GUERRA E PACE - ETTORE LEMBO NEWS

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GUERRA E PACE

Vi sono cose che, forse per ignoranza, forse no, faccio molta fatica a comprendere.

L’incipit dello statuto della NATO recita “Gli Stati che aderiscono al presente Trattato riaffermano la loro fede negli scopi e nei principi dello Statuto delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi”.

Nazioni Unite che si dichiarano decise “a salvare le future generazioni dal flagello della guerra ed a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne” e, poco più avanti nel testo, continua con “a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”.

Infine, lo stesso Statuto dichiara che le Nazioni Unite hanno al centro della loro azione la volontà di “assicurare che la forza delle armi non sarà usata”.

Il Trattato della NATO, inoltre, dichiara che gli Stati membri “si dicono determinati a salvaguardare la libertà dei loro popoli, il loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà individuali e sulla preminenza del diritto. Aspirano a promuovere il benessere e la stabilità”.

Premesso che l’Ucraina non è membro della NATO ritengo fondante di un ragionamento intellettualmente onesto ricordare che l’articolo 1 della stessa organizzazione dichiara che “le parti si impegnano a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte, in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano messe in pericolo, e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all'uso della forza assolutamente incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite”.

Comporre “con mezzi pacifici”, in queste ore lèggiamo il Segretario Generale uscente, Stoltenberg, dichiarare che l’Ucraina deve essere “libera di usare armi degli alleati per colpire in Russia” a cui è seguita una scontata reazione dell’ambasciatore russo Antonov: “Washington non vuole la pace in Europa. Annuncia armi all’Ucraina quando Mosca è disponibile a colloqui”.

Perché tutto questo? A chi serve?

Perché questi continui tentativi di causare una escalation del conflitto?

Come non notare che siamo a cinque mesi dalle elezioni presidenziali statunitensi e,salvo eventi “anomali” assai temuti dal giro di Mar a Lago, il Presidente Trump appare vincitore certo.

Come non notare che lo stesso nella sua campagna elettorale dichiara che Biden ci stia portando verso la terza guerra mondiale mentre con lui “presidente non ci sarebbero state guerre", nessuna guerra.

È un fatto che Donald Trump sia l’unico presidente degli Stati Uniti a non avere ordinato l’inizio di nessuna nuova guerra.

Ci sarebbe da chiedersi se Biden avrebbe permesso al generale George Patton di portare i suoi carri armati fino a Mosca per “portare la democrazia” in quella Unione Sovietica governata da Stalin? Uno al cui confronto il Presidente Putin potrebbe apparire un sacerdote francescano.

Per fortuna in Stati Uniti vi era un Presidente assai più saggio, quel Roosevelt che seppe sedersi a Yalta.

Purtroppo alla Casa Bianca il mondo, oggi, non trova Roosevelt ne una figura che non crede nell’uso delle armi e negli eserciti ma nei dialoghi bilaterali come Trump.

Il mondo deve convivere con un presidente americano, Joe Biden, che spesso straparla.

In queste ore è tornato, senza freni istituzionali, a definire il presidente russo Vladimir Putin un “tiranno brutale”.

Difficile poter credere che dichiarazioni così “violente” possano facilitare una tregua in Ucraina dato che, permettetemi una ovvietà, non è Zelensky a poter decidere le sorti del popolo ucraino bensì chi siede alla Casa Bianca ed in alcune cancellerie europee.

Tutte “poltrone a rischio” nei prossimi mesi. Tutti leaders che, in fondo, con una “bella guerra” potrebbero risolvere i “loro problemi”.

In queste condizioni noi, cittadini amanti delle “parole” e non delle “armi”, non possiamo che sperare che il Presidente Putin non ceda alle provocazioni e non accetti una escalation di distruzione.

Onestamente, avendo dedicato tempo a studiare l’uomo, siamo sufficientemente convinti che questo accadrà con buona pace di chi vorrebbe ben altro.

In fondo nella cultura russa il concetto del “temporeggiare” è assai ben radicato, come non ricordare l’attesa del “generale inverno” per esempio?

A guardare questo quadro nasce, però, spontanea una domanda: sono queste Nazioni Unite e questa NATO strumenti utili a garantire una pace equa fra i popoli nel mondo?

Sembrerebbe di no.

Dopo ottanta anni, forse, è arrivato il tempo di dichiararli “superati” e di sostituirli con nuovi strumenti più efficaci, magari anche più efficienti visto i loro risultati in ordine a quanto direttamente espresso nei loro statuti.

Senza, poi, porre l’occhio sui loro rispettivi rapporti fra costi e benefici.

Ignoto Uno
27/05/2024
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