L'ITALIA CHE DIMENTICA (Ignoto Uno) - ETTORE LEMBO NEWS

Title
Vai ai contenuti
L’Italia che dimentica

In questa epoca di intellettuali da schermo e tuttologi da propaganda,
In questa epoca di intellettuali da schermo e tuttologi da propaganda, in questa epoca di commemorazioni e di pensiero sempre rivolto al passato per evitare di guardare, e ragionare, sul presente e sul futuro, in questa epoca di pensiero unico, io “cittadino semplice” ma libero provo a ricordare, memore che solo la conoscenza porta alla sapienza.
Parliamo di Europa ed Italia in questi anni così complessi. Anni che iniziarono con la fine del secondo conflitto mondiale. In Italia passammo per gli anni bui del terrorismo, arrivammo ad un giro di boa con la fine della prima repubblica nel 1993 e ci catapultammo in una incompiuta seconda repubblica ove spesso, troppo spesso, si è ritenuto pericoloso dare la parola, attraverso il voto, ai cittadini italiani. I “cittadini semplici” per l’appunto.
Oggi la guerra in Ucraina, precedentemente la pandemia.
In questi ultimi anni noi cittadini semplici abbiamo dovuto imparare nuovi linguaggi. Spread, resilienza, solidarietà sono divenuti termini di uso quotidiano. Termini, e concetti, tanto usati, spesso abusati, ma tanto svuotati del loro reale contenuto. In questi anni l’occidente e la nostra amata Italia è passata da un modello sociale basato sulla famiglia ad uno basato sull’individuo. Individuo che, quasi come se fosse un prodotto, è stato segmentato in “gender”. Mi dicono che ne sono stati identificati ben ventiquattro. Un tempo vi erano gli uomini e le donne. Il “resto” era semplicemente nella sfera del privato. Niente di omofobo, era solo intimo.
Ebbene, memore degli insegnamenti di Giovan Battista Vico, corro con la mente indietro per analizzare l’oggi e pensare al domani.
Citavo Giovan Battista Vico, memoria alla base della conoscenza. Conoscenza alla base del comprendere.
Allora provo a tuffarmi nel passato per comprendere il presente.
il 1956 fu l’anno della prima presa di coscienza di “distinguo” fra il PCUS sovietico ed il PCI italiano.
Il 1956, infatti, è l’anno del 20º congresso del PCUS, del “rapporto segreto” di Nikita Krushev, dello scioglimento del Cominform e del rilancio delle vie nazionali al socialismo.
Il 1956 e, anche, l’anno della rivolta ungherese e dell’intervento sovietico per sedarla.
In quel 20º congresso Nikita Krushev attaccò il culto della persona di staliniana memoria.
Quel primo punto di svolta fu riconoscimento solenne della molteplicità delle vie al socialismo nel quadro della strategia della coesistenza pacifica e divenne elemento cardine che permise a Palmiro Togliatti di mettere in luce la questione delle diverse via al socialismo, riportando al centro l’idea di Gramsci di una via italiana al comunismo.
Togliatti individuò tra gli “errori di Stalin” il progressivo “sovrapporsi di un potere personale alle istanze collettive” arrivando a dire che questo “potere personale” era stato causa dei “fenomeni di burocratizzazione e di violazione della legalità” che, inevitabilmente, sempre parole di Togliatti, portano a “stagnazione e degenerazione dell’organismo sociale”.
Praticamente il “leader massimo” attaccava il “potere personale” come causa di “rovina” del sistema paese.
Io, “cittadino semplice”, vedo significative analogie fra l’Italia di oggi e quanto criticato, stigmatizzato, dall’allora leader della sinistra italiana.
Come interpretare molte affermazioni di leader politici e di governo italiani di questi giorni se non come atteggiamenti da “potere personale”?
Come interpretare certe “censure” alla “politica” da parte del Premier?
Come interpretare certe “fughe in solitaria” di alcuni leader politici italiani addirittura in assenza di condivisione del partito che rappresentano?
Come interpretare, più in senso lato, i tanti partiti con il nome del leader, auspicabilmente pro tempore, nel simbolo?
Tutti questi “leader”, anche quelli sparsi nella nostra Europa, però, puntano il dito contro un altro “leader massimo”, quel Putin che proprio nel PCUS di Krushev sì formò.
Quanta ipocrisia nel nostro Occidente!!!
Parlando di “ipocrisie” proviamo a cercarne altre nella nostra triste, ma tanto amata, Italia. Amata da noi “cittadini semplici”.
Negli anni della guerra fredda l’Italia aveva i missili nucleari sovietici puntati contro la nostra terra, qualcuno ricorda i finanziamenti occulti al PCI dal “nemico sovietico”?
Qualcuno ricorda il dossier Mitrokhin, e la conseguente Commissione Parlamentare presieduta da un attento Onorevole Guzzanti, ove emergevano le attività illegali dei servizi segreti sovietici in Italia?
Dal dossier Mitrokhin emersero informazioni riguardanti l'esistenza in Italia di basi del KGB su tutto il territorio nazionale finalizzate a mantenere in Italia una rete clandestina di agenti da attivare se si fosse verificato un colpo di stato che avesse messo fuorilegge il PCI. L’Unione Sovietica era pronta ad investire nella protezione del PCI in terra d’Italia. Il PCI accettava una protezione operativa da una potenza straniera che puntava le armi atomiche contro gli italiani.
Praticamente una “Gladio Rossa”, peccato che fu organizzata non dalla NATO, come Gladio, ma dai nemici della nostra libertà.
Quanti nel PCI sapevano? Probabilmente non lo sapremo mai. Certamente qualcuno del PCI i “fondi” in URSS li andava a prendere. Nomi ne girano da tempo di questi “spallòni” fra cui anche di personalità assurte ad alte cariche istituzionali. Forse malignità, forse no.
Certamente qualcuno della sinistra aiutò la formazione di tutto questo. Tanto sovente sentiamo parlare di Gladio, sempre con toni obliqui se non ostili, quasi mai di quella “rossa”. Eppure la Gladio atlantica voleva difenderci dal rischio di perdere la libertà ed era un elemento segretato della difesa interna della NATO. Quella NATO oggi tanto osannata.
Cerchiamo, però, “ipocrisie” più recenti.
Qualcuno ricorda il silenzio sulle scelte dell’esecutivo Conte in ordine alla politica estera molto spostata verso l’estremo oriente?
Qualcuno ricorda l’invito a pranzo dell’ambasciatore cinese a membri del Movimento Cinque Stelle esattamente concomitante con l’incontro in Cornovaglia del premier Draghi con il presidente Biden che vedeva in agenda proprio il ruolo della Cina in Italia e le preoccupazioni che questa posizione genera negli alleati della NATO?
Oggi, noi “cittadini semplici”, vediamo il leader della Lega Salvini incontrare l’ambasciatore russo, atto politico probabilmente gestito con eccessiva leggerezza e troppo rumore. in cosa consisterebbero, però, le differenze con quel pranzo presso l’ambasciata cinese a Roma? Nel fatto che, all’ultimo minuto utile, il presidente Conte si ritirò e solo dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle parteciparono?
Non mi sovvengono polemiche altrettanto aspre in quei giorni.
Ipocrisia di tanti “commentatori” sembrerebbe.
Salvini è un’altro iscritto al club dei cattivoni. Conte e tanti leader di un tempo no.
Che magnifico momento allorquando la nostra amata Italia tornerà a politici quali i De Gasperi, Segni, Togliatti, Nenni di un tempo ed a giornalisti terzi nella gestione del proprio ruolo come gli indimenticabili Jacobelli e Zatterin? Magari, permettetemi di esagerare, nella satira potremmo tornare alla classe di un Alighiero Noschese, uomo ed artista che senza turpiloqui riusciva a far ridere e pensare.
Niente ipocrisie e bei tempi ….. ai tempi.
Ignoto Uno
03/06/2022
.
Torna ai contenuti