Napolitano: L'ipocrisia di un funerale di Stato, quando il popolo sembra essere assai distante.
Si è appena concluso il funerale di Stato di un personaggio, Giorgio Napolitano, che nel bene o nel male, è stato Presidente della Repubblica Italiana ed il primo, nella storia della repubblica, ad essere rieletto.
Un fatto che ha creato un precedente che tanti non hanno condiviso e che oggi sembra divenuta “consuetudine” dopo la sua rielezione.
Rielezione cui tanti Presidenti Emeriti hanno duramente criticato, in tempi non sospetti, certi che un settennato potesse essere di sicuro equilibrio a garanzia della Costituzione ed un grave errore l’eventuale … rielezione.
Repubblica o ….?
Ci guardiamo bene dal giudicare l’uomo e il suo operato terreno, pur osservando in questi giorni che precedono il primo funerale laico tenutosi alla Camera presso Montecitorio, si sia assistito ad una “beatificazione” dell’Emerito defunto.
Per Noi che crediamo, giudicherà l’Altissimo quando lo avrà al Suo Cospetto.
Certamente questa volta non ci saranno intercettazioni da cancellare, nonostante si debba registrare la casuale scomparsa, quasi contemporanea, di un personaggio assai discusso.
Registriamo, durante la Camera ardente, l’inedita visita di Papa Francesco, il quale è andato a rendere Omaggio al defunto, “per esprimere, con la presenza e la preghiera, il suo personale affetto al Presidente Emerito”, come spiega il Vaticano attraverso una nota rilevata da RAI news.
Ci fa riflettere che nessuna Benedizione sia stata impartita dal Papa alla salma, così come nessun Segno della Croce sia stato fatto, nonostante il ruolo ricoperto dal Bergoglio.
Alcune fonti dicono, per rispetto a defunto, dimenticando forse il ruolo che il Papa ricopre.
Essere Cristiano ed a Capo della Chiesa in Italia non ha più valore o è mancanza di rispetto?
Quindi diventa irrispettosa, nei confronti del defunto, la Meloni che invece si allontana dal defunto facendosi il segno della croce, come si evince dal filmato.
Per questo sembrano sapere di incoerenza le parole del Cardinal Gianfranco Ravasi che asserisce: “E’ stato un giusto, splenderà come stella”. Frase tratta dal libro Biblico di Daniele (capitolo 12, versetto 3).
Ricordiamo alcuni tra tanti politici Italiani che hanno preso parte al primo funerale laico di Stato, dal Capo dello Stato Italiano Mattarella, al presidente del Senato La Russa, della Camera Fontana, al commissario europeo Gentiloni, al presidente della Corte Costituzionale Amato, oltre che Gianni letta e la ex parlamentare Finocchiaro.
Molti di questi, scelti dalla famiglia Napolitano, hanno poi tenuto un intervento oratorio in ricordo del defunto.
Erano presenti ancora, il presidente francese Emmanuel Macron, con il quale poi il presidente del Consiglio Meloni avrebbe dovuto avere un incontro, anche a seguito delle tensioni tra Italia e Francia sugli immigrati ed il presidente federale tedesco Frank- Walter Steinmeier.
Ma in tutto questo, tra solennità politica, religiosa, vita, morte, formalità e protocollo, l’assoluta assenza del popolo stride in maniera forte.
Dai social ad i cittadini per le strade, il dissenso verso la persona, si percepisce fortemente, se pur nel rispetto della morte, ma indica una pericolosa frattura e distanza tra la politica sorda ed autoreferenziale e popolazione vessata ed inascoltata.
Una demagogia pericolosa ed ipocrita, che si manifesta anche se pochi hanno il coraggio di esternarla.
Un segnale forte che bisogna tenere in considerazione, e non inasprire, come invece si sta cercando di fare in ogni modo, magari punendo incondizionatamente a destra ed a manca.
Dovrebbe essere da monito quanto scritto ne “il mondo al oirartnoc” che esalta ciò che la maggior parte dei cittadini pensa, ma che forse ha paura di dire.
Così, dopo le fortissime espressioni critiche rilevate sui social, che non sono di sicuro poche e sparute come si vuol far credere, in diversi stadi italiani, sparsi su tutto il territorio non è stato rispettato il minuto di silenzio che la FIGC aveva decretato in omaggio al defunto emerito presidente.
Fischi ed altro si sono levati dagli spalti di molti stadi, al punto che la federazione ha ritenuto di multare 5 club di serie A e 2 di serie B.
5.000 Euro per le squadre di serie A: Empoli, Verona, Fiorentina, Lazio, Udinese e 2.000 Euro perle squadre di serie B Catanzaro e Como.
Un comportamento forse ineducato, discutibile, ma civile e lecito e di protesta.
Una protesta che da certamente fastidio, ma che in uno stato democratico, dove inspiegabilmente si tollera ben altro, non provoca alcun danno e non sembra essere proibito.
Non siamo riusciti a trovare quale regolamento infatti obbliga all’osservanza del minuto del silenzio, ne le norme e le sanzioni che regolano ciò.
Un gesto che nasce spontaneo, con la partecipazione di tutti, contravvenendo una disposizione che cade dall’alto come imposizione, al punto che qualcuno ritiene dover sanzionare.
Interessante leggere su “Avvenire” del 6 febbraio 2015 l’articolo “ Il tempo sospeso” come nacque il minuto di silenzio, di Roberto Mussapi.
Momenti che vanno condivisi ed utilizzati da molti paesi in occasioni speciali, che in origine era di 5 minuti, ridotti poi a 3 ed oggi ad un minuto o 60 secondi.
Solo in alcuni stati degli USA si discute da tempo sulla costituzionalità di questa “contemplazione silenziosa” per alcuni ambiti.
La sanzione, comminata dalla federazione alle squadre, forse potrebbe essere una pericolosa forzatura per colpire chi non è allineato al pensiero che alcuni hanno imposto?
Colpire qualcuno, per colpire tutti?
Ancora un primato che segue tanti altri “Primati”?
La Penna Tempestosa
27/09/2023