BORRELL NEL PARLARE... - ETTORE LEMBO NEWS

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Borrell nel parlare
dice la verità …
se ne sarà accorto?
Forse no.

L'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell ha dichiarato che si recherà presto in Cina per “una missione che punta ad esplorare in profondità la possibilità di un'azione cinese a favore della pace in Ucraina”.
“i cinesi vogliono avere un ruolo diplomatico, non vogliono essere associati totalmente con le azioni militari di Mosca", ha dichiarato Borrell, “Vogliono essere dei facilitatori, non mediatori”.
Queste affermazioni sembrerebbero confermare che l’Unione Europea non abbia saputo svolgere un ruolo di “facilitatore” di una pace stabile fra la Federazione Russa e L’Ucraina, bensì abbiano scelto di essere un attore schierato in uno scenario di guerra con una parte, quella che, sin dal 2014, ha compiuto violenze contro una delle due etnie presenti sul territorio. Violenze che hanno costretto molti ucraini russofoni a lasciare la loro patria, in Italia ve ne sono molti.
Preso atto di questo posizionamento politico, non è questa la sede per ragionare sulla saggezza dello stesso per chi ha veramente a cuore la pace e la condivisione della libertà fra i popoli e dei popoli, noi “cittadini semplici” facciamo veramente fatica a comprendere quanto dichiara in queste ore l’Alto Rappresentante.
Egli dichiara che “L'Unione europea sta cercando di evitare di essere dipendente dalla Cina, come lo è stata dal gas russo" ritenendo, per di più, che “L’eccessiva dipendenza (dell’Europa) dal gas russo ha fatto credere a Putin di poter invadere l’Ucraina”.
Se da un lato non posso che notare un assolutamente inatteso atteggiamento politico “trumpiano” ove si ritiene che sia strategica l’indipendenza degli Stati europei dalle potenze non occidentali, spero che si possa aggiungere che questo approccio è da ritenersi ancor più valido se dette potenze sono guidate da regimi non democratici, dall’altro non posso che notare come questa posizione di terzietà non possa che essere ritenuta tardiva in ordine ai rapporti economici e politici con la Repubblica Popolare Cinese.
Come non notare che pressoché tutti i porti commerciali strategici in Europa sono, a causa delle scelte dei governi che compongono l’Europa stessa, sotto il controllo di aziende cinesi?
Come non notare l’influenza pervasiva cinese nelle aree economiche strategiche delle nazioni che compongono la UE27?
Come non notare, soprattutto, quanta discrasia vi sia fra le dichiarazioni di Borrell di questi giorni e le direttive europee in ordine alle politiche “green” sia rispetto ai veicoli che rispetto il patrimonio immobiliare?
Noi “cittadini semplici”, ma non impreparati, ci permettiamo sommessamente di far notare all’Alto Rappresentante che dette politiche letteralmente “incaprettano” l’Europa e le famiglie europee ai desiderata cinesi.
Conseguentemente, sempre molto sommessamente e da “cittadino semplice” senza l’alto potere dell’Alto Commissario, consiglio a questi di parlare tenendo conto delle dovute conseguenze delle sue parole.
Fatto che dovrebbe impattare sulle politiche “europeiste a senso unico” anche di tutti, nessuno escluso, i partiti italiani e dei loro leader, soprattutto se membri di governo.
Tornando al posizionamento politico dell’Europa rispetto al conflitto ucraino, l’ironia della presa d’atto precedentemente fatta in questo articolo era strumentale a poter dare qualche suggestione ai politici nostrani, europei o italiani che siano.
Ovviamente lo sapevamo “noi cittadini semplici”, che l’Europa, sin dal 2014, periodo che vedeva Obama presidente, era attenta a posizionarsi con le scelte che quel presidente statunitense ed i suoi amici Clinton e Biden, famiglie incluse, compivano nella, sin da allora, martoriata terra di Ucraina.
Purtroppo, nella nostra figura di legittimi elettori, primi fra tutti nei pesi costituzionali, questo non era il posizionamento politico che, non dico tutti ma certamente moltissimi, volevamo che la nostra Europa interpretasse. Tantomeno la nostra amata Italia.
Noi “cittadini semplici”, un po’ avanti con gli anni e con molte ore di letture sulla storia recente del nostro occidente sulle spalle, amiamo ricordare che la pace si mantiene con le armi sul tavolo, il tavolo degli “accordi”, e non si costruisce con il consumare armi usandole.
Questo ci ha insegnato la guerra fredda a noi europei signor Borrell e signori governanti europei.
Un grande Presidente come Ronald Reagan veniva a Ginevra, Reykjavik o Malta per costruire un percorso di pace con il “nemico” Gorbachev.
Lo stesso Presidente con un grandissimo Papa, quel polacco che si chiamava per tutti Wojtyla, finanziavano Solidarnosc ma non armavano i dissidenti polacchi. Anzi portavano un popolo esasperato a combattere per i propri diritti con la preghiera. Non con le armi.
L’Europa, soprattutto nell’era Biden, avrebbe dovuto impedire l’escalation militare tanto gradita a questo presidente americano. Escalation a casa altrui, escalation che sta distruggendo l’economia e la finanza europea.
L’Europa avrebbe dovuto giocare il ruolo di mediatore, non rincorrere il mediatore cinese.
L’Alto Rappresentante, però, dice anche un’altra cosa durante questo viaggio in America Latina “L'Europa non potrà mai essere equidistante fra Stati Uniti e Cina poiché non condividiamo lo stesso modello di Pechino. Ma noi abbiamo un nostro specifico interesse e anche Washington ha un suo interesse: tra alleati si deve discutere per capire come possiamo rendere compatibili i nostri interessi".
Borrell continua "Ma c'è un triangolo, Usa, Cina ed Europa, e la dinamica di questo triangolo determinerà il 21esimo secolo: il punto in cui si posizionerà l'Ue nel triangolo è l'obiettivo principale della nostra politica estera".
Noi “cittadini semplici” poco avvezzi ad ascoltare “chiacchiere” ci permettiamo di notare che in Europa e nella nostra amata Italia, oggi, la tutela dei nostri assets strategici, delle nostre aziende, delle nostre infrastrutture nei trasporti, dagli interessi cinesi è assai bassa.
Senza, permettetemi una ripetizione, notare che le politiche “green” sono tutte a “trazione cinese”.
Borrell ci aiuti a comprendere quanto non comprendiamo e, contemporaneamente, agisca in concreto per creare quel tavolo di pace che sia strumento per firmare un accordo.
Noi “cittadini semplici”, infatti, apprezzavamo molto di più leggere che si firmavano i trattati SALT per la non proliferazione delle armi nucleari piuttosto che leggere che la corsa al nucleare è ripresa.
Forse se avesse vinto Trump in Stati Uniti oggi non dovremmo scrivere su questi argomenti, ma ha perso ….. forse. Il Presidente Trump e molti cittadini statunitensi, anche membri del Congresso non ne sono convinti al punto da aver istituito una Commissione inquirente.
Ignoto Uno
27/03/2023
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