LA PAGELLA DI MOODY'S SARA' VERA GLORIA?? - ETTORE LEMBO NEWS

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Soddisfazione per la “pagella” di Moody’s, sarà vera gloria?
Il 18 novembre l’agenzia di rating statunitense Moody’s ha migliorato la sua visione sul futuro del nostro Paese.
La sua ultima “pagella”, infatti, parla di “Progressi nel sistema bancario e di rischi energetici diminuiti” e, nel confermare il rating, alza l’outlook a livello “stabile”.
Questo ha permesso al ministro dell’Economia Giorgetti di dichiarare che il governo stia “operando bene per il Paese, seppure tra tante difficoltà”.
Le difficoltà, a dire il vero, sono sempre più palesi a tutti i “cittadini semplici” italiani, e saranno i futuri mesi a dire loro se il modus operandi e le scelte del governo in legge di bilancio si dimostreranno corrette a migliorare la qualità della vita in Italia. Altrettanto varrà per verificare la qualità delle “pagelle” delle agenzie di rating nei confronti della nostra amata Patria.
È inconfutabile il fatto che il giudizio espresso da queste agenzie sia estremamente importante, ad esso si lega la propensione all’acquisto del debito pubblico da parte dei fondi di investimento.
Noi “cittadini semplici” ben sappiamo quanto sia necessario che il nostro debito venga comprato a tassi i più bassi possibili. Fatto che è direttamente correlato a dette “pagelle”.
Altrettanto inconfutabile il fatto che, assai spesso, le stesse agenzie hanno rilasciato “rating” che si sono in seguito dimostrati totalmente errati. Quasi fosse che tali “giudizi” abbiano più una origine “politica” che tecnica.
Negli Stati Uniti le autorità di controllo del mercato intervennero contro le agenzie di rating ritenendo le stesse corresponsabili, proprio a causa delle loro “pagelle”, a dire il vero assai errate, della crisi finanziaria nel 2007 e 2008.
Fatto corroborato da uno studio di una commissione del Senato americano.
Richiami arrivarono loro anche da organi istituzionali australiani che stabilirono che S&P ingannò gli investitori assegnando rating più alti a titoli il cui valore si dimostrò eccessivamente elevato tanto da crollare durante la crisi finanziaria globale.
Egualmente fece la Financial services agency giapponese che ordinò a S&P di migliorare il proprio sistema di verifica e aggiornamento dei rating.
Certamente, oggi, al sistema economico italiano fa assai comodo quanto deciso da queste agenzie.
Utile, però, allargare la visione sul sistema paese, superare i trionfalismi legati a queste “pagelle”, immergersi nella concretezza economica italiana.
I dati e le analisi dei vari centri studi economici potrebbero in un prossimo, neanche così lontano, futuro, dimostrare che certi “trionfalismi” contengono delle esagerazioni di ottimismo. Potrebbero dimostrarsi apodittici.
Vogliamo credere, noi “cittadini semplici”, che  il ministro dell’economia sia in buona fede nel dichiarare "Accolgo con molta soddisfazione la pronuncia di questa sera . E' una conferma che , seppure tra tante difficoltà stiamo operando bene per il futuro dell'Italia", altrettanto certamente, per chi sa leggere fra le righe, dobbiamo notare che Confindustria non è totalmente convinta che il governo non possa fare meglio.
In data 18 novembre, infatti, esattamente lo stesso giorno della “pagella”, il presidente dell’associazione datoriale, Bonomi, ha dichiarato che "Il PILItaliano è rimasto fermo nel terzo trimestre e gli indicatori dicono che all'inizio del quarto l'attività nei servizi è in lieve calo, come nell'industria”.
Il messaggio sulla necessità di “migliorare” la bozza della legge di bilancio sembrerebbe chiaro.
Noi “cittadini semplici”, avvezzi al dubbio ed alla lettura dei dati, notiamo come l’inflazione si sia  oggi attestata a 1,7% ma notiamo, al che, che, allo stesso tempo, il potere d’acquisto degli italiani ha subito l’andamento dei prezzi negli ultimi 24 mesi e si è ridotto di almeno un 15%.
Contemporaneamente come non notare che i tassi per i prestiti bancari sono ai massimi storici? Fatto che rende pressoché inaccessibile lo strumento del credito sia alle imprese che alle famiglie.
La caduta dei prestiti alle imprese è arrivata al -6,7% annuo e gli acquisti di beni immobili si è estremamente contratto, soprattutto se abbinati all’accensione di un mutuo fondiario.
È vero che il costo dell'energia è sceso del 19,7% rispetto a 12 mesi fa, ma è altrettanto vero che è tuttora più alto del 26,8% in base 24 mesi.
Sempre in questi giorni la Caritas ha dichiarato che in Italia vi sono 6 milioni di poveri e che gli italiani in forte difficoltà sono 14 milioni, in tutto i cittadini italiani sono 59 milioni.
Allargando il raggio di analisi all’Unione Europea, dobbiamo prendere nota del fatto che il Wall Street Journal, ha in questi giorni presentato una analisi sui mercati del lavoro nell’Europa UE27 che prevede un numero sempre maggiore di aziende, nella UE27, pronte a ridurre la propria forza lavoro nel 2024. In parole povere, intende licenziare.
Informazione che dovrebbe allarmare l’Esecutivo italiano e portarlo a scelte che siano volano reale del rilancio delle imprese sin da questa manovra di bilancio.
Il PIL industriale in Italia, conviene ribadirlo, ha visto una contrazione del 7,6% e, a conferma, va registrata una riduzione del 4,5% dell’ export italiano.
Elementi questi, tutti, che devono essere letti in modo organico e che fanno temere un ben peggiore andamento del PIL nel 2024 di quella dichiarato dal ministro dell’economia Giorgetti con diretto impatto sulle entrate e conseguenti ulteriori problemi sulle casse pubbliche e sul rapporto debito - PIL.
Rapporto che sarà appesantito ulteriormente a causa di una manovra progettata in deficit.
Da “cittadino semplice” innamorato della sua Patria spero con tutto il cuore che l’ottimismo del ministro Giorgetti e dell’Esecutivo tutto sia ben riposto, purtroppo i dati dicono ben altro.
Ignoto Uno
20/11/2023
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