UNA POSSIBILE "GUERRA CIVILE"? - ETTORE LEMBO NEWS

Title
Vai ai contenuti
Chi ha interesse ad innescare una possibile “Guerra Civile”?
Perché Landini invita le piazze allo “scontro sociale”?
Non è forse violenza dire “Vogliamo rivoltare il paese come un guanto?

I numeri ufficiali non sono noti ma sembrano essere assai lontani da quelli dichiarati da Landini che afferma essere stati 500.000 i lavoratori scesi in piazza in tutta Italia per uno sciopero generale che ha creato solo disaggi e assurdi e gravissimi scontri tra antagonisti e Forze dell’Ordine.

Se secondo i sindacati l’adesione allo sciopero è stata del 70% con cortei in 43 piazze, secondo altre fonti, forse più credibili, i numeri sembrano essere assai diversi da quelli enunciati dai sindacati, per di più non con predominanza di lavoratori.

Comprensibile la reticenza a questa ennesima ondata di scioperi, se si tiene in considerazione l’eventuale decurtazione salariale, dovuta proprio alla partecipazione allo sciopero. Manifestazioni che oramai sono diventate una “consuetudine del venerdì”. Consuetudine che vanno ad incidere fortemente sullo stipendio, già di per sé non allineato al reale potere di acquisto.

Non è un caso l’allarme dato dalla CGAI di Mestre, con una nota pubblicata su Rainews24 del 23 Novembre 2024, che asserisce che oltre la metà della spesa mensile dei consumi delle famiglie, pari al 56%, si riferiscano solo a cibo, carburanti e bollette.

Tra l’altro questo trend preoccupa non poco gli artigiani ed i piccoli commercianti, che è assai difficile che prendano parte a questi scioperi, insensati e selvaggi e che vivono prevalentemente dei consumi delle famiglie. Per ovvie ragioni, cui sarebbe inutile elencarle, la preoccupazione già elevata, tende a salire ulteriormente.

Se poi aggiungiamo le “dittature ecologiche” imposte, con le varie ZTL e le oramai inutili “domeniche ecologiche”, che impediscono ad i cittadini di potersi recare nei centri delle città, la situazione diventa ancor più preoccupante.

Tralasciamo i segnali di tensione per la salute dell’economia che vede crescere l’inflazione del mese di novembre dell’1,4% e che fa decollare il carrello della spesa del 2,6% e ritorniamo alle manifestazioni che tra venerdì e sabato hanno paralizzato le città.

Tantissimi gli studenti, i facinorosi dei centri sociali, ed altri elementi che forse non vedevano l’ora di dare anche sfogo alla violenza, fortemente incitati dal Segretario del sindacato che annovera il maggior numero di iscritti rispetto tutti i sindacati.

“Scontro Sociale”, “Vogliamo rivoltare il paese come un guanto”, sono frasi che se dette da cittadini semplici, avrebbero innescato reazioni forti degli stessi sindacati i quali avrebbero gridato contro e avrebbero immediatamente richiesta l’attenzione e l’intervento di quegli organi preposti, additando coloro che avessero osato proferire tali parole, quantomeno come nazifascisti, ed invocando l’applicazione di tutto ciò che il Codice Penale possa prevedere, in aggiunta alla violazione della Costituzione.

Invece, rimaniamo piuttosto perplessi nel constatare come l’esimio Segretario possa proferire impunemente tali affermazioni, che tra l’altro hanno anche provocato feroci e duri scontri motivo per cui sono numerosi i feriti tra le Forze dell’Ordine.

Evidenziamo che in una manifestazione precedente, il lancio di un ordigno aveva già provocato il ferimento di 20 ed oltre Agenti di Polizia, e non abbiamo notato grande attenzione da parte dei sindacati e dei partiti che li sostengono, anzi…

Forse le Forze dell’Ordine non fanno parte della categoria dei lavoratori?

Irripetibili le frasi scritte e proferite dai manifestanti contro la polizia durante le manifestazioni.

Menomale che si definiscono “antifascisti”, forse vogliono dimostrarsi Comunisti?

Rimaniamo perplessi nel constatare azioni, che potrebbero essere considerati reati, come la mancanza di rispetto alla Bandiera Italiana e il bruciare le foto del Primo Ministro Italiano ed di alcuni suoi Ministri, passi quasi inosservato.

A consuntivo quindi sembra che il fallimento dei sindacati sia stato evidente, mentre incalcolabili i disagi e le adesioni dei lavoratori bassissime.

Ma, a chi giova quindi innescare alla rivolta le piazze solo per contestare un governo, forse discutibile, certo, ma regolarmente e democraticamente eletto dalla maggioranza dei cittadini che si sono recati a votare?

La democrazia, tanto acclamata e decantata dall’opposizione che sostiene questi sindacati, quando era al Governo senza nemmeno essere stata eletta, dove è finita?

Il politicamente corretto, imposto dall’On. Boldrini con l’istituzione della commissione Parlamentare “Jo Cox” sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo, ed i fenomeni di odio, istituita il 10 maggio del 2016, hanno valore a fasi alterne?

La Costituzione, i Codici Civili e Penali devono essere utilizzati secondo le convenienze del caso, o secondo chi è che commette reati?

Queste sono le domande che i cittadini, quelli che non hanno partecipato allo sciopero ed alle manifestazioni, si chiedono fortemente ed a cui bisognerebbe dare risposte.

Così come tanti si chiedono dove erano e dove stanno i sindacati che tacciono e nulla fanno contro chi sta espropriando, con grande spiegamento di mezzi e uomini, enormi territori costituiti da terreni agricoli, fonte di sussistenza per agricoltori e famiglie che lavorano i campi, ricchezza produttiva per l’Italia. Espropri a favore di aziende che favoriscono la desertificazione dei territori, per impiantare pale eoliche o impianti fotovoltaici, di dubbia resa economica ma di grandi finanziamenti, cui un Primo Ministro, molto caro ad i sindacati, ha reso possibile con una legge, di poter operare.

Aziende che somigliano molto a quelle che, in alcuni Stati Africani, hanno sperimentato sistemi agricoli con modificazione genetica, sottraendo terre a quelle popolazioni. Sottrazioni e sfruttamento di terre e popoli in nome di un “benessere” cui ancora oggi ci si chiede quale fosse.

Ma ritornando alle parole di Landini, diventa legittimo chiedersi a chi giova innescare lo scontro sociale. Scontro che nonostante abbia già ha provocato numerosi feriti tra le Forze dell’Ordine, pochi hanno compreso il motivo di queste manifestazioni, ed ancor meno sono quelli che le hanno volute.

Infatti il considerarsi maggioranza della popolazione, come afferma il segretario di questo sindacato, non sembra proprio corrispondere alla realtà, ed i numeri lo dimostrano in ogni caso.

Qualcuno si chiede se l’obiettivo di questi sindacati, che non sembra proprio stiano difendendo i lavoratori, sia quello di far cadere il governo, oggi finalmente votato democraticamente, a torto o ragione dagli Italiani?

Sembra rivivere il 1960 quando nacque il Governo Tambroni con l’apertura alla destra che causò numerose manifestazioni ed uno sciopero indetto per il 30 giugno. Apertura a destra che fece insorgere i sindacati ed i partiti legati ad essi e portò a scontri con la polizia e numerosi disordini.

Disordini cui seguirono altre manifestazioni in Italia e che ebbero come conseguenza numerosi feriti e ben 7 morti tra i manifestanti.

Non è un caso che proprio dal 30 novembre gli Italiani apprendono che per il mese di dicembre sono già pianificati almeno 15 altri scioperi che mettono in forte crisi l’economia e le famiglie sotto le festività Natalizie.

Certe parole servono per istigare odio, questo è un dato di fatto, per raggiungere un obiettivo che nulla avrebbe di democratico, ma molto di dittatura e con un costo umano, sociale ed economico assai alto?

Comprendiamo che perdere il “POTERE” esercitato da troppo tempo, per di più senza essere stati eletti dal popolo, non farà certamente piacere, ma questa è l’altra faccia della democrazia.

Ettore Lembo
01/12/2024
.
Torna ai contenuti