ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI... - ETTORE LEMBO NEWS

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Accoglienza dei migranti:
ma i “buoni” della sinistra
sono davvero “buoni”?

A Natale – si dice – “siamo tutti più buoni”! E poi, ci sono i “più buoni dei buoni”, cioè coloro che predicano l’accoglienza dei migranti ad ogni costo, senza nessun limite, senza selezione alcuna, senza chiedersi se l’Italia sarà in grado di offrire alle decine di migliaia di nuovi arrivati sui barconi e sulle navi Ong almeno una casa decente, un lavoro sicuro, uno spazio sociale e urbano dove potersi inserire dignitosamente.
No! I “buoni” vogliono che tutti coloro che hanno deciso di pagare dei trafficanti, per traversare il Mediterraneo su assurde carrette del mare oppure su gommoni improvvisati, mettano piede nel nostro paese, vengano accolti in strutture più o meno organizzate a cura di cooperative “alla Soumahoro” (si fa per dire …), vivano tra di noi senza un lavoro regolare, senza permessi, senza prospettive concrete, a volte sfruttati come bassa manovalanza dei racket della droga o della prostituzione.
E nel frattempo si fanno arrivare altri disperati, con nuovi barconi, con le navi delle Ong che fanno la spola tra Italia e coste nord dell’Africa, senza farci capire chi le paga, chi vuole che questo “traffico” prosegua, chi cerca in ogni modo, con la stampa amica, gli avvocati e i magistrati schierati, che questo immane processo di trasferimento dell’Africa in Europa continui senza regole, senza limiti, senza che i governi siano in grado di balbettare almeno una parola: fermi tutti!
Ci interroghiamo quindi, in questi giorni che precedono il Natale, se tutto ciò sia davvero “umano”, o umanitario, e socialmente e politicamente accettabile, nonché su a chi faccia davvero comodo questo fenomeno mostruoso non solo per le sue dimensioni (una media di 80-100 mila arrivi in Italia negli ultimi cinque anni) ma anche per le conseguenze sociali, politiche, culturali, etiche e religiose di questa invasione senza controlli.
Poniamoci alcune domande precise.
DA QUANDO? Diciamo che l’immigrazione clandestina c’è sempre stata, seppure in forma leggera, specie dai paesi delle coste nord africane. Si trattava di migranti temporanei, per lo più tunisini, algerini, egiziani, libici e marocchini, che venivano da noi per i lavori estivi in agricoltura e similari. La forma massiccia di arrivi sui barconi dei “trafficanti” di uomini, con l’ausilio delle navi Ong,  ha avuto inizio tra il 2013 e il 2015 per poi stabilizzarsi negli ultimi sette-otto anni quale fenomeno endemico, a ondate crescenti, poco o quasi nulla contrastato dai governi dei paesi della costa sud dell’Europa.
A CHI FA COMODO? Ovviamente, l’aumento esponenziale della popolazione africana (una media di 3-5 figli per donna in età fertile, per giunta in molti paesi islamici dove le donne sono succubi totalmente dei maschi) spiega questo desiderio di emigrare per trovare migliori condizioni di vita e di guadagno. Ma non basta. Il fatto di vedere schierate almeno una decina di possenti navi Ong, lautamente finanziate da gruppi di pressione del tipo: benefattori vari, alla Soros per intenderci, fondazioni "umanitarie” votate all’accoglienza senza limiti sul suolo altrui, partiti politici “progressisti” e associazioni di sinistra che hanno sostituito la difesa dei lavoratori con quella degli immigrati quale nuovo bacino di voti e di finanziamenti pubblici, le Chiese protestanti del nord Europa e da quando è stato eletto Papa Francesco anche quella cattolica. Ebbene, tutto questo schieramento socio-culturale sembra parlare ad una sola voce, sostenuto dagli apparati europei che sono succubi della religione dell’accoglienza, nella direzione di “abbattere i muri” e far arrivare più gente si può da noi. Ma, a chi fa comodo veramente? E’ lecito presumere che dietro tutto questo schieramente politico-religioso ci siano dei poteri forti che vogliono sovvertire l’ordine sociale odierno tramutando le società da nazionali, da antropologicamente fondate sulla cultura giudaico-cristiana e liberale, in società multietniche, multireligiose, in ultima analisi – come ha detto più volte Papa Francesco – in un “meticciato” dove tutto è confuso, senza confini, senza una morale condivisa, senza dei tratti identitari forti.
QUANTO COSTANO LE ATTIVITA’ PRO-IMMIGRAZIONE? Difficile fare le stime. Però basta pensare che la gestione di una nave Ong costa diversi milioni l’anno solo di carburante e di spese di gestione oltre ai costi del personale che – guarda un po’ – per lo più non lo fa per volontariato gratuito, ma molto spesso ha dei veri contratti di collaborazione con stipendi che pare siano di 3-5 mila euro al mese ma che possono anche arrivare ai 10-12 mila, secondo alcune testimonianze. Chi ha interesse a sborsare così tanti soldi per navi e personale, il tutto per mettersi davanti alle coste africane in attesa che da qualche barcone arrivi una telefonata di soccorso? Quando qualcuno ha definito le navi Ong “taxi del mare”, i capitani e gli armatori si sono offesi, ma cosa dire se non fanno altro che la spola da nord a sud? E poi è forse lecito dubitare che qualche interesse in comune coi trafficanti, che in genere incassano da 2 a 5 mila euro da ciascun migrante per la traversata, ci sia? Sarebbe da provare che le navi Ong si “spartiscano il bottino” coi trafficanti, perché occorrerebbe trovare i conti correnti dove verrebbero versate le somme. Ma non ci meraviglieremmo, visto quello che è successo a Bruxelles con le sacche piene di soldi contanti nelle case dei politici della sinistra italiana ed europea (greca soprattutto) che guarda caso gestivano anche delle Ong pro immigrazione e “contro le discriminazioni”!
IN ITALIA CHI CI GUADAGNA? Se si vanno a guardare le matrici culturali delle associazioni e cooperative per l’accoglienza dei migranti, da noi prevalgono quelle di sinistra e quelle cattoliche, legate agli ambienti delle Caritas e delle associazioni pro-migranti. Con ciò non si vuole dire che “è tutto un magna-magna” come dicono a Roma. Però, guarda caso, sia tra la sinistra sia in campo cattolico, allorchè la magistratura ha voluto indagare su alcune cooperative, sono emersi veri e propri scandali e abusi, tutti fatti in nome – ovviamente – “dell’accoglienza”, perchè poi i soldi ricevuti dallo Stato finivano nelle tasche e sui conti correnti dei privati alla guida, lasciando i poveri migranti a mangiare cibo scaduto, a dormire in letti e camere fatiscenti, e a lavorare senza essere pagati con regolarità perché i soldi finivano … negli abiti e nelle borsette firmate delle mogli dei sindacalisti di colore beniamini della sinistra di turno!
E LA CHIESA CATTOLICA? L’attuale pontefice è stato accusato di essere un “papulista”, nel senso di avere predicato l’accoglienza e l’abbattimento dei muri sin dalla sua elezione (le mura vaticane però stanno ancora lì e nel piccolo stato non entra nessuno senza permesso delle “guardie svizzere”!). Papista e populista a modo suo, in stile sud-americano. Certo è sempre stato super pro-migranti, al punto che ha fatto erigere una statua in bronzo con nave carica di persone che cercano approdi sicuri (come dicono le navi Ong) ora sistemata in piazza San Pietro. A tratti, Francesco ha dato l’impressione che compito della Chiesa non sia più prioritariamente la salvezza delle anime, col perdono dei peccati e il cambiamento di vita, bensì l’accoglienza di africani, asiatici, bengalesi, pachistani ecc. senza valutare se l’arrivo di centinaia di migliaia di persone di religione islamica non costituisca un pericolo mortale per la tenuta della Chiesa cattolica. A lume di naso, la maggioranza del “popolo di Dio” non è d’accordo con le frontiere aperte senza limiti, però quasi nessuno osa mettere in discussione l’autorità papale, e così l’immagine che passa è quella del Papa che è anche lui “buono” mentre i partiti politici che chiedono di porre dei limiti sono dipinti come “populisti”, “fascisti”, “discriminatori”, “nazionalisti” ecc. Insomma, la Chiesa di Francesco non è più la Chiesa tradizionale che non era contraria all’immigrazione, ma poneva dei limiti per non dissestare dall’interno le comunità chiamate ad accogliere. E che comunque ricordava il dovere della prudenza, per non fare entrare in casa propria persone pericolose, che magari ci considerano “infedeli” e che in nome della Sharia possono anche bruciare le nostre chiese (come è avvenuto per centinaia di volte in Francia) o addirittura ucciderci perché lo svuole Allah.
NUOVO ORDINE MONDIALE – Non sarà allora che una maggioranza di politici e giornalisti alla fine si siano accodati ai desideri emersi al Word Economic Forum di Davos, dove le grandi conglomerate finanziarie e industriali hanno disegnato quel “nuovo ordine mondiale” dove masse di uomini dovranno adattarsi a una società futura senza proprietà privata, senza automobili individuali, senza denaro contante ma solo quello digitale, tutti sottomessi al “green pass” così i governi potranno sapere tutto di noi e bloccarci in casa e chiuderci i conti quando non saremo ubbidienti e docili (come in Cina). Se questo “nuovo ordine mondiale” è dietro alle grandi migrazioni di questi anni, dobbiamo aprire gli occhi e stare attenti a non fare la fine del topo che, per un tozzo di formaggio, si mette in trappola da solo.
Il Credente
22/12/2022
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