G20:
di boicottare la Russia,
così gli USA implorano
la Cina.
E' inequivocabile, è fallito al G20 il piano di boicottare la Russia da parte dei 7g che abusivamente, intendono comandare il mondo, pur essendo in minoranza.
Al G20 dei Ministri degli esteri, svoltosi a Bali, è andato in scena l'ennesimo muro contro muro tra Occidente e Russia. Gli stati del G7, meglio forse definirli dei 7gnomi, considerando che i politici membri del G7 non sembrano rappresentare le loro popolazioni ma solo essi stessi, avendo perduta l'occasione per ristabilire quel clima necessario a favorire negoziati di pace, hanno rinnovato la condanna contro Mosca per la guerra contro l'Ucraina. Così il ministro Serghiei Lavrov ha risposto in modo plateale, abbandonando il vertice prima della conclusione.
Appare quindi evidente come la volontà dei 7g non sia quella di fermare una guerra che sta provocando disastri e morti in Ucraina e una gravissima crisi economica ed alimentare in Europa, ed in tante parti del mondo, ma quello di scatenare una guerra mondiale. In questo impasse, il Vaticano cerca di dare un contributo per una soluzione diplomatica del conflitto: Papa Francesco potrebbe andare a Kiev ad agosto.
Questa notizia ci induce a chiederci quale proposta intenda portare Francesco a Putin, dal momento che il clima che si respira per volere dei 7g sembra essere solo quello di destituire Il Presidente Putin ad ogni costo?
Che lo stato di guerra sia una precisa volontà dei 7g, guidati da Biden, lo si evince chiaramente anche dalle parole del Ministro degli Esteri del paese ospitante.
"È nostra responsabilità porre fine alla guerra prima o poi, e risolvere le nostre divergenze al tavolo dei negoziati, non sul campo di battaglia", ha affermato la ministra degli Esteri Retno Marsudi rivolgendosi ai colleghi.
Opportunità che i 7 g non hanno voluto cogliere nonostante il fatto che per la prima volta vi erano, uno di fronte all'altro dall'inizio del conflitto, il Ministro degli esteri Russo Lavrov, e degli USA Blinken.
Non possono che risultare assurde, fortemente discutibili, e poco corrispondenti alla realtà le affermazioni dello statunitense Blinken che ha detto: "Oggi abbiamo sentito un coro forte da tutto il mondo, non solo dagli Stati Uniti, sulla necessità di porre fine all'aggressione in Ucraina". Nessun Paese, anche tra i membri dei Brics, i principali Paesi in via di sviluppo alleati di Mosca, "ha difeso l'atteggiamento Russo".
E, a fare da supporto, quasi da stadio, allo statunitense, non poteva certo mancare il "fido" Di Maio che ha sottolineato che "la Russia ha distrutto la nostra fiducia".
Parole, quelle di Di Maio, che trovano parecchie resistenze nella popolazione Italiana che questa guerra non la vuole proprio.
Che poi le affermazioni del Bideniano Blinken fossero non corrispondenti alla realtà, lo si evince da ciò che dice chiaramente il Ministro Indonesiano, Stato ospitante. Secondo la Signora Retno Marsudi, infatti, non c'è stata alcuna condanna unanime, ma "solo di alcuni membri" l'hanno espressa con chiarezza. Tanto che non è stato prodotto alcun documento finale al termine dei lavori.
Ovvie le affermazioni dei Russi i quali possono affermare che il "tentativo del G7 di isolarci è fallito", come ha commentato la portavoce di Lavrov Maria Zakharova.
Come riferisce in una nota l'ANSA, quando è arrivato il momento delle sessioni a porte chiuse, Lavrov ha abbandonato il tavolo mentre la tedesca Annalena Baerbock stava criticando l'invasione dell'Ucraina. Sedia vuota anche durante l'intervento di Blinken e dell'ucraino Dmytro Kuleba. Un'escalation di insofferenza culminata con l'abbandono in anticipo del vertice di Lavrov, perché "non c'è nulla di cui parlare con chi desidera che l'Ucraina ci sconfigga sul campo di battaglia", è stata la motivazione. L'unico segnale di apertura è arrivato da parte di Lavrov, con la disponibilità a colloqui con Ankara e Kiev per aprire finalmente i corridoi per il grano ucraino. Il ministro russo ne ha parlato con il collega turco Mevlut Cavusoglu a Bali. Ma in Ucraina continua a prevalere lo scetticismo.
E’ in questo clima imposto dai 7g che ci si chiede quale ruolo potrebbe avere Papa Francesco dal momento che, sempre secondo la nota ANSA,
"Il Papa ha detto che andrà in Ucraina e si è sempre mostrato disponibile a visitare Mosca e ad incontrare anche le autorità russe", perché è "molto convinto che una sua visita potrebbe avere anche dei risultati positivi", ha spiegato il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher. Senza escludere che questa missione di pace possa svolgersi ad agosto.
Intanto, ad aumentare la perplessità di chi non si lascia coinvolgere dalla propaganda, apprendiamo che gli Usa invieranno all'Ucraina altri 400 milioni di armi. Lo riferisce un funzionario della Difesa al Washington Post. Nel nuovo pacchetto ci sono anche quattro sistemi missilistici diversi che vanno ad aggiungersi agli altri otto già inviati. Gli Stati Uniti invieranno anche 1.000 colpi di artiglieria da 155 millimetri che hanno una maggiore precisione e aiuteranno l'Ucraina a colpire obiettivi specifici. Il pacchetto includerà anche tre veicoli tattici, sistemi radar, pezzi di ricambio e altre attrezzature militari.
Per buona pace di chi non vuole la pace.
A margine della riunione dei ministri degli Esteri, il segretario di Stato americano ha incontrato il ministro cinese per circa cinque ore, lì, ha esortato Wang: "Condannate l'aggressione della Russia", così come ha riferito lo stesso Segretario di Stato americano.
"Questo è davvero il momento in cui tutti noi dobbiamo alzarci in piedi, come ha fatto un Paese del G20 dopo l'altro, per condannare l'aggressione e chiedere, tra le altre cose, che la Russia permetta l'accesso ai prodotti alimentari bloccati in Ucraina", ha detto Blinken dopo un incontro sull'isola indonesiana di Bali con il suo omologo cinese Wang Yi.
Il Segretario di Stato americano ha aggiunto di non aver visto "alcun segno" di cooperazione da parte della Russia.
Blinken ha detto di sperare in colloqui "costruttivi" con la Cina, parlando in avvio del bilaterale con il suo omologo Wang Yi, a margine del G20 ministeriale degli Esteri di Bali. "In una relazione complessa come quella tra Stati Uniti e Cina, c'è molto di cui parlare", ha osservato Blinken.
"Siamo preoccupati per l'allineamento di Pechino con Mosca"
Sulla guerra in Ucraina non si puo' più essere neutrali. È il momento che la Cina prenda una posizione e condanni "l'aggressione" di Mosca.
Da rilevare che l'esortazione di Washington a Pechino, è arrivata proprio alla fine della due giorni del G20 di Bali, una riunione in cui il gruppo allargato dei ministri degli Esteri, sotto l'egida indonesiana, non è riuscito a trovare una posizione comune, ma che forse è servita a riprendere le fila del dialogo Usa-Cina dopo le tensioni e gli scambi di accuse degli ultimi mesi, per allontanarla dalla Russia?
La replica di Wang Yi, ovviamente molto diplomatica, rispetto le affermazioni del suo omonimo, lasciano intravedere uno spiraglio di apertura, come è giusto che sia, forse anche dettato dal fattore Taiwan: "Il presidente Xi Jinping crede nella cooperazione e nel 'rispetto reciproco' tra le due maggiori potenze economiche del mondo. La Cina e gli Stati Uniti sono due Paesi principali ed è necessario che mantengano scambi normali".
Il Global Times, giornale gestito dallo stato cinese, noto per le sue critiche agli Stati Uniti, ha scritto che la crescente diplomazia "ha sottolineato il consenso delle due parti sull'evitare un'escalation del confronto". Una tregua armata nell'ambito di una intensificazione delle divisioni Est-Ovest, guidate da Cina e Russia da una parte e Stati Uniti ed Europa dall'altra, lasciando tuttavia intendere che non vi è condanna della Russia. Del resto, il vertice di Bali lo ha certificato. "Nessuna foto di gruppo né comunicato finale come è stato fatto negli anni precedenti.
Ma a confermare quell’astio che va oltre ogni schema che la diplomazia impone, per il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, la decisione di Lavrov di andarsene è stata "non molto rispettosa" e "non è il modo in cui si partecipa a un vertice del G20", dimenticando forse tutte le affermazioni, non certo rispettose, fatte dai membri del G7 nei confronti della Russia.
Ettore Lembo
10/07/2022