"L'ISOLA (ECOLOGICA) CHE NON C'E'" - ETTORE LEMBO NEWS

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Roma: Municipio IX, l'isola (ecologica) che non c'è.

Riceviamo da una Nostra Affezionata lettrice una lettera che ci descrive un fatto " assai strano ed incomprensibile". Forse il mix tra burocrazia, regole, leggi note e non note, sanzioni e chissà che altro, si scontra con quello che dovrebbe essere il buon senso, la buona volontà, l'amore per la pulizia e, perché no, la tanto oramai decantata ecologia.
Accade a Roma nel IX Municipio.
Ringraziamo la lettrice per la segnalazione che deve farci riflettere....

“L’ISOLA CHE NON C’E’”
Prendo in prestito il titolo di una famosa raccolta di canzoni, LP di grande successo nei primi anni 2000 perché perfetto alla mia “ breve storia”.
Mi  scuserà Bennato!
Premesso che mi dichiaro una  decisa   sostenitrice della raccolta differenziata, scrivo quanto segue per raccontare un fatto “ buffo” che mi ha vista protagonista.
Approfittando di una bella giornata di sole e dovendo smaltire del materiale elettrico ( lucette natalizie rotte e qualche pila esaurita) decido di fare una bella passeggiata e raggiungere così  a piedi, da brava cittadina attenta all’ambiente, l’oasi ecologica del Municipio IX di Roma Eur
Ore 12.15…le mie buone intenzioni vengono subito deluse da un addetto al servizio che mi informa di un orario di chiusura, a me sconosciuto, alle ore 12 …
Pensavo ci fosse l’orario continuato, dico,  per facilitare i cittadini a “ questa buona pratica”
In alcune regioni è così , aggiungo, ed essendomi trasferita da poco nella capitale non mi ero posta il problema .
Provo ad insistere,  chiedendo gentilmente la possibilità di consegnare direttamente a lui il mio sacchettino  non ingombrante ed assolutamente non esplosivo!!
Tento anche di giocarmi il “quarto d’ora accademico” ma la mia battuta non viene accolta….
“Ci sono le telecamere, rischierebbe una multa piuttosto salata”… mi dice.
Decido di non accettare il rischio, mi sembrerebbe troppo…
Saluto e ringrazio.
Nel rispetto dell’orario mi organizzo diversamente,  approfittando dell’unico giorno di pausa  dal lavoro.
Mi reco quindi, nuovamente a piedi,  presso suddetto luogo, sempre  con il mio sacchettino non ingombrante e non  esplosivo, fiduciosa di portare a compimento la mia missione.
Ad accogliermi un altro addetto, diverso dal primo,  che nuovamente spegne il mio  rinnovato entusiasmo ….
“ qui l’accesso è solo con la macchina, non può entrare a piedi”
Ho pensato ad uno scherzo.
All’isola ecologica si entra solo con la macchina???
Chiedo ovviamente una spiegazione per una “ regola”,  a mio avviso,  così assurda…
L’addetto resta interdetto. ( scuserete il gioco di parole...)
Spazientita mostro il mio sacchettino non ingombrante e non esplosivo informandolo di essere lì per la seconda volta e che, abitando io nel quartiere , di trovare  “più ecologico” e quindi più coerente fare il percorso a piedi…
L’addetto, sempre più interdetto, ritira il sacchettino e tentando di recuperare una sua molto  timida  autorevolezza, blatera un ” solo per questa volta”
Dovrò assolutamente rivedere il mio “malsano” concetto di ecologia, mi dico…
Pensavo che in una città grande come Roma dove il traffico automobilistico è , tra i tanti, un serio problema,  il mio “spostarmi a piedi” fosse per amore e per rispetto della città, dell’ ambiente e assolutamente in linea con il “concetto di ecologia”.
Sbagliavo.
Cavoli che idea “ buffa” mi ero fatta!
Ho sempre pensato ad un’isola ecologica ma scopro che  è “ un’isola che non c’è.
Teniamoci pure i cassonetti colmi della qualunque , in barba  all’ambiente in questo mondo pieno di contraddizioni.
Lettera firmata
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