ISTRUZIONE...DISTRUZIONE - ETTORE LEMBO NEWS

Title
Vai ai contenuti
ISTRUZIONE...
DISTRUZIONE?

Che cos’è la libertà? Una domanda apparentemente banale, alla quale si potrebbero dare infinite risposte, per la maggior parte ovvie alle orecchie del comune cittadino. Ma ciò che si cela dietro la questione che vi poniamo è molto più complesso e articolato di quanto si pensi.
Di quali tipi è la libertà? Vi è la libertà fisica, che consiste nel non essere sottoposto ad alcuna costrizione quale potrebbe essere la prigionia; vi è la libertà politica, per intenderci quell’assenza di timore che dovrebbe pervadere il cittadino e farlo sentire fiducioso di avere voce in capitolo alla pari degli altri nelle questioni che riguardano il suo Paese; vi è poi la libertà sociale, corrispondente alla facoltà, da parte di una persona, di perseguire i suoi diritti e attenersi ai suoi doveri; non va trascurata poi la libertà civile, che tutela il cittadino da eventuali abusi di potere da parte del governo sotto il quale vive.
Oltre a queste varie e note definizioni e ramificazioni di libertà, non dobbiamo né possiamo dimenticarci della controparte “psicologica” della libertà appunto, quel “fondo dell’iceberg” che, trovando posto nella mente delle persone, guida i loro comportamenti al fine di difendere i propri diritti oppure di lasciarsi sottomettere in modo inerme quando questi vengono danneggiati o soffocati.
In che modo, quindi, un cittadino può coltivare in sé la propensione al primo di questi due atteggiamenti? In che modo può porsi sulla strada della tutela di sé, anziché su quella più facile e accomodante della predisposizione alla sottomissione?
Ecco quindi che interviene il ruolo dell’educazione: quella per eccellenza inizia con il bambino ancora in tenera età, prosegue poi negli anni e va differenziandosi in modo sempre più specifico. Il giovane studente impara quindi a ragionare, si allena a non farsi condizionare…
Però, cari italiani, e l’appello va a tutti voi, tutti chiamati in causa: non riterreste troppo utopica, irreale forse, una descrizione simile dell’educazione? Non vi parrebbe meglio mettere i verbi al condizionale, “imparerebbe a ragionare”, “si allenerebbe a non farsi condizionare”... Non pensate forse che così suoni meglio, si attenga di più alla realtà? Non mettiamolo in dubbio: l’educazione questi obiettivi non solo non li centra sempre, ma spesso neanche vi tende, preferendo girarvi attorno, eluderli, imbottendo la mente del giovane di puro concettismo che, dopo anni, conserverà solo in parte, a differenza di quanto farebbe una vera e propria “educazione al ragionamento”, al ragionamento critico, che aiuterebbe il ragazzo, la ragazza a farsi domande e ad arrivare al nocciolo delle questioni.
Ci si trova però con delusione di fronte a casi opposti, sia in Italia che all’estero. Ed è proprio nella questione russo-ucraina che compare, nelle notizie di questi ultimi giorni, un episodio eclatante, secondo cui Mosca avrebbe inviato nelle zone dell’Ucraina numerosi docenti per correggere l’istruzione scolastica e allinearla alle proprie righe politiche.
L’agenzia di stampa AdnKronos riporta che “centinaia di insegnanti saranno inviati dalla Russia nelle zone controllate da Mosca in Ucraina per fornire una ‘corretta' istruzione agli studenti. I docenti entreranno in servizio all'inizio del nuovo anno scolastico e Mosca ha promesso loro uno stipendio di oltre 2.900 dollari al mese a fronte di una media di circa 550 dollari”.
Una sorta di corruzione perpetrata verso gli insegnanti a danno della correttezza del sistema scolastico? L’articolo continua specificando che “il messaggio diramato da Mosca, classificato come ‘urgente', parla di 'insegnanti necessari per le regioni di Zaporizhzhia e Kherson per il periodo estivo’ [...]. Il lavoro consiste nel preparare le scuole per il nuovo anno scolastico’”. Ma non finisce qui: Mosca rivolge un altro appello, così riportato dalla stessa fonte: ''Cari insegnanti: c'è qualcun'altro che vuole aiutare i colleghi? Queste regioni sono sicure. Per favore rispondete velocemente'’. Viene specificato che “gli appelli sono stati diffusi dal Washington Post che li ha ricevuti dall'Alliance of Teachers, un gruppo indipendente in Russia. [...] Mosca sta conducendo un intenso sforzo di russificazione nelle regioni che ha occupato in Ucraina, modificando la storia e negando anche la lingua. [...] Il 28 giugno scorso il ministro dell'Istruzione russo Sergei Kravtsov era stato chiaro: in Ucraina il sistema dell'educazione 'deve essere corretto’. Secondo un elenco pubblicato sul sito web del ministero dell'Istruzione del Daghestan, e poi rimosso, quasi 250 insegnanti, di cui 57 della repubblica della Russia meridionale, si sono iscritti per andare in Ucraina. Tra loro destinazioni ci sono le regioni separatiste di Luhansk e Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. [...] A partire da settembre, quindi, gli insegnanti russi terranno nuove lezioni intitolate ‘Dialoghi su cose importanti’ che dovranno seguire le linee del governo su quello che gli studenti dovranno imparare sulla guerra in Ucraina e gli ultimi eventi. Un approccio che ricorda la 'politinformation' dell'Unione sovietica [...]
Educazione, quindi? Possiamo definire questa trovata del governo moscovita come una riforma scolastica oppure come un tentativo, certamente incapace di passare mascherato davanti all’occidente, di influenzare ciò che sarà del futuro storico, sociale e culturale della nazione ucraina? A prescindere da tutto il resto, dalle motivazioni del conflitto, non possiamo sottrarci dal difendere a spada tratta l'istruzione, nostra potenziale maestra di vita.
Boris Borlenghi
20/07/2022

.
Torna ai contenuti