ARMI SU ARMI.. - ETTORE LEMBO NEWS

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ARMI SU ARMI,
E' ORA DI AGIRE

Diciannove bambini morti. Diciannove. E due insegnanti con loro. Fanno rabbrividire questi numeri se pensiamo che la causa della scomparsa di così tante creature innocenti sia da ricercare in un folle che, imbracciata un’arma, è entrato in una scuola a Uvalda, in Texas, il 25 maggio, e ha fatto strage di tutti coloro che gli si paravano davanti. E se si pensa che nessuno, letteralmente neanche le istituzioni, abbia potuto impedirgli nulla, dal comprare l’arma al portarla con sé, all’introdurla in una scuola, sorgono dubbi fondati su quanto effettivamente sano sia un Paese che tolleri queste cose. Gli Stati Uniti d’America non sono nuovi ad episodi dello stesso tipo: nel corso degli anni abbiamo assistito, non troppo di rado, a vere e proprie stragi pubbliche nelle quali uno o più “maniaci” si sono scagliati contro dei civili usando armi che hanno potuto comprare nella massima legalità.
Una sparatoria dopo l’altra compare qua e là sui quotidiani nazionali e internazionali: ne citeremo altre tre, recentissime, in aggiunta a quella avvenuta in Texas.
La prima è accaduta nell’ospedale di Tulsa, in Oklahoma, dove un paziente afroamericano fra i 35 e i 40 anni che lamentava dolori dopo essersi sottoposto ad un intervento ha ucciso il chirurgo che lo aveva operato e tre persone, ferendone altre dieci prima di togliersi la vita. Come riporta l’ANSA, “L'uomo ha aperto il fuoco con un fucile semiautomatico Ar-15 acquistato il giorno stesso della sparatoria”.
Spostiamoci poi in Iowa, dove sempre secondo la medesima fonte, in un altro articolo, “Tre persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco in un parcheggio fuori a una chiesa di Ames, [...] secondo quanto riferito alla stampa locale dallo sceriffo della contea di Story. Uno dei tre morti sarebbe l'aggressore, che si sarebbe suicidato. Il capitano dello sceriffo ha detto che i servizi di emergenza hanno ricevuto diverse chiamate intorno alle 18.50, poco prima dell'una di notte in Italia. [...] La polizia ha riferito che un uomo adulto ha sparato uccidendo due donne e poi si è tolto la vita. [...] Non è stata resa nota l'età delle due vittime né è stata individuata l'arma utilizzata nella sparatoria. Esclusa comunque ogni ulteriore minaccia per i passanti”.
Non si sottrae dall’elenco il Wisconsin, dove, in base ad un articolo ANSA che riprende l’emittente Nbc, con fonti della polizia, “diversi colpi di arma da fuoco sono stati sparati al Graceland Cemetery. [...] A essere colpiti sono stati alcuni familiari del defunto. ll funerale teatro della sparatoria era per Da'Shontay King Jr, ucciso dalla polizia il 20 marzo [...] nei pressi di un posto di blocco della polizia che lo aveva fermato nell'ambito di un'indagine sulle armi. Sarebbe sceso dall'auto armato e avrebbe rifiutato di eseguire gli ordini degli agenti a fermarsi e consegnare l'arma. Un poliziotto avrebbe quindi sparato e l'uomo sarebbe morto sul colpo”.
Una lista, questa, che potrebbe bastare: una coscienza non può fare a meno di ribellarsi e di chiedere giustizia. E invece chi sta al governo che cosa fa nella pratica? In che modo si risolve di migliorare la situazione? Secondo quanto riporta l’AdnKronos, “Chiedendo di aumentare da 18 a 21 l'età minima per possedere un'arma negli Stati Uniti, Biden ha invitato il Congresso a rafforzare i controlli sui precedenti di chi acquista armi e ad abrogare l'immunità legale per i produttori di armi. [...] Il presidente americano ha inoltre chiesto leggi che consentano a un genitore, insegnante o consulente di avvisare un tribunale se un bambino, uno studente o un paziente sta mostrando tendenze violente.
Ma nella pratica qualcosa sembra muoversi: l’AdnKronos aggiunge anche che “L'Assemblea legislativa di New York ha approvato una legge che vieta ai minori di 21 anni l'acquisto ed il possesso di armi semiautomatiche. [...] Lo stato così inasprisce le leggi che vietano ai minori di 21 anni il possesso pistole”.
Uno Stato che da un lato si propone come fedele e determinato difensore dell’Ucraina, sostenendo, nelle parole del suo presidente Biden, la necessità di perseguire la pace, e dall’altro non solo alimenta quel conflitto nell’Est Europa inviando armi su armi, ma anche, in casa propria, consente ai privati cittadini di “farsi guerra” fra di loro… Uno Stato simile andrebbe ritenuto “civile”, o meglio, “sviluppato”? Lo sviluppo di un Paese sta forse solo nella sua economia, negli indici del PIL e nell’occupazione, nell’incremento demografico e nella proliferazione delle metropoli, o sta anche e soprattutto nell’atteggiamento a cui i cittadini sono educati ad attenersi, alle cose che essi possono o non possono fare? Un Paese fra i più ricchi, moderni e produttivi al mondo può ritenersi avanzato se i suoi cittadini non sono impediti nel comportarsi come ai tempi del Far West?
Boris Borlenghi
04/06/2022





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