La polizia spara
nel Minesota,
muore un ragazzo, ma questa volta... Che silenzio assordante...
Egregio direttore,
nel ringraziarla per la continua grande attenzione che dedica ai miei scritti, nel inviare suo tramite un ringraziamento ai suoi lettori per i commenti che hanno reputato di inviare, commenti tutti graditi sia quando positivi sia nei casi in cui hanno proposto alla riflessione delle critiche, mi permetta di inviarLe un mio contributo sul nuovo omicidio di Stato in Minesota.
Stati Uniti, Minesota, Mineneapolis, 2 febbraio, dei poliziotti entrano in un appartamento sfondando la porta e sparano, uccidendo, ad un ragazzo di colore di 22 anni.
I poliziotti stavano eseguendo una irruzione alla caccia di un omicida.
Il ragazzo era armato, possedeva una pistola legalmente, incensurato, era a letto, non aveva nulla a che fare con l’omicidio per cui i poliziotti stavano facendo l’irruzione.
Le telecamere indossate dai poliziotti riprendono tutto e le immagini fanno vedere che gli stessi sparano senza un motivo per noi europei plausibile.
Minneapolis è la stessa città ove un altro poliziotto uccise George Floyd.
Amir Locke, questo il nome del ventiduenne, non era l’obiettivo della perquisizione e il suo nome non compariva nel mandato.
Il poliziotto è stato subito sospeso in attesa dell’esito delle indagini.
Il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, democratico, è lo stesso sindaco dei tempi di George Floyd. Si inginocchiò sulla bara di Floyd.
Peccato che sia lui il “capo” della polizia i cui esponenti hanno ucciso Floyd al tempo e Locke il 2 febbraio scorso.
La procura ha garantito un’inchiesta “giusta e completa” mentre il governatore, anche lui democratico, Tim Walz ha ammesso che bisogna fare di più per evitare gli eccessi da parte della polizia.
Ai tempi di Floyd vedemmo politici, intere organizzazioni sportive, attori inginocchiarsi per mesi.
Politici italiani si inginocchiarono all’interno del nostro parlamento.
I giornalisti dei grandi media in tutto il mondo commentarono per mesi con toni durissimi.
Perché sono convinto che in questa nuova vicenda non vedremo lo stesso alto cordoglio, stupore? Semplice non c’è il nemico numero uno al mondo alla Casa Bianca di Washington e non vi è una campagna elettorale in corso negli USA.
Ieri c’era Trump, oggi Biden
Ieri il “cattivone” anti europeista portava ricchezza e pace in tutto il mondo. Piena occupazione, ripresa economica globale, prezzi dei carburanti ai minimi, pace in medio oriente…. ma era un “cattivone”
Oggi ……… e speriamo che non arrivi la guerra in Europa
Ma oggi siamo al “potere dei più buoni” come scrisse quell' immenso poeta che si chiamava Giorgio Gaber.
Ignoto Uno
06/02/2022