Biden: dopo la guerra
in Europa per procura,
cerca il pretesto per
una guerra in Cina.
Joe Biden, presidente USA, probabilmente guidato dalla frenesia di ricevere anche lui il premio Nobel per la Pace, come quello dato a Barack Obama, nonostante sia considerato "guerrafondaio", sta in ogni modo cercando di accendere una guerra nel Pacifico contro la Cina.
Infatti, dopo aver innescato in Europa la guerra Russo Ucraina, coinvolgendo quegli stati Europei, ed in particolare l'Italia, sui quali esercita il proprio dominio, ed avendo delegato questi, come prosecutori indefessi e subdoli della guerra per procura, si sta adoperando in ogni modo per innescare un'altra guerra, questa volta nel Pacifico, tra Cina e Taiwan.
Dopo le note vicende inerenti la visita a sorpresa della rappresentante della camera Nancy Pelosi e la visita di alcuni esponenti DEM a Taiwan che hanno suscitato tensioni e reazioni della Cina, la quale per ritorsione ha svolto per diversi giorni una esercitazione militare nelle acque adiacenti l'Isola, ecco giungere una notizia che aumenta le preoccupazioni nel mondo: Biden, chiederà al Congresso, 1,1 miliardi di dollari per armare Taiwan, innalzando ulteriormente la pressione militare nella regione.
Il pacchetto, secondo alcune fonti, comprenderebbe 60 missili antinave Agm-84L Harpoon Block II per 355 milioni e 100 missili aria-aria Aim-9X Block II Sidewinder per 85 milioni, oltre a 655,4 milioni per l'estensione di un contratto per la sorveglianza radar.
La reazione di Pechino non si è fatta attendere, infatti il portavoce dell'ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, secondo la TASS, ha detto che gli Usa devono smettere di vendere armi a Taiwan poiché qualsiasi contatto militare con l'isola viola il principio di "una sola Cina". "Gli Stati Uniti devono interrompere immediatamente la vendita di armi a Taiwan e i contatti militari con Taiwan.
Poi, continuando dice, devono smettere di creare fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan, e dovrebbero dar seguito alla dichiarazione del governo Usa di non sostenere l'indipendenza di Taiwan'".
Con il pretesto della libertà di navigazione, "le navi da guerra americane mettono in mostra la loro forza: non si tratta di una promessa di 'libertà e di apertura', ma di una provocazione che cerca di colpire la libertà e di un deliberato sabotaggio della pace e della stabilità regionale", ha tuonato il portavoce Zhao Lijian.
Provocazioni che rischiano veramente di innescare una guerra che va oltre il termine di guerra Mondiale, dal momento che rischiano di affrontarsi potenze che hanno la disponibilità di armi nucleari.
Intanto Taiwan ha sparato i primi colpi di avvertimento contro droni cinesi.
Colpi sparati il 30 agosto alle 17.59 locali (11.59 in Italia) sulle isole Kinmen secondo il nuovo 'programma di contenimento'.
Pericolo quindi che Biden e tutti coloro che lo sostengono sia in Italia che in Europa, probabilmente sottovalutano pesantemente.
Avrà forse ragione il Presidente Vladimir Putin quando asserisce che il mondo unipolare è ormai "obsoleto" e sarà sostituito da un nuovo ordine globale "basato sui principi fondamentali della giustizia e dell'uguaglianza e sul riconoscimento del diritto di ogni Paese o popolo a seguire il suo percorso sovrano di sviluppo"?
Frase che il Presidente Russo ha proferito in un messaggio inviato in occasione dell'apertura del Forum sugli investimenti nell'Estremo Oriente russo, a Vladivostok.
Bisogna riconoscere che proprio quest'ultimo, nonostante il conflitto con l'Ucraina, sembra essere più cauto nell'alzare l'asticella verso una guerra mondiale, non raccogliendo le continue provocazioni di Biden e dei suoi adepti che sono anche in Italia ed in Europa.
Intanto dall'1 al 7 settembre, sarà ancora l'Estremo Oriente, a destare preoccupazione, poiché navi da guerra russe e cinesi daranno vita a esercitazioni congiunte ('Vostok 2022').
Tra l'altro, la Marina Usa non potrà attraccare alle Isole Salomone.
L'arcipelago del Pacifico ha avuto rapporti tesi con gli Usa da quando ha siglato un patto per la sicurezza con la Cina, e non consentiranno più l'attracco di unità della Marina degli Stati Uniti.
Situazione abbastanza incandescente che il presidente Biden e' riuscito in meno di due anni a generare nel mondo.
Chissà se è già riuscito a surclassare il suo predecessore DEM Obama come guerrafondaio.
Chissà se, forse una volta ricevuto il premio Nobel per la pace, possibilmente prima delle elezioni di midterm, possa decidere che forse è "opportuno" ritirarsi e godersi la pensione, visto che almeno a lui … spetta.
Ettore Lembo
31/08/2022