatica, umiltà e grinta, bisogna trovarli dentro se stessi.
Ma dove disciplina e rispetto ed obbedienza, verso i maestri, sono una attualità primaria, nonostante i tempi.
E' solo così infatti che si portano questi risultati a casa che devono inorgoglire prima gli atleti ed i loro Maestri, e poi a seguire tutti noi.
E tutti noi dobbiamo dire grazie a questi atleti che non si sono lasciati coinvolgere dal lassismo generale, ma con determinazione hanno raggiunto quei traguardi massimi che solo i campionati mondiali sanno distribuire.
Uno sport, povero ma proprio per questo vero, che merita di essere attenzionato.
Ottimo il lavoro dei ragazzi e dei maestri del Lazio che hanno portato a Roma ben 17 medaglie, delle 40 che l'Italia ha vinto.
Bellissime le storie di tutti questi ragazzi e ragazze.
Ma c'è una, in particolare, la racconteremo in seguito, perché e' la storia di un giovane italiano, che ha vinto, ma non essendo ancora Italiano a causa di una burocrazia discutibile, ha saputo indossare i colori sia dell'Italia che della sua nazione di origine.
Superando e facendo superare a tutti, con i fatti, quelle divisioni che associazioni, organizzazioni, tromboni e papaveri che tanto parlano, non sono mai riusciti a superare.
E' questo lo sport che ci piace e vogliamo vedere.
Ettore Lembo
11/10/2022