TRUMP VINCE I CAUCUS - ETTORE LEMBO NEWS

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Trump vince i caucus, ansia in Europa
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo aver compreso l’aria che tira nei caucus del partito repubblicano e sulle future presidenziali americane di novembre, inizia a mettere “i puntini sulle i”.
Ha dichiarato, infatti, che se cambierà la politica estera americana lei non lo può dire, ma certamente non cambierà “la nostra politica estera italiana".
Messaggio chiaro. Forte e chiaro.
L’intervista che Nicola Porro, un giornalista usualmente saggiamente “puntuto”, ha fatto alla Premier non ha visto domande su un punto che, piaccia o no alla Premier poco importa, è principale nella relazione fra Trump e l’Europa.
Porro nulla ha chiesto sulle affermazioni del Presidente Trump quali “vincerò per la terza volta” o “le elezioni del 2020 sono state truffate”.
“Rigged”, che vuol dire “truffate”, è la parola usata dal “leader del sovranismo mondiale”, così lo definiscono i sovranisti nel mondo, anche in Europa e in Italia, pochi giorni fa in New Hampshire e supera il concetto di “broglio” inserendo quello di “truffa”. Concetto assai più pesante.
Truffa implicitamente compiuta nei confronti del popolo statunitense, non di chi, dovesse essere corretto ciò che Trump dichiara, avrebbe dovuto legittimamente guidare la politica alla Casa Bianca dal 2020 al 2024.
Elezioni del 2020 che videro, accadde anche con quelle del 2016, l’Italia chiamata a verificare se qualche italiano assai “monello” avesse aiutato gli avversari di Trump a sconfiggerlo.
Avversari che sono sempre gli stessi, sono le famiglie Clinton, Obama e Biden.
Come non ricordare il ruolo del professor Mifsud nel 2016 in quello che passerà alla storia come Russiagate?
Un “gate” che per molti anni qualcuno, esponenti della FBI inclusa, ha cercato di rovesciare a favore della Clinton invertendo la verità dei fatti. Oggi sappiamo, attraverso atti giudiziari certi, che la Clinton era colei che beneficiava, non subiva, dalle azioni del Russiagate.
Chi crede nella necessità della “verità” non può che ricordare come, per invertire l’ordine della “verità”, fu addirittura arrestato un grande patriota statunitense dal nome Michael Flynn al fine di far credere che il Russiagate era una azione per favorire Trump contro Hillary Clinton nelle elezioni del 2016.
Una azione ove si cercò di incolpare la Federazione Russa, una azione che le determinazioni giudiziarie più recenti e definitive, atti compiuti in era Biden, hanno provato che il Russiagate fu per facilitare in modo fraudolento le elezioni della Clinton contro Trump, azioni che videro Roma centrale, azioni che, in quel caso, fallirono.
Come non ricordare che, durante l’amministrazione Trump, l’allora Segretario alla Giustizia provò in ogni modo ad acquisire dalle istituzioni italiane le prove, prove che non possono che essere nella disponibilità italiana, trovando un muro di gomma.
Come non ricordare l’endorsment di Hillary Clinton a favore di Giorgia Meloni a pochi giorni dalle elezioni politiche in Italia?
Forse è questa la ragione che porta la Premier italiana ha fare le dichiarazioni prima menzionate da Porro sulla futura politica estera della nostra Patria. Politica estera assai diversa da quella proposta dalla stessa Meloni in campagna elettorale, al tempo parlava ancora da “sovranista”.
La logica produce sillogismi e le elezioni producono conseguenze.
Trump, in questi anni post 2020, ancor più che nel periodo di presidenza, ha dimostrato di essere assai combattivo in ordine alla ricerca della “verità”, fatto che, al di là della facciata, terrorizza molti nella nostra amata Italia.
Nei salotti dei benpensanti in Italia ci si augura che Trump non torni alla Casa Bianca, si spera che il partito democratico statunitense superi Biden, magari a favore di Michele Obama, e che il nuovo candidato democratico inverta la tendenza che vede i repubblicani lanciati verso la vittoria a novembre.
Qualcuno, fra i più “monelli”, teorizza un terzo “gate” organizzato per fermare “l’onda Trump” e legge anche in un recente post di Alex Soros, o a lui attribuito, uno lettura facilmente contro Trump, uno stimolo in tal senso.
Un post ove è presente un proiettile che buca una vetrata e quarantasette dollari nell’altra metà dell’immagine con una scritta che ne indirizza la lettura.
La presidente Meloni dichiara che "Italia e Stati Uniti sono due alleati solidissimi e hanno sempre avuto ottime relazioni indipendentemente dal cambio del presidente del Consiglio italiano o del presidente americano".
Questo fa piacere sentirlo, almeno a chi crede nella storia atlantica che si è formata con la sconfitta nazifascista nel 1945.
La storia recente, però, ci costringe a ricordare che “le elezioni hanno conseguenze”, le ebbero la vittoria di Obama allorquando l’amico dei Bush, Silvio Berlusconi, pagò assai caro, direi troppo caro, quel G7 a Pratica di Mare del 2002 che mise fine alla guerra fredda.
Obama, che implementò le azioni politiche già poste in essere dalla presidenza Clinton, assecondato dal vice presidente Joe Biden, la storia lo dice, stimolò moltissimo certe azioni giudiziarie contro quel uomo, anche lui come Trump tanto amato e tanto odiato, che fu l’ultimo italiano a saper portare l’Italia al centro dell’agenda politica del mondo.
Oggi in molti, ma veramente molti, nel vedere le tante azioni giudiziarie in Stati Uniti nei confronti di Donald Trump colgono delle forti analogie con quello che subì Silvio Berlusconi, neanche ci fosse la stessa regia.
L’occidente ed il mondo necessità di una riformulazione del Patto di Yalta.
La Conferenza di Yalta, nel febbraio 1945, si svolse alla presenza di Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia.
Due gli Stati europei presenti al tempo.
La prossima, i fatti lo fanno comprendere facilmente, non vedrà l’Europa presente, si allargherà ad altre nazioni del mondo globale, ma non si vede come probabile la presenza dell’Europa.
L’unica nazione geograficamente europea sarà proprio la Federazione Russa, con buona pace del fatto che ha già perso la guerra in Ucraina.
La UE27, e la nostra Italia, paradossalmente ancor più la Germania, dovranno seguire gli accordi che i “veri” grandi del mondo firmeranno.
Questa la “catastrofe” di questa Europa, forse anche per questo certi poteri economici reali in Germania stanno facilitando la crescita dei neo nazzisti di Alternative für Deutschland la cui leader ha appena pubblicamente teorizzato l’uscita della Federazione Tedesca dall’EU27.
Alice Elisabeth Weidel ha, infatti, dichiarato, lo ha riportato l’Ansa in data 22 gennaio, che “la Brexit è stata dannatamente giusta ed è un modello per la Germania”
Idea certamente minoritaria in Germania, oggi.
Alain Kuperman, professore al MIT a Boston, fondatore del Nuclear Proliferation Prevention Program, analista militare di fama mondiale, ha dichiarato in una lunga ed esaustiva intervista al quotidiano La Verità che “Biden è il problema per gli Stati Uniti e la pace mondiale” ed ha rincarato dicendo che “ con l’Ucraina ha sbagliato tutto, ha illuso Zelensky ed i suoi di poter vincere sul campo. Invece di usare Putin contro la Cina, ha di fatto creato una alleanza fra dittature”.
Forse questo è avvenuto perché Obama, grande mentore di Biden, qualcuno direbbe “puparo”, parrebbe avere enormi relazioni con la Cina di Xi Jinping.
Trump dichiara che “in 48 Ore porrà fine alla guerra in Ucraina”, evidentemente fra Zelensky ed il rischio di “asse russo cinese”, il secondo è assai più importante da “gestire”.
Questo sembrerebbe pensare il Presidente Trump.
Vedremo una nuova “capriola” della politica italiana?
Vedremo il Presidente Trump accettarla?
A giorni anche noi, cittadini “forse semplici, certamente diversamente monelli”, ne capiremo di più, basta continuare a seguire gli eventi.
Ignoto Uno
23/01/2024
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