ZELENSKY A ROMA... - ETTORE LEMBO NEWS

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Zelensky a Roma

L’analisi dei dati di ascolto televisivi della giornata che ha visto il presidente Zelensky a Roma permette di avere una idea chiara su quanto i cittadini italiani si sentano coinvolti nella guerra in Ucraina.
Ebbene i dati di ascolto dello “Speciale Porta a Porta”, che ha visto la presenza del presidente ucraino Zelensky, parlano chiaro.
Solo il 17,4% degli italiani, pari a 2,2 milioni di telespettatori, si sono dedicati all’ascolto di questa trasmissione che aveva, come è ovvio, il compito di permettere a Zelensky di portare agli ascoltatori la visione che lo stesso ha del momento bellico e di delineare, acquisendone consenso, le strategie ed i tempi che porteranno ad una nuova pace ed alla conseguentemente stabilità socio economica in Ucraina ed in tutta Europa.
Contemporaneamente veniva trasmessa la replica di “Avanti un Altro” su Canale 5. Questa trasmissione, mi scuseranno gli amanti del genere ma credo che accetteranno se non la ritengo un best seller, ha raggiunto uno share del 20,1%., poco meno di 3 punti percentuali in più della trasmissione che vedeva presente il presidente dell’Ucraina.
Nella stessa giornata è stato trasmesso il Festival della canzone europea che ha visto uno share del 34%, pari a 4,9 milioni di telespettatori. Praticamente il doppio di Porta a Porta con Zelensky.
Numeri che parlano, vanno letti ed analizzati sul piano socio politico.
Quali le cause di questo palese disinteresse verso le vicende della guerra?
Mi sembra semplice trovarle nel fatto che la grande maggioranza dei cittadini del mondo, fra cui gli italiani, vedono Zelensky come un signore, non mi permetto di definirlo un ventriloquo, dipendente da poteri che non sono ucraini e non vivono nemmeno in Ucraina.
Conseguentemente il suo andare in giro per il mondo, dopo la visita a Roma ha fatto un tour che lo ha visto sua a Berlino che a Parigi, appare più come una tragicommedia che come la presenza di uno statista che difende il suo popolo ed i suoi confini.
Parliamoci chiaro il mal celato tentativo di posizionare l’immagine del presidente Ucraino fra i grandi statisti occidentali della storia recente ha del assai poco credibile.
Le sorti di questa drammatica guerra, che sta vedendo un popolo morire ed una intera nazione tramutata in un campo di battaglia, sono palesemente decise fuori dall’Ucraina e, questo mi sembra certo, non da Zelensky.
Intanto la gente muore. Muoiono ucraini, russi e tanti altri “fantasmi” presenti in territorio ucraino che non vengono resi noti.
La guerra in Ucraina finirà, purtroppo non credo presto, non per merito di Zelensky e Putin, ma per volontà di ben altre forze in campo.
Forze che non erano presenti a Porta a Porta.
La loro assenza nella trasmissione di Bruno Vespa è la causa che ha reso assai più interessante vedere la trasmissione della canzone europea piuttosto che seguire il pensiero del leader ucraino.
In pratica il popolo dei “cittadini semplici”, semplici sì ma stupidi no, ha fattivamente dichiarato a Zelensky che, visto che si doveva vedere un teatrino, molto meglio quello delle musica europea.
Zelensky è un disco rotto che cambierà il suo dire quando chi tiene i suoi fili lo deciderà.
In questo teatrino vi è finito dentro anche lo Stato del Vaticano.
Il Segretario di Stato, cardinal Parolin, ha preferito, camuffandolo con un viaggio all’estero, non affiancare il Santo Padre in una azione che, almeno oggi, appare poco ponderata.
Noi credenti, che ben comprendiamo quanto sia indispensabile per gli equilibri di pace nel mondo il ruolo dello Stato del Vaticano, non possiamo che sperare che il Santo Padre abbia un disegno carsico così sofisticato da non essere comprensibile a chi non è dentro alle segrete cose.
Lo vogliamo credere da credenti, ma temiamo che Papa Francesco abbia fatto un passo che lo limiterà nella sua azione per la pace nel futuro.
Limitazione che ci riduce la speranza di poter vedere presto la luce della pace essendo noi “cittadini semplici” assai convinti del parallelismo storico fra i tristi fatti d’Ucraina di oggi e quel momento che passò alla storia come “Crisi di Cuba”. Momento che fu risolto dalla autorevolezza di un grande Papa quale fu Giovanni XXVIII.
Nell’analizzare questo triste scenario mondiale non possiamo, ne dobbiamo, limitarci a questa drammatica situazione ucraina.
Essa va inserita in uno scenario di guerra ben più totale ove noi “cittadini semplici” dobbiamo ricordarci dei rischi in essere a Taiwan, delle nuove e gravissime tensioni mediorientali, dei nuovi elementi di crisi in Africa.
Tutto si lega in geopolitica e, questo crede un “cittadino semplice” come me, solo un tavolo che sappia affrontare lo scenario globale nella sua interezza trovando un nuovo paradigma che equilibri il sistema sia in termini politici che geoeconomici fermerà questa tragedia.
Se questo non avverrà il timore di noi “cittadini semplici” è che si arriverà, ovviamente non lo speriamo, ad un nuovo conflitto mondiale.
Conflitto che, magari, memori del famoso detto “tanto peggio, tanto meglio”, a qualcuno farà anche comodo e piacere.
Eventuali forze che lavorano per favorire questo scenario di tragedia sappiano, però, che noi “cittadini semplici” non abbiamo nessun desiderio di mandare i nostri figli a morire per permettere loro di gestire i loro interessi.
Questo viene in mente a me, “cittadino semplice” come tanti altri, nel vedere le francamente ridicole immagini romane di “Zelensky and co.”.
Ignoto Uno
16/05/2023
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