Lo squallore degli
attuali politicanti
che non amano l’Italia
ne il popolo Italiano,
ma solo le poltrone
dei palazzi.
Ci troviamo in un’estate calda e torrida, come non ricordiamo nei tempi, con un’Italia in campagna elettorale dove a ferragosto, sotto l’ombrellone, tanti dovranno raccogliere le firme per i nuovi partiti, che sarebbe corretto chiamarli “urlanti” e che intendono contribuire ad aumentare la pletora di politicanti (fallimentari).
Diversamente da chi, facendo già parte di partiti che già hanno occupato delle poltrone in parlamento, sono esentati a questo massacro, magari avendo votato anche all’ultimo quella “legina” che forse li mette al riparo dall’esser puniti per il fallimento totale dei propri politicanti. Fallimento, così appare, dal momento che non solo hanno portato l’Italia e gli Italiani al punto in cui ci troviamo, ma non sono nemmeno stati capaci di scegliere un Capo del Governo che tale possa definirsi e meno che meno un Presidente della Repubblica, dal momento che hanno preferito confermare il precedente.
Ascoltiamo così, in questa torrida estate, il politicante tizio che si candida per potere fare questa o quella legge, o per evitare questa o quell’altra norma, e così via dicendo, magari avendo ascoltato qualche sondaggio, senza poi averci capito più di tanto, e per di più senza preparazione e competenza probabilmente ritenuta superflua.
Oppure ascoltare, magari rabbrividendo, come il politicante caio, ritiene di voler salvare l’Italia con la Flat Tax, chissà poi perché la devono chiamare in questo modo e non tassa piatta, come dovrebbe essere in Italiano, o mettere la tassa patrimoniale sulla prima casa e già che ci siamo, la tassa sull’eredità, magari lasciando il reddito di cittadinanza, aggiustandola secondo la propria ipotetica ideologia.
Ideologia? Chissà cosa mai significherà?
Tutti statisti, tutti che dichiarano di voler il bene dell’Italia, tutti pronti ad unirsi in nome dell’Italia.
Chissà se sanno cosa sia l’Italia, e quanti hanno combattuto e perduto la vita per l’Italia.
Sono in tanti a chiederselo, specialmente quando assistiamo a certe “parate” più di tradizione che di effettiva convinzione, dove certe “sfilate” diventano solo il pretesto per dimostrare il proprio “potere”, che l’effettiva appartenenza a quello Stato che dovrebbero rappresentare con Onore e Dignità.
Capita così quando poi ci si dimentica, casualmente o volontariamente, di commemorare chi ha versato il sangue per l’Italia, ed in maniera Orgogliosa ha donato la propria Vita.
Nessun ricordo, per loro, anzi, il tacere serve per non alimentare ricordi scomodi, specialmente oggi che inspiegabilmente ci si è schierati per uno stato come l’Ucraina, e contro la Russia.
Esattamente il contrario di ciò che accadde nei territori dell’Istria, della Dalmazia e di Fiume, ma son passati tanti anni e molti non ne conoscono la storia.
Territori Italiani, con popolo Italiano, costretto ad andar via dalla loro terra, in quello che fu una vera e propria sostituzione etnica, di cui ancora oggi, parlarne, diventa scomodo.
Eppure son di quei territori alcuni eroi che vollero combattere per l’Italia, con l’esercito Italiano, perché si sentivano Italiani, ritenendo a ragione, che erano nati in territorio Italiano, e che solo una “politica” fatta da politicanti, chissà forse come oggi, aveva consegnato quelle terre ad un impero, quello Austro Ungarico.
Eroi dalle gesta epiche che nella prima guerra mondiale, la Grande Guerra, catturati dall’esercito usurpatore, furono giustiziati come traditori.
Cesare Battisti il quale affrontò il processo, la condanna e l'esecuzione con animo sereno e con grande fierezza, nonostante la misera esposizione durante il tragitto in città, il fatto che fosse stato condotto alla forca vestito quasi di stracci e che non gli si permise di scrivere alla famiglia, ma solo di dettare a uno scrivano una lettera diretta al fratello Giuliano.
L’esecuzione avvenne il 12 luglio 1916 nella Fossa della Cervara, sul retro del castello alle 19:14, e le sue ultime parole furono: «Viva Trento italiana! Viva l'Italia!»
Il 10 Agosto ricorre l’anniversario della morte di un altro eroe, Nazario Sauro, anch’esso simbolo essenziale dell’irredentismo Italiano e di quello Istriano.
Anch’esso fatto prigioniero e impiccato nel 1916.
Roberto Biffis, che ringraziamo, ci da un breve cenno.
10 Agosto 1916
Oggi ricorre l'anniversario della morte di Nazario Sauro, simbolo essenziale dell'irredentismo italiano e massimo esponente di quello istriano.
Originario di Capodistria, all'epoca sotto la dominazione austrungarica, animato da enorme ed encomiabile spirito di appartenenza alla patria italiana, già giovanissimo manifestò la sua contrarietà all'occupazione asburgica del suolo istriano e l'avversità della polizia austriaca verso ogni manifestazione di italianità.
Durante la prima guerra mondiale si arruolò volontario nella Regia Marina Italiana con il grado di Tenente di Vascello e sotto il falso nome di Nicolò Sambo, al fine di non svelare la sua vera identità e le sue origini ove fosse stato catturato. Compì più di 70 missioni sino al 30 luglio 1916, data della sua ultima missione. Sulla rotta verso Fiume, dove doveva fare un' incursione, il suo sommergibile si incagliò nei pressi del golfo del Quarnero e poco dopo fu fatto prigioniero dagli austriaci.
Riconosciuta la sua vera identità anche dalla decisiva testimonianza del cognato, nulla valse professare il nome di Nicolò Sambo e neanche il confronto davanti a sua madre, la quale in un tremendo e terribile clima, negò che quello di fronte a lei fosse suo figlio, riuscirono a salvare Sauro dalla condanna a morte per impiccagione per alto tradimento.
Condanna eseguita il 10 agosto 1916 presso le carceri di Pola. Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Serbò, fino all'ultimo contegno e serenità e con il grido forte e ripetuto più volte dinnanzi al carnefice «Viva l'Italia!» esalò l'anima nobilissima, dando impareggiabile esempio del più puro amor di Patria.
ONORE A NAZARIO SAURO ESEMPIO DI VERO ISTRIANO E DI ITALIANO!
Ci domandiamo se i nostri politicanti conoscono l’esistenza delle lettere che Nazario Sauro scrisse al figlio Nino ed alla moglie Nina, conservate al Vittoriano.
« Caro Nino, tu forse comprendi od altrimenti comprenderai fra qualche anno quale era il mio dovere d'italiano. Diedi a te, a Libero ad Anita a Italo ad Albania nomi di libertà, ma non solo sulla carta; questi nomi avevano bisogno del suggello ed il mio giuramento l'ho mantenuto. Io muoio col solo dispiacere di privare i miei carissimi e buonissimi figli del loro amato padre, ma vi viene in aiuto la Patria che è il plurale di padre, e su questa patria, giura o Nino, e farai giurare ai tuoi fratelli quando avranno l'età per ben comprendere, che sarete sempre, ovunque e prima di tutto italiani! I miei baci e la mia benedizione. Papà. Dà un bacio a mia mamma che è quella che più di tutti soffrirà per me, amate vostra madre! e porta il mio saluto a mio padre. »
« Cara Nina, non posso che chiederti perdono per averti lasciato con i nostri cinque bimbi ancora col latte sulle labbra; e so quanto dovrai lottare e patire per portarli e lasciarli sulla buona strada, che li farà proseguire su quella di suo padre: ma non mi resta a dir altro, che io muoio contento di aver fatto soltanto il mio dovere d'italiano.
Siate pur felici, che la mia felicità è soltanto quella che gli italiani hanno saputo e voluto fare il loro dovere. Cara consorte, insegna ai nostri figli che il loro padre fu prima italiano, poi padre e poi uomo. Nazario. »
Eroi che l’Italia dovrebbe onorare, e che invece fa tutto per dimenticare.
Eroi che con le loro gesta trasmettono quei Valori che i giovani dovrebbero conoscere, ma che forse oggi, non conoscono nemmeno gli insegnanti, figuriamoci i loro alunni.
Non conoscendo questi uomini che avevano grandi Ideali, di cui all’apice vi era l’Italia, non possiamo meravigliarci se stati vicini ancora oggi ci sottraggono territorio e sovranità, per poterci sottomettere, con la complicità di chi, forse ha più interesse per la poltrona che per la propria Italia.
Quando in Italia torneranno ad esserci eroi e statisti e mai più poltronisti?
Ettore Lembo
11/08/2022